Mogliano si spende per le donne, contro ogni forma di violenza
Negli 87 giorni di lockdown i femminicidi sono triplicati e il comune intende sensibilizzare la città sul tema
| Manuel Trevisan |
MOGLIANO – La fontana di Piazza dei Caduti si illumina di rosso e accanto al municipio è comparso uno striscione per ricordare il 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza alle donne. Così la città di Mogliano Veneto ha deciso di sensibilizzare la comunità su un tema tristemente attuale e lo fa con maggiore impegno dato che il lockdown ha visto aumentare gli episodi di violenza tra le mura domestiche.
L’assessore alle Politiche Sociali Giuliana Tochet spiega, come si legge nel sito del comune, che: “Il fenomeno della violenza perpetrata ai danni delle donne è stato aggravato dalle misure di distanziamento sociale e di isolamento all'interno della propria abitazione, imposte dalla diffusione della pandemia da Covid-19.
Nonostante appelli, campagne di sensibilizzazione e di informazione a livello nazionale gli episodi di violenza tra le mura di casa si moltiplicano. Negli 87 giorni di lockdown per l’emergenza coronavirus, dal 9 marzo al 3 giugno 2020 sono avvenuti 58 omicidi in ambito familiare-affettivo: di questi, 44 vittime sono donne. Come dire che, durante il lockdown, ogni due giorni una donna è stata uccisa in famiglia.
Non solo, dal Dossier Viminale del 15 agosto scorso, nei 279 giorni “normali” (cioè non di lockdown) gli omicidi di donne in ambito familiare-affettivo sono stati 60 (su un totale di 104 omicidi familiari-affettivi), cioè mediamente su base annua uno ogni sei giorni. Il lockdown, quindi, ha triplicato gli omicidi di donne.
Ecco perché – conclude l’Assessore - per noi è importante promuovere la sensibilizzazione e il sostegno della comunità, al fine di aiutare le donne a sentirsi meno sole, a spingerle a chiedere aiuto e a denunciare i maltrattamenti subiti, credendo fermamente che anche nel nostro territorio si possa dare un segnale forte a sostegno delle donne vittime di queste odiose forme di violenza”.
Manuel Trevisan