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25 aprile 2024

Nord-Est

Crisi, perse 85mila aziende artigiane

Cgia: "La disoccupazione continua a crescere"

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Crisi, perse 85mila aziende artigiane

VENEZIA - Con la crisi sono andate perse 85 mila imprese artigiane e commerciali. Lo rileva la Cgia di Mestre facendo riferimento, su dati Infocamere-Movimprese, al periodo gennaio 2008 ad oggi (ultimo dato disponibile al 31 marzo 2013). Se all'inizio della crisi questi i due settori contavano quasi 2.369.000 aziende, 5 anni dopo si sono attestate poco sopra i 2.283.000 unità.

 

Tra gli artigiani, in particolar modo, si è registrata un'ecatombe: tra le 85.500 imprese che non ci sono più, 77.670 (90,9%) erano artigianali. Nell'ultimo trimestre la moria è salita: tra il 31 dicembre 2012 e il 31 marzo scorso ci sono 27.800 imprese in meno.

 

 "I lavoratori autonomi - segnala Giuseppe Bortolussi segretario Cgia di Mestre - una volta chiusa l'attività si trovano per strada. A differenza dei lavoratori dipendenti, gli artigiani e i commercianti non possono usufruire di nessun ammortizzatore sociale. La cassa integrazione - sia essa in deroga, ordinaria o straordinaria - piuttosto che la mobilità sono istituti dati in esclusiva ai lavoratori dipendenti. Per chi possiede una partita Iva, invece, una volta chiusa l'attività si apre da subito l'inferno della disoccupazione".

 

Nonostante i dati della nati-mortalità riferita al totale delle aziende presenti in Italia continua essere positivo (al 31-12-2012 il saldo è stato pari a +18.911), il problema rimane la disoccupazione che, purtroppo, continua a crescere. Ciò vuol dire che a chiudere sono le realtà imprenditoriali strutturate e con dipendenti, mentre ad aprire sono, in buona parte, micro aziende costituite quasi esclusivamente dal titolare. "La contrazione del numero delle piccole attività artigianali/commerciali - conclude Bortolussi - va ricercata anche nella forte contrazione registrata in questi ultimi anni dai consumi delle famiglie. Queste attività imprenditoriali vivono quasi esclusivamente della domanda interna. Se quest'ultima crolla molte attività sono destinate alla chiusura. Per questo auspichiamo che il Governo scongiuri l' aumento dell'Iva previsto per il prossimo mese di luglio. Se non dovesse essere così, le saracinesche che nei prossimi anni resteranno abbassate per sempre continueranno ad aumentare in maniera preoccupante".

 



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