09 novembre 2024
Categoria: Altro - Tags: treviso, raccolta differenziata, Contarina, Campitello di Fassa, Pulsar Nature, e-Key
Camminare a Treviso (fino a qualche tempo fa pregevole cittadina in linea di massima linda e pinta) nell’era della raccolta (in)differenziata è diventata un’esperienza da Incontri ravvicinati del terzo tipo: cosa diamine ti possa capitare di vedere dietro l’angolo, è un mistero; siamo circondati da un fiorire sfiorito di bidoni e bidoncini a destra e a sinistra, sotto e sopra, a dire il vero piuttosto sottosopra nella stragrande maggioranza dei casi.
Mai avrei ipotizzato di dovermi confrontare con una tale trascuratezza nel XXI secolo, quello dei ruggenti anni “smart”.
Quando mesi or sono ho letto che la raccolta differenziata sarebbe diventata obbligatoria anche per gli abitanti di Treviso città (l’introduzione del cosiddetto "porta a porta" avrebbe dovuto, secondo le stime, far crescere gli attuali livelli di differenziazione del rifiuto dal 52% fino al 73,5% abbassando i costi dello smaltimento, il tutto nel giro di un anno), ho seduta stante proiettato il pensiero in una fantomatica e utopica realtà degna di Tommaso Campanella: una Città dell’Ecologia si stagliava maestosa davanti ai miei occhi. Reputavo assurdo che la raccolta fosse attiva a macchia di leopardo e credevo che questa risoluzione avrebbe sancito l’avvento di una disciplina ecologica amata e condivisa, capace di indurre alla ragione anche i più sudicioni fra i reazionari.
Poteva essere l’occasione per riflettere sui prodotti che acquistiamo, spesso imballati senza criterio (ho capito, signori industriali, che non volete farvi taccheggiare la merce, ma possibile che per aprire la confezione di una penna occorrano delle cesoie degne di Edward mani di forbice?).
Nella mia ingenuità credevo che i nuovi cassonetti sarebbero stati simili a quelli presenti a Campitello di Fassa, in provincia di Trento, denominati “Pulsar Nature”, che vanno a costituire delle isole ecologiche composte da 4/5 contenitori per volta e che si aprono con l’e-Key, un portachiavi/cerchietto blu che si passa sull’apposito lettore e il gioco è fatto: tanto per capirci i “Pulsar Nature” sono rotondi (un filo più grandi dei cassonetti del secco presenti fino a qualche tempo fa sul nostro territorio), nell'insieme molto ordinati.
Non potete immaginare la mia perplessità quando ho realizzato che Contarina avrebbe consegnato agli utenti una moltitudine di bidoni muniti di microchip, fra i quali spicca per originalità quello dell’umido, minuscolo, inserito nel contenitore del secco a effetto sorpresa sul modello ovetto Kinder.
Ma i colpi di genio non finiscono qui: il bidone del secco è in versione integrale o pocket. Considerando che lo smaltimento del secco si paga in base al numero degli svuotamenti, non è mica facile decidere quale accaparrarsi e lo è ancor meno se provi a consultare il “Regolamento Consortile per l’applicazione della Tariffa corrispettiva per la gestione dei rifiuti urbani”: una "snella" e "agile" guida di 39 pagine che in confronto Alla ricerca del tempo perduto di Proust con le sue 3850 pagine è un tascabile Mondadori.
Nell'insieme un bel bidone, soprattutto in senso lato, non c’è che dire.
Non capivo come avrebbero fatto coloro i quali abitano in un condominio, magari senza terrazzo, a custodire questa "bidonaglia" assortita, stentavo a comprendere come avrebbero reagito gli anziani che vivono soli, costretti a trasportare su e giù questo peso, mi domandavo come sarebbe stato possibile evitare che il primo venuto buttasse i propri rifiuti nel bidone di un altro.
Va beh, pensavo fra me e me, almeno saranno dei contenitori carini a vedersi. Le mie speranze sono state ugualmente disattese: francamente questi bidoni non sono un granché e nell’epoca del design a tutti i costi non si distinguono certo per la loro finezza o discrezione: questa mia convinzione si rinforza allorché passeggiando sotto un antico portico affrescato di squisita fattura mi vedo circondata da questa selva oscura di portapattume che traboccano sfacciatamente ciarpame impipandosene degli antichi romani e dei cavalieri medievali che con fierezza hanno innalzato a sommi livelli la perizia artistica della ridente cittadina veneta.
Certo, anche questi nobili personaggi ai loro tempi combatterono a ranghi serrati con la spazzatura ottenendo risultati assai incerti su questo fronte, ma credevo (sbagliando di grosso) che secoli di evoluzione civile avrebbero aiutato i cosiddetti "moderni" a destreggiarsi meglio nel medesimo compito.
