L'arcivescovo cattolico dell'Armenia: "Ho consegnato al Papa un dossier sul genocidio"
di Enzo Bonaiuto
"Ho consegnato a Papa Francesco un libro, un dossier di oltre 1.120 pagine sul genocidio degli armeni. Lui lo ha ricevuto commosso e mi ha detto che la preghiera e la solidarietà umana sono la sua forza". E' quanto riferisce all'AdnKronos monsignor Raphael Minassian, arcivescovo cattolico di Armenia, Georgia e Russia a Erevan, sede dell’ordinariato per gli armeni cattolici, la cui autorità apostolica si estende praticamente all'intera Europa orientale.
"Dopo l'udienza generale in piazza San Pietro, ho consegnato al Santo Padre una documentazione bibliografica sul genocidio armeno, con fonti storiche ed ecclesiali raccolte in tutto il mondo in questi anni, di tutte le lingue, le culture, le fedi religiose - racconta l'alto prelato - Comprende pubblicazioni, conferenze, tesi, testimonianze, armene e turche, italiane e francesi, russe e inglesi: è una sorta di enciclopedia sul genocidio armeno. Lo abbiamo consegnato a Papa Francesco anche come atto di gratitudine per ciò che ha fatto e ha detto in proposito".
Monsignor Minassian commenta così le dure reazioni turche alle affermazioni del Papa: "Lui si è sacrificato per la giustizia, per la verità, per i diritti umani e soprattutto per le vittime innocenti. Ha sempre parlato di umanesimo, di riconciliazione, di dialogo interreligioso e interculturale: che venga criticato e addirittura accusato o minacciato è un vero e proprio atto di ingratitudine, oltre che una menzogna, da parte delle massime autorità della Turchia e di un certo mondo politico".
"Noi siamo davvero grati al Papa, perché per cento anni gli armeni hanno sempre chiesto giustizia e diritto, ma il mondo politico li ascoltava con un orecchio 'sordo' - lamenta la guida spirituale dei cattolici, che in Armenia, cristiana al 99%, rappresentano circa il 22% - Ora speriamo che dopo le parole di Francesco si mobiliti la stessa Unione Europea. E l'Italia deve essere al fianco del Papa, per il bene dell'umanità".
Papa che, ricorda monsignor Minassian, "esorta sempre all'unità, alla solidarietà, a un nuovo umanesimo: è davvero un atto di ingiustizia non riconoscerlo, avendo persino chiesto perdono per le stragi commesse dai cristiani lungo la Storia e per tutti gli errori commessi in passato anche dalla Chiesa cattolica. Come si può parlare di una posizione contro i turchi o addirittura contro i musulmani?".
E poi, si chiede l'arcivescovo di Erevan: "Come fa Erdogan a negare il genocidio, come se non fosse stato mai commesso nulla dai turchi contro gli armeni? L'accusa riguarda il sultano di allora, non certo l'attuale Stato della Turchia, come quando si parla del genocidio degli ebrei ci si riferisce a Hitler e al nazismo, certo non si lancia un'accusa alla Germania di oggi... E' un fatto storico, come si può negarlo? La politica, la diplomazia, possono fare tante cose, agire in tanti modi: ma la Storia è molto più severa e dice quello che è veramente successo, testimonia i fatti realmente accaduti".
Davanti alle reazioni di Ankara, "dovremmo forse dire di no, negare la verità storica, soltanto perchè la Turchia protesta e minaccia? - si chiede l'arcivescovo di Armenia - Non si può fare. Il Papa lo ha detto chiaramente: la Chiesa deve parlare con chiarezza e in libertà, così come gli apostoli nel Vangelo dicono che testimonieranno ciò che hanno visto e che hanno sentito, da parte di Gesù Cristo. Non si può fare diversamente e anche altri pontefici prima di Francesco hanno parlato di genocidio armeno: da Benedetto XV fino a Giovanni Paolo II".
Tiene a sottolineare monsignor Minassian: "Noi siamo grati a Papa Francesco per il suo coraggio, per il suo senso di giustizia: oggi è per noi armeni, domani sarà sicuramente per altri. Noi siamo pronti a qualsiasi sacrificio per stare al fianco del Santo Padre. C'è tanta amarezza per queste polemiche che hanno colpito il Papa: se da un lato siamo soddisfatti che dopo un secolo si alza forte una voce che grida a tutto il mondo la verità, dall'altro siamo dispiaciuti che sia bersaglio di polemiche che non hanno fondamento, né storico né religioso".
Osserva l'arcivescovo cattolico armeno: "Tutti possono sbagliare, gli Stati o i singoli regnanti: ma per correggere gli errori del passato ed evitare che si ripetano in futuro bisogna prima riconoscerli e chiamarli con il loro nome. E quello commesso contro gli armeni fu un genocidio, lo dice la Storia. Come oggi si parla dei massacri dell'Isis contro i cristiani e non solo, in diverse zone del Medio Oriente".