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12 dicembre 2024

Treviso

GENTILINI: «CHE BOSSI SI DIMETTA». E BOSSI SI È DIMESSO

Gentilini, Muraro, Covre, Granello e Vettori sulle dimissioni del Senatur

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

GENTILINI: «CHE BOSSI SI DIMETTA». E BOSSI SI È DIMESSO

TREVISO - "Finché non c'é la prova provata non dò retta alle illazioni, ma se le accuse trovassero conferma chi è a capo della Lega, cioé Umberto Bossi, si deve dimettere".

E' il pensiero di Giancarlo Gentilini, vice sindaco di Treviso, in merito alla bufera che sta coinvolgendo ila Lega Nord. "Il capo - ha sentenziato oggi Gentilini al telefono con l'ANSA - deve rispondere anche per le malefatte dei suoi sottoposti. E poi nel codice c'é anche un reato specifico, la 'culpa in vigilando'. Chi ha sbagliato, se le accuse fossero confermate, deve dimettersi, non c'é altra strada".

E, le accuse, in effetti si sono confermate. Tra i documenti sequestrati ieri a Roma nella cassaforte del tesoriere della Lega Francesco Belsito vi è un carnet di assegni che reca la scritta "Umberto Bossi". Il carnet, che è relativo al conto corrente della banca sul quale vengono versati i contributi per il Carroccio, é stato esaminato dai pm di Napoli e di Milano.

E, a  quanto si è appreso, il carnet è stato rilasciato dalla sede genovese della banca Aletti dove sono versati i contributi elettorali della Lega. Gli inquirenti ritengono che dal conto, gestito dal tesoriere finito sotto inchiesta, provengano le somme destinate a spese personali di familiari di Bossi. Nella cassaforte sono state inoltre trovate ricevute che documenterebbero spese affrontate per le esigenze di vario genere di familiari del leader del Carroccio.

Le accuse hanno trovato conferma. E Bossi ha seguito il consiglio di Gentilini. E si è dimesso. Una scelta irrevocabile, quella del leader della Lega. Che lascia il suo posto al triumvirato Maroni - Calderoli -Giorgetti.

E, chi aveva difendeva Bossi dalle recenti accuse, ora lo loda. Per Leonardo Muraro, presidente della Provincia di Treviso "Il gesto di Umberto Bossi conferma che è un grande segretario, perché ha capito il momento. Ha la mia massima stima".  E non crede alle accuse. "Bossi è un uomo che ama la Lega, che l'ha creata e che ha capito - commenta Muraro - che è il momento di tirarsi, mi auguro momentaneamente, indietro. Se sarà dimostrato che le accuse sono una bufala potrà tornare alla guida del partito".

Diversa la posizione di Gentilini, che ha le idee chiare: "Bisogna rifondare la Lega e, anzi, per noi veneti sarebbe meglio ritornare alla Liga Veneta delle origini. I lombardi, se questi si dimostreranno essere stati i risultati, facciano quello che credono".

Invece per Giuseppe Covre, l'ex sindaco leghista di Oderzo, "tre 'lumbard'" non sarebbero andati bene per sostituire Bossi e, sebbene il triumvirato scelto sia già più accetabile, lui farebbe "un 'lumbard, un 'piemontes' e un veneto". Covre, che da tempo dal Veneto si batte per il cambiamento all'interno della Lega, rende l'onore delle armi a Umberto Bossi. "Io che sono un cristiano praticante, cattolico, dico: onore al comandante e lunga vita, anche perché merita il riposo del 'guerriero' e rispetto per tutto l'impegno, il lavoro, la vita che ha dedicato al movimento".

"Ciò detto - ha aggiunto - un grande rispettoso saluto, questa può essere la primavera della Lega, per una nuova ripartenza, doverosa e necessaria". "Non conosco le carte, in via Bellerio sono 18 anni che non metto piede - ha detto ancora Covre, già parlamentare della Lega Nord, in merito alle vicende giudiziarie che si sono strette attorno al leader lombardo - dico quel che dicono i militanti, si sono persi per strada i valori fondativi, la nostra missione fondativa basata su quattro valori: onestà, servizio, trasparenza e libertà. E aggiungerei anche la diversità rispetto agli altri: non a parole, ma nei fatti, perché di chiacchiere non ne possiamo più".

Quanto al cosiddetto 'cerchio magico', contro cui diverse volte ha tuonato, 'Bepi' Covre ha rilevato che "sono quelle persone che hanno utilizzato la debilitazione fisica del segretario per fare carriera e qualcuno per fare anche gli affari propri: queste persone dei sacri principi fondativi se se sono fatte un baffo, abbiano la dignità di togliersi dalle scatole quanto prima, prima che la militanza prenda i forconi". Quanto ai "tesorieri dei partiti, non se ne salva uno: cambiamogli nome, a noi serve un amministratore onesto e serio che presenti i bilanci, che devono essere certificati da revisori dei conti e pubblicati su tutti i quotidiani nazionali".

Sulle improvvise dimissioni del leader del Carrioccio, si è espresso anche il neoeletto segretario della Lega provinciale di Treviso, Giorgio Granello, secondo cui la scelta di Bossi è stata "un atto di amore". Per Granello, Bossi “si fa da parte per consentire di fare chiarezza e mettere nelle condizioni tutti di comprendere chi ha sbagliato".  Granello di è detto "molto frastornato" per quanto accaduto negli ultimi giorni, a partire da domenica scorsa quando è stato eletto alla guida politica della Lega di Treviso con un minimo scarto (425 voti a 368) rispetto al contendente "bossiano" Dimitri Coin. "Certo - ha rilevato concludendo - se avessimo votato domenica prossima anzichè il 1 aprile, alla luce di quanto sta succedendo, per me sarebbe stato tutto più facile".

Sulla decisione del senatur si è espresso anche il sindaco di una delle roccaforti leghiste del Veneto, Gorgo al Monticano, 80% di voti al Carroccio alle regionali del 2010. "E' una cosa che ci aspettavamo da tanto tempo ormai - commenta il sindaco, Firmino Vettori - Dispiace, perché Bossi resta nel nostro cuore, ma ha fatto la cosa più intelligente visto quanto sta succedendo". Prima che arrivasse l'ufficialità, Vettori aveva già ricevuto messaggi ed sms di militanti preoccupati dalle notizie che giravano sul segretario. "Come al solito in Italia - prosegue Vettori - paga sempre l'allenatore, ma forse c'é anche qualche giocatore che dovrebbe andarsene".

"Qualcuno lo ha tradito - prosegue il sindaco di Gorgo - E' facile dire che la colpa è del generale, ma quanti dei colonnelli intorno gli hanno detto come stavano veramente le cose, e del malumore che agitava la base?". "La voglia di cambiare nel movimento - conclude - c'era già prima. Bossi resta dentro di noi, però qualche volta bisogna avere il coraggio di girar pagina. Anche noi della Lega abbiamo sbagliato, e bisognerebbe dirlo".

Amarezza dunque, da parte dei fedelissimi. Ma nessuna sorpresa.

 


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