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03 gennaio 2025

Treviso

CORTE E GIURATI IN PIAZZA RIZZO

Il pubblico ministero chiede un sopralluogo sui luoghi della tragedia

| Milvana Citter |

| Milvana Citter |

CORTE E GIURATI IN PIAZZA RIZZO

TREVISO – E’ in corso nell’aula d’Assise del tribunale di Treviso, la quinta udienza del processo a carico di Simone Moreira, accusata dell’omicidio della figlioletta Giuliana Favaro affogata nelle acque del Monticano il 2 settembre del 2009. La 23enne brasiliana era assente anche oggi perché, incinta di pochi mesi,  ha preferito non affrontare il viaggio da Varese dove attualmente vive insieme al nuovo compagno. In aula è andato in scena il consueto scontro tra accusa e difesa a colpi di perizie e consulenze. Tre i punti su cui si è concentrata l’accusa: la ricostruzione di percorsi alternativi che la bimba avrebbe potuto percorrere per finire in acqua, l’assenza di lesioni sul corpo di Giuliana non compatibile con la caduta da Piazza Rizzo e la richiesta alla giuria di un sopralluogo.

LA GIURIA SUL LUOGO DELLA TRAGEDIA
Sette sopralluoghi del pubblico ministero, tre del medico legale, consulenze e perizie prodotte non bastano ancora, secondo Antonio Miggiani, per consentire all’accusa di sostenere la propria tesi: “In considerazione della difficoltà dei sopralluoghi e della complessità dell’istruttoria, chiedo alla corte e alla giuria di effettuare un sopralluogo ad Oderzo. Vista la stagione e le giornate brevi, potremmo impiegare parte della prossima udienza, in programma il 14 dicembre, per recarci in Piazza Rizzo”.

LA CHIAMATA AL 113
In apertura di udienza è stata acquisita la perizia disposta dal giudice Gioacchino Termini sulla chiamata al 113 che, come sostenuto dalla difesa, ha rilevato la presenza di due voci nella registrazione: quella di Simone e dell’amica Aline che la 23enne era andata a prendere dopo aver perso la piccola.

I PERCORSI ALTERNATIVI
Secondo l’accusa è impossibile che la bambina sia caduta in acqua passando dal varco di Piazza Rizzo. Allo scopo è stato sentito anche un residente nella strada che quella notte ha contribuito alle ricerche e che ha affermato: “Quando la signora Moreira e la sua amica mi hanno detto che si era persa la bambina dicendo che era passata per il varco, sono corso alla spalletta e con il mio cellulare ho illuminato lo spazio aperto sul quale c’era però una grande ragnatela. Ho pensato che se la bambina fosse passata di là avrebbe rotto la ragnatela e così ho detto anche ad uno dei carabinieri che ha illuminato il varco vedendola”. Il pubblico ministero che solo ieri si è recato per l’ennesimo sopralluogo a Oderzo ha ricostruito in aula, insieme all’ex comandante del nucleo radiomobile dei carabinieri di Conegliano, tenente Paris i risultati dell’indagine integrativa, rilevando la presenza di altri tre varchi che danno accesso diretto all’argine. L’accusa si è soffermata in particolare su quello che si trova alla fine di vicolo Eno Bellis, che si trova a circa 200 metri dalle poste e che potrebbe essere quella strada che Aline, durante un’intercettazione telefonica, definisce “la strada piena di lucette vicino alle Poste”.

L’ASSENZA DI LESIONI
Uno dei punti chiave della tesi accusatoria è l’assenza di lesioni e ferite sul corpo di Giuliana che cadendo dall’argine sul Monticano, secondo i periti, avrebbe dovuto procurarsi. Per sostenere tale tesi, il pm ha prodotto in aula documentazione fotografica e video degli argini del Monticano rilevate pochi giorni dopo la tragedia, mostrando la presenza diffusa di una pianta identificata come “Sorgo” dalle foglie molto taglienti. E proprio un esemplare della pianta è stato esibito in aula per dimostrare che, se Giuliana vi avesse camminato in mezzo, sicuramente avrebbe riportato delle ferite. Altra documentazione video è stata prodotta sulle rapide della chiusa sul torrente Gattolè, luogo nel quale il corpo della piccola avrebbe dovuto necessariamente passare se fosse caduta dal varco in Piazza Rizzo. Un punto in cui le acque si muovono violentemente e nelle quali quindi Giuliana, secondo l’accusa, avrebbe dovuto ferirsi. Su questo il pubblico ministero ha chiesto un’ulteriore consulenza al medico legale Arrigoni e al geom. Perissinotto.

 


| modificato il:

Milvana Citter

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