SAN BENEDETTO CHIUDE: DATI FALSI DEI COMITATI
"Responsabili anche gli ambientalisti"
| Isabella Loschi |
TREVISO - Sulla chiusura dello stabilimento di Paese della nota azienda produttrice di acqua minerale e bibite San Benedetto, interviene l'assessore all’ecologia e all'ambiente del Comune di Paese, Viginio Piccolotto che accusa ai comitati ambientalisti di aver diffuso dati irreali e falsità che hanno favorito la chiusura.
L’azienda di Scorzè ha ufficializzato pochi giorni fa la chiusura della sede operativa di Padernello e, nel giro di qualche mese, i 130 dipendenti saranno dirottati nella sede centrale del veneziano. L’assessore Piccolotto si riferisce alle falsità dei dati relativi ai livelli di emunginamento dell’acqua. «Si è parlato di un prelievo di 7mila metri cubi di acqua al giorno da parte dell'azienda per la sua attività – come riporta la Tribuna - ma in realtà erano circa 170 metri cubi al giorno - afferma Piccolotto.
Al di là delle motivazioni complesse, che hanno portato alla decisione dell'azienda, il clima provocato da alcuni comitati, da alcuni ambientalisti e in passato persino da una amministrazione comunale, hanno certamente creato un clima non favorevole, secondo l’assessore. Sui livelli di prelievo dell'acqua, Piccolotto vuole fare chiarezza: «7 mila metri cubi al giorno è una quantità assurda, calcolata in maniera quantomeno sbagliata». L'assessore propone quindi i dati contenuti in una delibera regionale del 2004. «Emerge una concessione di prelievo massimo di 20 litri al secondo pari a 172,8 metri cubi al giorno cioè pari a 64.072 metri cubi all'anno».
Quindi i 7 mila litri sono soltanto invenzioni, prese per una protesta che hanno però fatto del male all'intera comunità di Paese: «taluni movimenti e comitati utilizzano anche informazioni inventate pur di bloccare lo sviluppo economico del Paese» - conclude Piccolotto.