Derivati, Caldart: "Un’operazione valida, una scelta consapevole"
L'opinione dell'assessore che all'epoca caldeggiò l'iniziativa
| Stefania Rotella |
VITTORIO VENETO - “I derivati? E’ stata una semplice rinegoziazione del debito. I nostri derivati nulla hanno a che fare con prodotti finanziari “sporchi”, come spesso si è voluto far credere. Un’operazione di rimodulazione del debito che il Comune già aveva, che ha così permesso di non contrarre altri mutui”. Così definisce i prodotti finanziari di cui si parla da anni sia a livello centrale che dei Comuni, l’ex assessore comunale al bilancio e tributi di Vittorio Veneto Antonella Caldart, che dieci anni fa, all’epoca dell’operazione, caldeggiò l’iniziativa di ricevere da Banca Intesa 6 milioni 273 mila euro e che ora il Comune deve restituire con tanto di interessi per un totale di 10 milioni 508 mila euro entro il 2024. L’ex assessore della giunta Scottà non rinnega quanto fatto.
Operazione derivati: se ne parla da anni: è stata una scelta valida o un errore? La rifarebbe?
Sì, è stata un’operazione valida, una scelta consapevole. L’avrebbe fatta chiunque, anche Comuni più grandi di Vittorio Veneto, di colore politico diverso, l’hanno fatta. Quanto pagheremo di interessi nei prossimi anni sarà sempre inferiore a quanto avremmo pagato se avessimo acceso dei nuovi mutui.
A cosa sono serviti quei soldi? Anche a comperare l’ex Mafil?
Per realizzare le scuole a Forcal e a San Giacomo per esempio e comunque per l’edilizia scolastica. L’ex Mafil non è stata comperata con i derivati. Avendo usato i soldi dei derivati abbiamo avuto due vantaggi: le opere sono state realizzate e non abbiamo contratto altri mutui. Le giunte precedenti avevano acceso molti mutui, in passato si faceva così, poi le cose sono cambiate. La rimodulazione del debito è stato un nuovo modello finanziario, alternativo al classico mutuo.
Il Comune rischia qualcosa?
Non conosco il bilancio attuale. Non credo. In ogni caso non sarebbe colpa dei derivati. Certo d’ora in poi il Comune dovrà pagare gli interessi sui soldi presi. Ma vorrei ricordare che, grazie a quella e ad altre operazioni di razionalizzazione della spesa, non abbiamo acceso mutui nuovi. Quindi il “debito” complessivo del Comune che abbiamo lasciato a questa nuova amministrazione, è di molto inferiore a quello che abbiamo ereditato quando siamo stati eletti.
Da alcuni anni è presidente dell’associazione La Porta onlus che si occupa dei giovani in affido. Ha nostalgia della politica? Si ricandiderebbe?
Per me la politica è sempre stata servizio per la città. Ora sono presidente della onlus che si occupa di bambini e ragazzi in difficoltà e questo impegno mi basta. Inoltre insegno inglese al Ctp di Vittorio Veneto e i miei studenti sono per lo più stranieri, molti immigrati e rifugiati politici. Vivo esperienze nuove che mi hanno arricchita molto: storie difficili, di sofferenza fisica e psicologica, storie di ragazzi diversi, spesso sfruttati,e certamente non riconosciuti nel loro essere persone a cui si riconosce dignità. Penso che in questo momento non ci voglia né buonismo né barriere, ma sia necessario capire a fondo le persone, le loro storie per sollecitare politiche capaci di farsi carico della gestione di questa nuova realtà. Ecco, io nel mio piccolo, cerco di giocare la mia parte in questo mondo che cambia.
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