Tagliato l'orecchio a un terrosista e obbligato a mangiarlo
Sotto tortura i presunti terroristi dell'attentato a Mosca. Si tratterebbe di uomini tagiki, avrebbero agito per soldi
Vladimir Putin annuncia l'arresto dei 4 terroristi autori dell'attacco al Crocus City Hall di Mosca, i media russi diffondono le immagini di 3 uomini, a quanto pare tagiki, con la confessione di uno di loro. Il gruppo è stato fermato nella regione di Bryansk. Secondo Putin, il commando avrebbe provato a raggiungere l'Ucraina attraverso una 'finestra' al confine.
Su Telegram, vengono diffuse le immagini raccapriccianti degli interrogatori di almeno 2 degli uomini arrestati. Uno, in particolare, risponde alle domande delle forze speciali parlando in russo in maniera incerta. Spicca il suo volto insanguinato, la testa è bendata. Come emerge da altri video, all'uomo sarebbe stato tagliato un pezzo di orecchio e poi sembra sia stato obbligato a mangiarlo. Il presunto terrorista fornisce il nome e dichiara di avere 30 anni. L'agente gli chiede dove abbiano gettato le armi usate nell'attacco: "Non conosco la città, chiedete ai miei amici, loro sanno".
Il video dell'interrogatorio di uno presunti attentatori di Mosca è stato diffuso dalla propagandista russa Margarita Symonian. L'uomo dice di essere arrivato in Russia dalla Turchia il 4 marzo e di aver compiuto l'attacco per denaro. Estratti del video sono stati pubblicati anche dai canali Baza e Shot legati alle forze dell'ordine.
L'uomo si identifica con un nome che suona come Fariddun Shamsutdin, nato il 17 settembre 1998. Racconta di essere stato ingaggiato via Telegram da un non meglio identificato "assistente del predicatore". L'uomo, buttato a terra nel fango e tenuto per i capelli da un agente delle forze russe, dice che gli era stato promesso mezzo milione di rubli e di aver fatto tutto per denaro. Gli sono state fornite armi e gli è stato indicato il luogo dell'attentato. Nella registrazione, afferma Meduza, l'uomo parla tagiko.
Le autorità russe hanno tentato di screditare le rivendicazioni dirette del gruppo terroristico ISIS sull'attacco, suggerendo invece un coinvolgimento occidentale e mettendo in discussione le responsabilità.
Le tensioni sono aumentate ulteriormente dopo che è emerso che gli Stati Uniti avevano avvertito la Russia dell'imminente attacco, sollevando interrogativi sulle dinamiche geopolitiche in gioco. Le immagini dei sospetti detenuti mostrano segni evidenti di violenza e torture, con rapporti che descrivono metodi estremi come scosse elettriche ai genitali. Queste pratiche hanno sollevato preoccupazioni sulla validità delle confessioni ottenute sotto coercizione e sulla condotta delle forze di sicurezza russe.
La situazione si è ulteriormente complicata con le accuse incrociate tra Russia e Ucraina, con Putin che sembra puntare il dito verso Kiev mentre l'Ucraina respinge qualsiasi coinvolgimento nell'attacco. Le reazioni internazionali non si sono fatte attendere, con la Gran Bretagna che ha criticato Putin per la gestione della situazione e gli Stati Uniti che hanno respinto i tentativi di collegare l'attacco all'Ucraina.
In questo contesto carico di tensione, Putin si trova ad affrontare una crescente pressione pubblica e internazionale mentre cerca di gestire le conseguenze dell'attacco terroristico a Mosca. La verità dietro l'attentato e le sue implicazioni geopolitiche continuano a essere al centro dell'attenzione, mentre la Russia cerca di fare luce su un evento che ha scosso profondamente il paese.
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