FONDO ANTICRISI: “PRIMA A CHI NE HA BISOGNO”
I consiglieri provinciali De Marco e Mestriner chiedono di rifinanziarlo per aiutare chi perde il lavoro senza discriminazioni
| Laura Tuveri |
Treviso - “Rifinanziamo il fondo anticrisi senza discriminazioni razzistiche”. Lo chiedono i consiglieri provinciali Luca De Marco (Sinistra Ecologia e Libertà) e Stefano Mestriner (Federazione della Sinistra) che lamentano la mancanza di rispetto istituzionale in quanto il presidente Muraro ha voluto fornire prima alla stampa prima che alla commissione provinciale il bilancio del banco anticrisi che è stato interamente distribuito.
I due consiglieri ricordano che nel bilancio di previsione per il 2009 la Giunta non aveva previsto alcun provvedimento anticrisi. “Come gruppi della sinistra chiediamo vengano destinate risorse e presentiamo emendamenti al bilancio per reperirle. I gruppi della maggioranza reagirono proponendo un emendamento al bilancio, che venne accolto dalla giunta e che destinò 500.000 euro. Questo accade il 22 dicembre del 2008.
La Giunta impiega alcuni mesi, il presidente Muraro si consulta con il vescovo, per decidere come impiegarli”. Il bando, predisposto dal gabinetto del presidente Muraro e non dall’Assessorato al Lavoro, viene emanato solo ai primi di aprile. De Marco e Mestriner denunciarono da subito che il bando era “fatto male, scopiazzato da quello della Provincia di Milano e con una serie di restrizioni che rendono difficile accedere al contributo.
In più il presidente Muraro afferma, con scarso senso del ridicolo, che il bando serve a vedere se davvero c’è la crisi”. Gli esponenti della sinistra si attivarono per una revisione del bando per estenderne i requisiti e per migliorare la diffusione dell’informazione sull’esistenza del bando stesso (il bando è infatti inviato ai parroci ma non ai patronati sindacali).
Già dopo un mese appare chiaro che il bando non va: le richieste arrivate sono solo una dozzina. Ma la Giunta attende la fine di maggio per constatare come quel bando non serve a niente: quasi nessuno rientra in quelle maglie così strette per poter chiedere il contributo. A fine giugno arriva il bando con i requisiti modificati e allargati.
“Rispetto alla formulazione originaria del bando, che ha comportato un sostanziale fiasco dell’iniziativa, si tratta di un radicale allargamento dei requisiti per accedere ai contributi. Prima, dal bando erano infatti esclusi i disoccupati che avevano perso il lavoro dopo il 1 ottobre 2008 e non avevano fatta domanda di disoccupazione.
Erano inoltre esclusi i single, e venivano dati contributi solo a fronte di spese per mutuo prima casa, o per assistenza agli anziani o per spese per i figli. Dopo la revisione invece possono fare domanda anche coloro che hanno perso il lavoro dopo il 30 giugno 2008, anche se hanno richiesto l’indennità di disoccupazione. Sono inclusi anche i single, e si può ricevere un contributo una tantum di 1.000 euro anche senza avere a carico le spese per mutuo, figli o anziani.
Viene inoltre leggermente elevata a soglia massima dell’Isee necessaria per poter essere ammessi ai finanziamenti del bando. L’esclusione che invece resta confermata anche nella nuova versione è quella nei confronti di chi non ha la cittadinanza italiana e di chi non risiede in provincia di Treviso da almeno 5 anni.
“Si tratta di una discriminazione nei confronti dei lavoratori stranieri che contribuiscono al benessere e all’economia della nostra provincia, che pagano le tasse agli enti locali così come alle casse dello stato, che versano i contributi per pagare le pensioni agli ex-lavoratori italiani. Che sono colpiti dalla crisi non meno, anzi forse in misura maggiore, dei lavoratori italiani e trevigiani, ma che, secondo il presidente Muraro, se hanno perso il lavoro è bene che si arrangino” affermano i due consiglieri.
“Compiacersi oggi del fatto che cittadini italiani nati all’estero abbiano potuto beneficiare del fondo e portare questo dato a dimostrazione del fatto che il bando non è razzista, come afferma il presidente Muraro, è un esercizio sofistico e ingannevole. Il bando non è patentemente razzista perché non può esistere un bando pubblico, nella Repubblica Italiana, nel quale si dica sono escluse dal bando le persone di colore, o di pelle più scura, o di religione non cattolica, anche se cittadini italiani? Per fortuna in Italia vige ancora la Costituzione.
Certamente non era possibile neanche per la superleghista Provincia di Treviso negare ad un cittadino italiano un suo diritto solo perché nato in uno stato estero. Che poi Muraro se ne vergogni e voglia apparire un amministratore democratico e aperto, non può che farci piacere. Ma allora sia coerente e rimuova il requisito della cittadinanza italiana per aiutare chi ha perso il lavoro. Al motto leghista a sfondo etnico “Prima i Veneti”, andrebbe contrapposto un motto di buon senso “Prima chi ha bisogno" senza badare al colore della pelle”.
De Marco e Mestriner hanno anche chiesto di cominci a ragionare sulle priorità nella distribuzione delle risorse pubbliche e sulla equità del prelievo fiscale e di reintegrare il fondo anticrisi, ma il Presidente Muraro non ha preso impegni riguardo al rifinanziamento del fondo visto che la Giunta sta esaminando la possibilità di intervenire in altro modo sul fronte della crisi, e l’assessorato al Bilancio è in attesa dei dati di maggio sull’andamento delle entrate per verificare le disponibilità finanziarie.