"Non siamo operatori di serie B", protestano i lavoratori della Nostra Famiglia
Sit in davanti alla sede di Treviso contro la decisione dell'azienda di differenziare i contratti
| Isabella Loschi |
TREVISO - Le lavoratrici dell’associazione La Nostra Famiglia alzano di nuovo la voce per chiedere ai vertici aziendali l'applicazione del contratto previsto per il comparto della sanità privata per tutti i lavoratori ed avere il giusto riconoscimento dopo oltre 14 anni di mancati rinnovi.
“Non siamo lavoratori di serie B” hanno ribadito oggi i dipendenti in un sit-in di protesta davanti alla sede di via Ellero, a Treviso. “E’ inaccettabile la decisione dell’ente che con un atto unilaterale ha deciso di far uscire le lavoratrici dal contratto della sanità privata”, ha detto Marta Casarin segretaria generale Fp Cgil Treviso.
“Noi non vogliamo essere declassati, non siamo operatori di serie B - ribadisce Irene Benetton, terapista occupazionale a la Nostra Famiglia di Treviso - . Non è possibile che il nostro datore di lavoro ci proponga come unica soluzione ai suoi problemi finanziari quello di dividere i lavoratori in due classi: una di sanità privata che opera nelle strutture ospedaliere Irccs, e una di riabilitazione divisa nelle altre strutture. Noi siamo tutti operatori della stessa associazione e chiediamo di avere una adeguata retribuzione”.
L’associazione La Nostra Famiglia occupa complessivamente oltre 500 dipendenti in Veneto, per la grande maggioranza proprio in provincia di Treviso dove concentra l’attività di assistenza alla disabilità fornendo un importante servizio a bambini e ragazzi e alle loro famiglie, grazie alla professionalità e all’impegno e alla passione di tutte le lavoratrici e i lavoratori, nel capoluogo, a Conegliano, a Pieve di Soligo, a Mareno di Piave e a Oderzo.
“Riteniamo quanto accaduto inaccettabile - chiude la sindacalista Casarin - chiediamo alla Nostra famiglia di tornare nei suoi passi per dare dignità alle lavoratrici che in queste strutture ci lavorano”.