CARTELLO FANTASMA: RITARDI NEI SOCCORSI
A farne le spese un uomo colto da un principio di crisi epilettica, che ora protesta e vuole mettano il cartello
Castelfranco - Un principio di crisi epilettica in corso e la guardia medica che si muove all’istante. Ma dopo quasi mezz’ora non è ancora arrivata. E l’ospedale dista solo qualche centinaio di metri dalla casa da cui è arrivata la segnalazione. Perché? La colpa è di un cartello. Di un cartello che manca. Che non c’è. Che non è mai stato messo, o forse è stato tolto. Non si sa. Fatto sta che ora non c’è e l’abitazione del signor Nicola Monacella, al civico numero 28 di via Cimarosa, la guardia medica non è riuscita a trovarla.
Almeno per qualche decina di minuti. Fondamentali quando si è colti da malore. Lo è riuscito a fare solo dopo che il figlio di Monacella, lunedì intorno alle 15, quando è arrivata la crisi, si è spinto alcune centinaia di metri fuori di casa per mettersi in mezzo alla strada e bloccare l’auto della guardia medica che girava a vuoto. Ma che cosa c’è alla base della vicenda? L’abitazione di Manacella si trova in una traversa di via Cimarosa, la strada dove c’è il parcheggio della stazione ferroviaria e che collega viale Brigata Cesare Battisti con via Verdi.
Lungo via Cimarosa si incontrano diverse traverse, ognuna delle quali contrassegnate da un nome diverso, ben segnalato da un cartello. Cartelli con scritto via Perosi, via Ponchielli, via Donizzetti… Una sola di queste traverse non ha alcun cartello, ed è appunto quella dove si trova l’abitazione di Monacella. Che è sempre via Cimarosa, ma proprio perché una traversa della stessa via Cimarosa, a chi non sa risulta molto difficilmente comprensibile trovare l’indirizzo. Prova ne è quanto accaduto lunedì pomeriggio.
“Ho avuto un principio di crisi epilettica – racconta lo stesso Nicola Monacella, insieme alla moglie Antonietta Leone -. Soffro di questi attacchi da quando ho avuto un incidente che mi ha procurato un trauma cranico. Abbiamo chiamato la guardia medica, si sono mossi subito, ma quando abbiamo visto che non arrivavano, abbiamo richiamato l’ospedale. Ci hanno detto che l’auto stava girando a vuoto. Che non riuscivano a capire dove si trovava casa nostra. Noi ripetevamo l’indirizzo, finché ci hanno dato il numero del medico in auto. Abbiamo tentato di spiegare. Ma nulla. Alla fine mio figlio si è spinto nel bel mezzo di via Cimarosa, con addosso un maglione rosso, come avevamo sottolineato al telefono, e allora sono riusciti ad arrivare”.
Fortunatamente in tempo. La famiglia Monacella abita a Castelfranco da poco più di un mese. Ieri il signor Nicola si è recato in municipio. La sua richiesta è semplice: “Voglio un cartello che indichi che si tratta di una traversa di via Cimarosa, e che ci siano i numeri civici. Altrimenti diano un altro nome alla strada dove si trova casa mia”. È stato rimpallato da un ufficio all’altro, ma nessuno gli ha dato una risposta. “Fanno lo scarica barile – conclude -. Eppure si tratta di una cosa talmente banale”. Minaccia di sporgere querela ai carabinieri se non si prenderanno immediati provvedimenti. MC