Poco male l’estetica se a pagare lo scotto non è la praticità, direte voi. A dirla tutta anche da questo punto di vista siamo messi maluccio: sarebbe decisamente meno scomodo e più poetico possedere bidoni a mo’ di brocca da trasportare adagiati sul capo come facevano i nostri avi all’inizio del secolo scorso invece di ritrovarci fra i piedi queste ingombranti scatole di plastica munite di manici, rotelle e chiavi a brugola (quando ho sentito dire che i bidoni avrebbero avuto una chiave d’apertura tutto potevo immaginare tranne la succitata brugola in stile Banda Bassotti che mi sono ritrovata incredula per le mani).
Dove nulla possono il sentimento del bello e la funzionalità dovrebbe almeno subentrare il raziocinio del privato cittadino. E invece no! Contenitori traboccanti, chiusi male o per niente serrati (ho notato che questo deplorevole trend è diffusissimo per quanto riguarda lo smaltimento della carta: pare che quasi nessuno a Treviso si prenda la briga di piegare il cartone prima di buttarlo), capovolti, stravolti e sconvolti invadono lo sguardo di chi se ne va per via.
Se questo scempio visivo sconvolge me che a Treviso ci sono nata, non oso immaginare cosa possa pensare un turista minimamente interessato alle questioni del paesaggio e dell’ambiente.
Questa incuria, inoltre, può esacerbare il pessimo comportamento del villeggiante già di per sé incline alla maleducazione, perché non ci dimentichiamo che il vacanziere tanto italiano quanto straniero spesso inappuntabile custode della pulizia nella propria terra natia, altrove si scorda le buone maniere e forte di un certo lassismo da parte della regione o del Paese ospitante getta la spazzatura ovunque tranne che negli appositi contenitori: se dipendesse da me gentiluomini e gentildonne colti in flagrante a compiere siffatti sprezzanti gesti dovrebbero pagare multe più salate del Mar Morto, scudisciate pecuniarie talmente vigorose da prosciugare il portafoglio del villano di turno risollevando al contempo in un battibaleno la sciagurata sorte della nostra economia.
Ma d’altro canto, se i residenti se ne infischiano dell’uso corretto dei contenitori (a volte ho la netta sensazione che i detrattori di Contarina lo facciano a bella posta, che buttare l’mmondizia senza premurarsi di chiudere i bidoni sia una sorta di protesta silente, alquanto ottusa) perché mai si dovrebbero stangare i pellegrini con multe da capogiro? Quindi continuiamo pure a vagare nella "monnezza": avanti popolo, il pattume è servito.
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utonto
23/09/2014 - 16:02
bah...
"la tanto sognata differenziata l'abbiamo voluta, l'abbiamo aspettata, l'abbiamo "sognata" ed ora che è arrivata diciamo "no non mi piace"?
Perchè se ne parla da tanti anni ormai e quest'anno è arrivata, a chi prima a chi dopo, a me per esempio a febbraio e ormai ci ho fatto il callo.
Certo la differenziata la si faceva anche prima, ma ora deve esser fatta con più scrupolo.
Solo nel comune di treviso è arrivata da poco, ma da altre parti tipo silea già si vedono cassonetti forniti di chiave.
Io direi che forse vale la pena aspettare che la cosa ingrani, poi, magari, potrebbe cambiare in meglio! :)
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francescocecchini
23/09/2014 - 16:23
Differenziare o termo valorizzare la spazzatura?
Una domanda ( non a prode Bah Utonto) perché nell' Europa del Nord , dove la protezione della salute e dell' ambiente non sono parole ma fatti, utilizzano i termovalorizzatori per eliminare la spazzatura, mentre da noi e' oramai quasi un tema tabu' ?
In Norvegia la spazzatura viene perfino importata dal resto d' Europa per produrre energia a bassissimo costo.
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Valentina Piovesan
23/09/2014 - 16:40
Ottima osservazione!
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francescocecchini
23/09/2014 - 17:08
Norvegia e Svezia
Personalmente non considero il tema termovalorizzatori da mettere in black list tout court, ma se lo sollevo nell' area politica nella quale mi muovo, o faccio riferimento, vengo scomunicato.
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Valentina Piovesan
23/09/2014 - 20:40
Magari raggiungere l'unanimità almeno sulle questioni essenziali
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Valentina Piovesan
23/09/2014 - 16:29
Si può sempre migliorare, naturalmente!
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Valentina Piovesan
23/09/2014 - 16:44
Risposta destinata a Utonto
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utonto
23/09/2014 - 17:48
Questo è giusto, e aggiungo
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Michele Bastanzetti
23/09/2014 - 20:23
GRANDE LETTERATURA
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Valentina Piovesan
23/09/2014 - 20:57
Spiacente, ma mentre Giove distribuiva il dono della sintesi...
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francescocecchini
23/09/2014 - 21:26
BASTANZETTI E LA LETTERATURA RUSSA.
