Emigrati in Finlandia. Irene, da Fregona a Tampere a 30 gradi sotto zero
Asili nido gratis, contributi per studiare la lingua, integrazione e nessun lockdown
FREGONA - La storia della famiglia finlandese che ha abbandonato l’Italia dopo due mesi di “prova”, definendo il sistema scolastico scadente e gli istituti pubblici non all’altezza dei propri bambini è finita in questi giorni su tutti i giornali. La lettera di una 42enne finlandese inviata a Siracusa News è stata ripresa dai principali quotidiani nazionali e dalle agenzie di stampa: davvero, la scuola italiana, fa così schifo? La famiglia finlandese in questione, potendo lavorare in smart working, aveva scelto l’Italia come meta privilegiata: per il clima, per la storia, per la cultura. Ma dopo due mesi di lezioni “in cui si sta solo seduti” e “si grida battendo i pugni sul tavolo” e dopo aver appurato che “il figlio 14enne conosce l’inglese meglio dell’insegnante”, la madre di quattro bambini ha deciso di abbandonare definitivamente il paese. E di andare in Spagna.
Se davvero, per un finlandese, il sistema scolastico e le abitudini italiane sono così tremende, ne abbiamo per ora solo una testimonianza. Ma sappiamo che al contrario, per un italiano, la vita in Finlandia ha molti vantaggi. Soprattutto se ci sono due-quasi-tre bambini in famiglia. A essere emigrata in Finlandia da Fregona è Irene Bissacco, che ora vive a Tampere con il compagno Tai e i due figli Martino e Luis Emiliano. Irene, che ora aspetta il terzogenito, ci racconta come funziona lì la scuola, e la vita, in quel paese del Nord poco conosciuto. “Noi siamo arrivati in Finlandia nel 2018 - ricorda Irene - Martino aveva un anno e mezzo e Luis 15 giorni. Il mio compagno era stato assunto a distanza da un’azienda, la quale ci ha trovato e dato in usufrutto anche la casa. I bambini, un po’ più grandi, hanno poi iniziato l’asilo e a me hanno dato uno stipendio di oltre 900 euro al mese affinché frequentassi un corso di lingua finlandese. Qui lo Stato ti aiuta sempre, specialmente a integrarti”. I bambini di Irene, che ora hanno 4 e 6 anni, frequentano l’asilo. “I nidi e le scuole materne sono gratuiti in Finlandia - riferisce Irene - Noi non paghiamo nulla, nemmeno i buoni pasto. Il più grande, che sta per compiere 6 anni, ad agosto inizierà la pre-scuola, e può decidere se frequentarla all’interno dell’asilo dove va ora insieme al fratellino o nel bosco, in capanne scaldate con il fuoco. La pre-scuola inizia alle 9 e finisce alle 13, poi si può scegliere, con piccoli contributi o gratuitamente a seconda delle strutture, se iscrivere il bambino ad attività extra-scolatiche, come musica o sport”.
“L’asilo dove vanno i miei figli - continua la mamma - propone la colazione e merende a buffet, dove i bimbi si servono da soli. Per pranzo c’è un piatto unico, come è usanza in Finlandia. I bambini passano molto tempo all’aperto, anche quando le temperature sono di 20 gradi sotto lo zero o ci sono tempeste di neve, come oggi”. “Qui le scuole dei più piccoli garantisco inoltre un servizio tutto l’anno e anche durante le vacanze di Natale ci sono strutture aperte. Alcuni asili aprono alle 5 del mattino e chiudono alle 23, per quei genitori che lavorano a turni. Poi in questi anni, anche quando in Italia ci sono stati i vari lockdown, qui le scuole non hanno mai chiuso”. "Per quando riguarda il congedo parentale, in Finlandia è obbligatorio sia per la mamma che per il papà, ed entrambi hanno diritto ad almeno sei mesi di congedo, che può essere anche scaglionato nel tempo”. Per Irene, il sistema scolastico finlandese è ottimo, oltre che le agevolazioni fiscali per le famiglie. “Qui è impossibile vivere in povertà, lo Stato ti aiuta sempre, qualunque sia la tua condizione”. Quindi, non tornerai in Italia? “Per ora no - sorride Irene -. Non mi conviene!”
In foto: Irene, Tai e i bambini