"SOSTENETECI IN QUESTA FASE DI CRISI"
E' l'appello che giunge dagli industriali di Treviso e Venezia agli istituti di credito del territorio
Mogliano – Unindustria Treviso Confindustria Venezia si appellano alle banche affinché sostengano le imprese e chiedono sostegno per superare questa fase di profonda criticità anche per le aziende del ricco Nordest. I vertici delle due associazioni riunite ieri a villa Braida di Mogliano fanno notare che se la Bce taglia il costo del denaro, le banche “anestetizzano” questo alleggerimento aumentando gli spread, ovvero i margini del proprio guadagno.
Ieri gli industriali trevigiani e veneziani hanno incontrato gli istituti di credito del territorio per cercare di affrontare l’emergenza-credito. Altre le ricette proposte: rendere più flessibili i piani di rientro del debito e di promuovere finanziamenti-ponte per permettere alle aziende di superare la congiuntura in attesa della ripresa. E nel pomeriggio, a Treviso, Vardanega e Favrin, hanno incontrato anche i responsabili delle banche di credito cooperativo del territorio.
Si è trattato – viene definito da una nota – di “Un confronto ampio e franco” ma importante e “pesante” per la portata e l’urgenza delle richieste. “Siamo chiamati a realizzare uno sforzo straordinario per concordare interventi a sostegno del sistema produttivo - spiega Alessandro Vardanega - ci sono stati diversi elementi di criticità: recessione nei principali mercati, effetti della stretta creditizia, diseconomie del sistema Paese. Una situazione che rischia di essere critica soprattutto per le piccole e piccolissime imprese.
Proprio il credito assume una rilevanza centrale in questa fase per far fronte alle riduzioni di liquidità nelle imprese - problema rilevato nelle indagini realizzate nelle due province - e sostenere anche i progetti di ricapitalizzazione, innovazione e investimento, indispensabili a garantire competitività al sistema produttivo”. Il numero uno degli industriali trevigiani riferisce un dato “inquietante” per le aziende: “L’Euribor - è sceso dal 5,40% al 4,80% in pochi mesi, ma contemporaneamente gli spread sono cresciuti dallo 0,80% all’1,50%.
I rincari delle banche vanificano l’abbassamento del costo del denaro”. Secondo i due industriali, anche le banche devono riconoscere che il territorio e il suo sistema d’imprese sono sani: “le aziende devono solo avere tempo e modo di riallinearsi su un mercato diverso. Ma anche le banche devono assumersi il rischio d’impresa come già fanno gli imprenditori”.