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18 dicembre 2024

Treviso

Niente figli: troppo lavoro sulle spalle delle donne. Nella Marca 583 bambini in meno del 2019

Il fenomeno della denatalità è dovuto principalmente al lavoro di cura a favore della famiglia che grava sulle spalle delle donne

| Roberto Grigoletto |

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| Roberto Grigoletto |

Donna che lavora

TREVISO - Culle vuote a Treviso, lo scrivevamo ieri: sono 583 bambini in meno dallo scorso anno. Ma calano un po’ dappertutto nella Marca: di 170 a Castelfranco, di 221 a Montebelluna, di 290 a Oderzo, di 159 a Conegliano e di 59 a Vittorio Veneto. Dati che non possono non incrociarsi a quelli delle donne-mamme che, in tutta Italia, non hanno mai lavorato per occuparsi dei figli: l’undici per cento a fronte di poco più del tre e mezzo dell’Unione europea. A determinare un segno meno che sicuramente colpisce, ha inciso negli ultimi nove mesi la pandemia: tante le donne che hanno dovuto abbandonare l’impiego di lavoro. Mentre a quelle che invece l’hanno mantenuto non è certo venuta la voglia di fare figli. Da tempo la Cgil provinciale di Treviso, e ben prima dell’epoca Covid, ha lanciato l’allarme ma pure l’appello a fare qualcosa per tutelare la donna che lavora.

Sara Pasqualin è la segretaria organizzativa del sindacato, con delega alle Pari opportunità: “E’ un problema che il nostro territorio vive più di quanto si creda. Un numero in aumento di donne costrette a rinunciare al posto di lavoro per accudire ai figli, alla famiglia e magari agli anziani genitori”. Le conseguenze sono facilmente immaginabili: interruzione dei contributi ai fini pensionistici e difficile l’eventuale ricollocazione professionale. “Nemmeno lo smart working aiuta se non si mettono le donne nelle condizioni di poter gestire e lavoro e famiglia”. Ma per questo servirebbe quella sostenibilità economica sulla quale  possono contare, per fare un esempio, le famiglie nel nord Europa, dagli assegni familiari e alle agevolazioni: “Non si permette che la donna si sganci completamente dal percorso lavorativo. Qui da noi si prediligono viceversa le lettere di dimissioni”.

Valeria Zagolin, presidente della Commissione Pari opportunità del Comune di Treviso, non si stupisce. È una battaglia che combatte da tempo: “Conosciamo, purtroppo questi numeri, a livello nazionale Il tasso di occupazione femminile 15-64 anni si attesta al 48,4%, contro il 66,6% di quello maschile, collocandoci al penultimo posto della graduatoria europea, appena sopra la Grecia. Il lavoro part time riguarda il 73,2% le donne ed è involontario nel 60,4% dei casi”. Per Zagolin, il lavoro di cura rispetto ai figli, alle persone anziane e a quelle con grave disabilità ricade sulle spalle delle donne ed è assolutamente sproporzionato fra i generi. “Secondo la Rete urbana delle Rappresentanze (RuR) sulla base di una ricerca Eurostat il numero di donne italiane con responsabilità di cura dei figli è di pochi punti inferiore rispetto alla media europea (29,2% rispetto a 31,4 Ue), ma la percentuale di rinuncia femminile al lavoro per prendersi cura dei figli è nettamente più alta (11,1% rispetto a 3,7, che in Germania diventa 1,3 e in Danimarca 0,9”.La mancanza di servizi - chiude - si fa sentire in modo particolare nelle regioni del sud.

 


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Roberto Grigoletto

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