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01 settembre 2024

Vittorio Veneto

A porte chiuse

Il Piano Assetto Territorio partorito a porte chiuse nell’ultima settimana di luglio

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

Vittorio Veneto

VITTORIO VENETO - Se ne parla da più di vent’anni. Ad oggi quattro giunte leghiste e due di centro sinistra, nonostante le insigni individualità tecnico-politiche che in loco possiamo vantare, non son riuscite a cavar fuori un ragno dal buco. Ovvero, con più esplicita locuzione, non son riuscite a partorire il Piano Assetto Territorio (PAT) - sorta di piano regolatore generale - come prescritto dal legislatore.

 

E nonostante questo cogente obbligo, la cui inadempienza procura notevoli ricadute negative, è molto tempo che Vittorio indossa pure la maglia nera fra tutti i 563 serenissimi comuni. Ora sul far di una notte della grandinosa e subsahariana estate 2023 pare che il sudato traguardo stia baluginando all’orizzonte e che così l’onta di questo ultimo posto possa finalmente venire archiviata.

 

Però… guarda te che strano… per portare in consiglio comunale tale travagliato, delicato e importante parto urbanistico si è aspettato proprio l’ultima settimana di luglio, periodo normalmente più dedito alle strategie di sopravvivenza all’ afa; tanto più in una città già geneticamente poco attenta alle cose civiche. Aspetta; il PAT è già stato, sì, presentato dai suoi curatori alla predisposta commissione consigliare ma ahimè, a porte chiuse.

 

Così né i cittadini - paria né i guardoni della stampa han potuto presenziare, neanche se incatenati e imbavagliati. Aspetta; nessuna seduta pubblica è stata offerta neanche successivamente al popolo per esser edotto e poter capirci qualcosa di più. Aspetta ancora; una volta approvato dal consiglio comunale a scatola chiusa, come è scontato vista l’alto tasso di fedeltà aprioristica dei votanti, il PAT dovrebbe essere visionabile da tutti durante il mese di agosto (PAT mio non ti conosco), termine ultimo per presentare eventuali osservazioni.

 

Dunque da questi elementi assai condensati per motivi di spazio e da altri che ometto, per usare una terminologia diplomatica sgorga spontaneo l’effluvio di una certa prassi poco incline alla trasparenza, poco condiscendente verso la partecipazione civica, lievemente altezzosa ed indispettita da menti vigili ed occhietti non accreditati che vogliano scrutare a Palazzo, nelle cose che tutti ci riguardano. Poco conta se questo Palazzo, è scritto all’ ingresso, sia “TUA DOMUS CIVIS” “Casa tua o cittadino”. Cioè di noi vittoriesi tutti, a prescindere dalla casta.

 

D’altronde questa giunta ha appena azzerato, con abile mossa dissimulatrice, i Consigli di Quartiere, che erano l’unico presidio di democrazia diretta non partitica presente in città. Ma tutto questo, che magari insospettisce e dispiace o perfino indigna, però non sorprende. Come dice il Saggio: “Le razhe no ‘e va sui talpòn!”.

 

Michele Bastanzetti

 


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