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Valentina Piovesan
23/09/2014 - 21:42
Come direbbe il sommo Alessandro Manzoni...
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francescocecchini
23/09/2014 - 20:30
BASTANZETTI CRITICO LETTERARIO
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francescocecchini
23/09/2014 - 21:32
BASTANZETTI ED I BLOGGERS DI OGGI TREVISO.
Ed ora non tiri fuori senatrice Puppato.
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semplice cittadino
24/09/2014 - 17:43
UNA DOMANDA?
Una domanda mi sorge spontanea: ma perché noi qui in Italia arriviamo sempre dopo i nostri "amici" europei e non o non arriviamo affatto? Ma cosa è che ci frena, che frena queste "ecologiche" e "risparmiose" innovazioni?
Forse sotterranei interessi legati alla filiera degli smaltimenti in primis? Non ho comunque una risposta al mio quesito..............
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Valentina Piovesan
25/09/2014 - 14:12
Secondo Legambiente gli incentivi non lo favoriscono...
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/15/oslo-a-caccia-di-rifiuti-per-scaldarsi-quella-italiana-troppo-sporca/614165/
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francescocecchini
24/09/2014 - 20:26
RACCOLTA DEI RIFIUTI E TERMOVALORIZZATORI
A Montebelluna molti anni fa un termovalorizzatore al plasma non è stato realizzato anche grazie al coinvoglimento di Veneto Banca. Il termovalorizzatore avrebbe dovuto sorgere in un terreno vicino a quella che è ora la sede centrale di Veneto Banca.
Nel Nord Europa diverso è l' atteggiamento nei confronti dei termovalorizzatori, nonostante vi siano anche lassù dei movimenti di opposizione. Non credo, forse mi sbaglio, che nel nord si cambi atteggiamento. Nemmeno in Italia per l'esistenza di un forte movimento di opposizione, ma ancheper forti interessi che stanno dietro. Basti pensare alle partecipate S.p.A che gestiscono l'affare. Quindi non siamo solo in ritardo, ma non ci arriveremo mai.
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Valentina Piovesan
25/09/2014 - 14:25
Già...
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Denisio
25/09/2014 - 16:23
soluzioni semplici a problemi complessi
Volevo proporre un ragionamento della serie "soluzioni semplici a problemi complessi" visti che il vice-versa funziona già troppo bene in italia almeno.
Si tratta in questo caso di andare oltre la percezione della necessità di costruire forni di incenerimento detti propriamente termovalorizzatori in favore dell'eliminazione delle plastiche a base di petrolio-derivati.
L'eliminazione dei vari PVC PVL PTF. blablabla potrebbe essere realizzata sviluppando processi di trasformazione delle sostanze vegetali, in primis la canapa seguita a ruota dal mais e anche qualcosina d'altro.
Sembra che in Puglia un imprenditore locale dopo che si è ritrovato il campo su cui faceva pascolare gli ovini impregnato da sostanze tossiche come metalli pesanti sembra provenienti dell'ILVA abbia deciso di piantare Marijuana e sembra che il raccolto sia andato a buon fine, la pianta è cresciuta e ha fatto un ulteriore servizio data la caratteristica di depurare i terreni contaminati e di arrichirli, infatti essendo troppo generosa è illegale.
Nel frattempo tonnellate di rifiuti plastici navigano nei nostri oceani e il mare ce la mette tutta per digerirli ma dopo una lunga e faticosa digestione lo restituisce ai tonni sotto forma di microparticelle che manco a dirlo finiscono sul piatto. Stessa cosa accade a Brascia e nei dintorni dei termovalorizzatori dove alti contenuti di nanopolveri che derivano dalla combustione si depositano allegramente nei terreni circostanti; Però tutti tranquilli in questo caso perchè le particelle sono tallmente piccole che puoi anche non vederle.
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Valentina Piovesan
25/09/2014 - 18:07
Bioplastica o non bioplastica, questo è il dilemma!
Allego un link: contributo sintetico ma utile spunto di riflessione! ^__^
http://www.altroconsumo.it/casa-energia/nc/news/plastica-biodegradabile-facciamo-chiarezza
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Denisio
25/09/2014 - 19:18
Zeoform
Senza gli ideali il progesso non esisterebbe, quindi evviva gli idealisti!
lascio un Link su questi nuovi prodotti
http://www.canapaindustriale.it/tag/bioplastica/
ciao ciao
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Denisio
25/09/2014 - 20:43
un altro Link interessante:
http://www.lucanapa.com/i-benefici/fitodepurazione
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Valentina Piovesan
25/09/2014 - 21:09
Finché la natura sarà in grado di risanarsi autonomamente...
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Valentina Piovesan
25/09/2014 - 20:55
Mirabile scoperta!
Buona serata! =)
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Denisio
25/09/2014 - 22:30
più tempo
preparo i manifesti "UN PRESIDENTE DALLA PARTE DEL TEMPO"
:-)
notte!
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