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12 dicembre 2024

Vittorio Veneto

HA UN NOME BELLO COME UN NOME D'ARTE

L’attrice vittoriese Antea Magaldi parla dei suoi primi passi. Sul palcoscenico

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

HA UN NOME BELLO COME UN NOME D'ARTE

VITTORIO VENETO - “Se non mi immedesimassi in altri personaggi, se non sentissi le loro emozioni, il loro dolore, la loro gioia, penso che la mia vita sarebbe monotona”. È Antea Magaldi a parlare. Un nome reale, bello come un nome d’arte.

Antea è nata 22 anni fa a Vittorio Veneto. E a Vittorio Veneto venerdì scorso, nei panni di Beatrice Cenci, ha catturato e emozionato la platea del teatro Da Ponte, insieme all’attore Carlo Simoni (in foto). Occhi scuri, penetranti, capelli lunghi, lisci, color cioccolato, volto espressivo, sguardo intelligente, Antea sembra nata per fare l’attrice. Ma… quando l’ha scoperto?

“L’ho capito a 11 anni”, racconta Antea “Mia nonna mi mostrò una fotografia di James Dean, e io rimasi folgorata. Cominciai ad appassionarmi a lui. A lui come attore, ai suoi film (La valle dell’Eden è il mio preferito) e all’età di 14 anni cominciai a frequentare la scuola di Teatro di Ugo Pagliai a Treviso”. Era appena una teenager Antea, quando cominciò a studiare recitazione. Frequentò il liceo classico a Vittorio Veneto e, fino al diploma, prese parte ai laboratori teatrali di Luisa Baldi. Tre giorni dopo la maturità, l’aspettava l’esame di ammissione all’Accademia teatrale di Roma.

“C’erano 700 richieste, e 28 posti disponibili. Io ero reduce dall’esame di stato, e dal contemporaneo studio in vista dell’ammissione. Ero agitatissima. Volevo frequentare l’accademia più di ogni altra cosa. Dopo aver fatto il provino, mi salì anche la febbre. Non ho ricordi in cui sono stata più agitata di quel giorno. Ma, alla fine, io fui una di quei 28”. Antea, dopo tre anni passati a Roma, recitando, studiando, imparando, crescendo, ha preso il diploma. Ed è entrata nel mondo del teatro, e del cinema.

Un film in cui lei è protagonista uscirà a primavera.”Si intitola La nostra stagione - spiega -. Interpreto me stessa. Nel film, sono Antea, una ragazza veneta che va a Roma a studiare teatro. Tutto qui. O quasi. Per ora, mi sto concentrando più sul teatro che sul cinema. A Roma, a differenza di qui, c’è proprio il culto del teatro. Due le tipologie di persone che frequentano le rappresentazioni: la borghesia che ci va perché “fa bello” e gli appassionati. Io vorrei che il teatro fosse per tutti, per il popolo. Credo che sia una forma d’arte da promuovere, perché può dare tantissimo. A teatro, c’è comunque un contatto tra attori e pubblico. Contatto che, nel cinema, è solo unilaterale”.

Unilaterale non è comunque la scelta che Antea, giovanissima, ha fatto. La scelta di mettersi seriamente in gioco: in una forma di comunicazione tra le più antiche, variegate e ricche che ci siano. E noi le auguriamo tutta la ricchezza che può dare il teatro, oltre il successo.

Stefania De Bastiani

 

 


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