Parità alle coppie gay, oggi l'approvazione in Consiglio
Non istituirà alcun nuovo diritto ma certificherà una situazione di fatto
TREVISO-Approvato in Commissione Statuto e Affari Istituzionali il regolamento per il riconoscimento delle unioni civili, testo che sarà presentato oggi in Consiglio Comunale, dove l’approvazione appare scontata.
Il sindaco, Giovanni Manildo, ha più volte, nel corso del suo intervento, inteso precisare come l’iscrizione al registro non attribuirà alcun diritto, dal momento che questo non rientra nelle competenze dell’ente locale, ma, certificando le convivenze, agevolerà la dimostrazione delle stesse laddove la legge già preveda dei diritti. I casi più emblematici citati sono quelli relativi alle graduatorie per l’assegnazione di alloggi, diritto di visita in ospedali o penitenziari etc.
Il regolamento istituisce un registro al quale potranno liberamente iscriversi tutte le coppie unite da vincolo affettivo da almeno due anni e residenti nel territorio del Comune, senza distinzioni fra unioni di fatto etero o omosessuali. Proprio la menzione del vincolo affettivo piuttosto che della convivenza ha generato numerosi interrogativi da parte del consigliere Barbisan che, come gli altri del gruppo leghista, ha preferito non votare rilevando come l’atto nel suo complesso esuli dalle competenze comunali e sottolineando l’invasione della sfera affettiva, da parte della legge, tanto da parlare di “mostro giuridico”.
Un regolamento, dunque, che se da una parte non richiama neanche lontanamente diritti e doveri propri del rapporto di coniugio (l’iscrizione al registro, insomma, non corrisponde al cosiddetto matrimonio gay, né potrebbe essere altrimenti, occorrendo eventualmente l’intervento parlamentare), dall’altra certamente risulta orientato a favore delle coppie omosessuali, proprio in considerazione del fatto che le famiglie possono fruire dell’istituto matrimoniale che reca maggiori e più articolate garanzie alle parti.
Assai critico Zampese (Lega Nord), che liquida il provvedimento come “azione di sensibilizzazione intrisa di ideologia e senza alcun effetto pratico, al pari dei certificati di cittadinanza onoraria per gli immigrati di seconda generazione” e prosegue: “Angelino Alfano è un ministro del vostro governo”, il riferimento, invero poco calzante, sarebbe alla circolare del Ministero dell’Interno relativa non all’istituzione dei registri ma alla trascrizione presso l’Anagrafe dei matrimoni omosessuali contratti all’estero, ritenuta, conformemente a parte della dottrina giuridica, contraria all’ordine pubblico. “I comuni che seguono questa linea chiedano ai parlamentari della maggioranza di sfiduciare il Governo Renzi se si è in disaccordo”.
Gorza (SEL) individua l’atto anche come risposta alle manifestazioni dei gruppi cattolici delle Sentinelle in Piedi che in questi giorni, vegliando simbolicamente sull’istituzione della famiglia, si riuniscono per leggere in piedi in silenzio nelle piazze d’Italia (tristemente note le aggressioni subite negli ultimi giorni in alcuni capoluoghi) e parla di manifestazioni ad ogni modo “vergognose e discriminatorie nei confronti della dignità umana”.
Gnocchi (Gruppo Misto, ex M5S), pur votando a favore, riprendendo le parole del sindaco contesta la maggioranza: “è un atto simbolico che giunge, però, a un anno e mezzo dall’annuncio di un altro atto simbolico” e invita la stessa a una maggior celerità soprattutto nella realizzazione di atti di scarsa incidenza pratica.
In una considerazione di carattere generale, si potrebbe dire che, leggendo il testo, il dibattito in corso in questi giorni fra le parti rischi di essere molto più ideologico di quanto occorra: non si citano nuovi diritti, non si tocca la famiglia tradizionale, né si pongono le basi per aperture di altro genere. Insomma le questioni di carattere etico non sono toccate dal provvedimento, sicché probabilmente appare sovradimensionato tanto il parere di chi lo giudica una svolta decisiva ed epocale, quanto quello di quanti lo ritengano di efficacia devastante per il concetto stesso di famiglia. Dinnanzi a questo dato di fatto le differenze nel merito del provvedimento fra maggioranza e opposizione stentano ad emergere e il disaccordo pare essere legato più all’opportunità\utilità, lampante per gli uni, non ravvisabile per gli altri, che al contenuto.
Alla fine risultano favorevoli tutti i commissari, con l’eccezione dell’astensione di Acampora (Prima Treviso), la citata scelta di non votare della Lega e l’assenza, per il Nuovo Centrodestra, di Andrea De Checchi.
Oggi l’ultimo capitolo. Appuntamento, ore 16.00 a Palazzo dei Trecento.