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29 marzo 2024

Treviso

Torna in alto mare la riapertura della scuola il 7 gennaio

Allo stato dei contagi pare escluso di poter far rientrare gli studenti almeno fino a febbraio. Ma per Marco Moretti (Flc-Cigil), i problemi da risolvere sono anche altri.

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Torna in alto mare la riapertura della scuola il 7 gennaio

TREVISO - Non ha usato perifrasi il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza: con questi numeri e avanti di questo passo, di aprire la scuola neanche a parlarne. Mentre la ministra, che sulla riapertura delle scuole superiori il giorno dopo la befana ha giurato sin dall'inizio della DaD nello scorso ottobre, adesso pigia sul pedale del freno: “Vedremo a fine anno”. E molti si sono immediatamente chiesti se il riferimento fosse a quello civile o a quello scolastico. Oggi come oggi neanche l’allibratore più disinibito pare propenso ad accettare scommesse sulla ripresa, nemmeno in termini di percentuali di studenti in presenza (75-50-25: numeri più verosimilmente da terno al lotto). In Veneto poi, prima Regione più contagiata d’Italia è difficile solo pensare a come possa essere fattibile di far tornare sui banchi gli studenti della secondaria superiore. E mentre in Prefettura anche a Treviso il tavolo istituito dal Governo sta continuando comunque il suo lavoro, le organizzazioni sindacali monitorano con preoccupazione l’evoluzione. Marco Moretti è il segretario della Flc-Cgil.

Scommette sulla riapertura il 7 gennaio?

Non scommetto. Osservo. Se le città verranno prese d’assalto durante le feste, come il movimento di questi giorni lascia facilmente prevedere, dovremo prepararci ad affrontare la terza ondata.

Che è come dire “ciaone” al rientro dopo la befana. Si comincia già a ipotizzare per febbraio.

Se tutto sarà a posto. Per ora non tutto è in ordine. Vogliamo parlare dei trasporti?

Se ne sta occupando il Prefetto, giusto?

Sì, e magari sarebbe stato anche di una qualche utilità se attorno a questo tavolo, accanto a Ufficio scolastico territoriale, presidente della Provincia, sindaci e aziende trasporto, avessero invitato a sedere una rappresentanza del personale scolastico, coinvolto in prima persona.

Ma con i trasporti qui a Treviso ce la faremo?

I bus, ridotti al 50% della capienza, diventeranno 820 grazie a quelli che verranno messi a disposizione dalle aziende private.

Basteranno?

Speriamo di sì: dal 7 gennaio in Veneto il bacino di utenza sarà di 160 mila studenti. Ma non è c’è da risolvere il problema del distanziamento a bordo dei mezzi di trasporto.

Cos’altro?

È fondamentale intervenire anche sugli “stazionamenti” degli studenti alle fermate. Per questo saranno dovranno essere impiegati 230 stweart per far rispettare il distanziamento nella salita e discesa dal bus.

Se però a scuola gli studenti devono arrivare più o meno alla stessa ora, non le pare un controsenso o quantomeno tanta fatica per nulla?

L’orario di ingresso e uscita dagli istituti deve essere certamente riorganizzato.

Con turni mattutini pomeridiani?

Una opzione oggettivamente difficile da organizzare. Per tenere aperto un istituto dalle otto alle diciotto è necessario disporre di personale che invece manca. Ma una turnazione spalmata su tutta la giornata comporta anche altri inconvenienti.

Ad esempio?

Significherebbe dover duplicare le corse degli autobus. Ma poi mi chiedo: quali ricadute avrebbe nella gestione della vita familiare mandare i figli a scuola magari fino a sera?

Se neanche a gennaio si tornerà in presenza, una soluzione a qualche problemino legato alla didattica a distanza dovrà essere messa a punto: strumentazioni e connessione per tutti, tanto per cominciare

Assolutamente: una percentuale non indifferente di studenti non è stata raggiunta dalla DaD; alla faccia dell’obbligo scolastico previsto sino ai quindici anni. Investire su digitalizzazione e strumentazione per studenti docenti e famiglie è imprescindibile.

Anche perché adesso i soldi per farlo ci sono

Dei 209 miliardi del “Piano di ripresa e di e resilienza”, dieci miliardi saranno destinati al sistema di istruzione. La scuola deve poter fruire delle nuove tecnologie sperimentate in questa fase di emergenza ma è assolutamente necessario che ritorni in presenza.

Non come era prima, possibilmente...

Arricchita e migliorata. Questa pandemia ci offre la possibilità di prendere di petto diversi punti critici del nostro sistema scolastico. Sarebbe assurdo non approfittare di questa opportunità per cambiarlo.

 


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Roberto Grigoletto

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