L'Ardita è rinata
Eseguito il restaura dell'Ardita grazie all'intervento di Emanuela Ruggio e colleghi
VITTORIO VENETO - “E’ notte: ora parlano più forte tutte le fontane zampillanti. E anche l’anima mia è una zampillante fontana. E’ notte: solo ora si destano tutti i canti degli amanti. E anche l’anima mia è il canto di un amante” (Friedrich Nietzsche). Dopo l’ultimo intervento finanziato dai LIONS a metà anni ’90 ci sono voluti due decenni di allarmate segnalazioni, proteste, articoli sui giornali, suppliche personali, una petizione che in due settimane raccolse mille firme. Con disdoro per la città ci arrivò perfino una multa comminata dalla Soprintendenza perché, su un monumento di tale preziosità e che già perdeva brandelli lapidei come fossero di carne viva, si pensò di effettuarvi una pulizia ordinaria con un idrogetto ad alta pressione; come par lavàr ‘e rode del tratòr smaltà de fango.
La stessa Soprintendenza nel 2017, al limite della sopportazione per tanta negligenza, scrisse con fermezza allo svogliato Comune: “Si invita codesta Amministrazione a provvedere con la dovuta sollecitudine a trasmettere a questa Soprintendenza un progetto di manutenzione e restauro in grado di garantire gli obblighi restaurativi stabiliti a norma di legge”. Parole impietose ma giustificate: non si sputa nella fontana dove si beve, dice il proverbio. La fontana dona a tutti, senza condizioni, un bene vitale. E’ simbolo di vita.
Ora, nel mese in cui si celebra la festa di San Michele (Arcangelo riconosciuto da Cristianesimo, Ebraismo, Islam), Principe delle milizie celesti che vinse gli angeli ribelli cui è dedicata la vicina chiesa di Salsa, si spera che con gioioso appagamento si possa di nuovo godere delle chiare fresche e dolci acque che zampillano ai piedi della nostra Ardita degli Arditi, rinata dalle sue macerie bella come una Venere botticelliana. Dopo tanti anni di mestizia, in cui lei chiedeva incredula: “ma perché mi avete abbandonata, è questa la vostra gratitudine?” ci guarda ora serena, i capelli smossi dal Levante, lo sguardo velato di sogno, le labbra socchiuse appena segnate da un sorriso che promette indulgenza. Statua e fontana, ridotte allo sfascio dalla incuria che ne ha amplificato i danni sono state risanate grazie al restauro magistrale di Emanuela Ruggio e Colleghi che hanno operato su di essa con affetto e ferma mano da chirurgo plastico, incuranti delle temperature infuocate di questa torrida estate. (Segue)