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29 marzo 2024

Treviso

Puppato:"finirà il contenzioso infinito e sterile del Veneto contro lo Stato"

Apertura verso un'autonomia a macchia di leopardo

| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

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| Pietro Panzarino - Vicedirettore |

Puppato:

TREVISO - Martedì della scorsa settimana, il Senato ha approvato a larga maggioranza il disegno di legge costituzionale, che modifica sostanzialmente natura e funzioni del nuovo Senato della Repubblica. In modo particolare sono state toccate le attuali disposizioni, che avevano introdotto le cosiddette materie concorrenti tra Stato e Regioni.

Abbiamo chiesto ai senatori trevigiani di commentare alcuni aspetti delle modifiche al Titolo V della parte seconda della Costituzione.

Il primo dato essenziale riguarda l'abolizione delle Province: è stata cancellata la categoria "Provincia", ogni qualvolta è citata nell'attuale Costituzione.

Per la verità una legge dello Stato, di fatto, ha eliminato la Giunta e i Consigli Provinciali, al termine dell'ultimo mandato elettivo.

Di fatto sono rimaste poche province, il cui mandato scadrebbe nella primavera 2016.

Tra queste ultime c'è anche la Provincia di Treviso, su cui pende l'ipotesi di commissariamento. Potrebbe scattare questa sera, al termine del Consiglio provinciale, che prevede un solo punto all'ordine del giorno ossia il bilancio preventivo.

Se non fosse approvato dall'attuale maggioranza della Lega Nord, come sostiene da mesi ossia da quando l'attuale presidente Leonardo Muraro ha aderito alle posizioni di Flavio Tosi, candidandosi contro Zaia alle ultime regionali, tutti i consiglieri e assessori andrebbero a casa!

Tornando al disegno di legge regionale abbiamo posto due domande alla senatrice Laura Puppato.

Domani, invece, pubblicheremo la posizione della senatrice Patrizia Bisinella.

Senatrice Puppato, le materie cosiddette concorrenti tra Stato e Regione hanno animato il dibattuto della vigilia: come è andato a finire nel disegno di legge costituzionale appena approvato?

L’eliminazione delle materie concorrenti tra Stato e Regione risponde ad un'esigenza vera, riafferma il principio di efficienza e di efficacia, mettendo in capo a ciascuno e chiaramente la propria responsabilità. Grazie a questo, infatti, con la nuova Costituzione, finirà il rimbalzo che in Veneto era divenuto fonte di contenziosi infiniti e battaglia politica sterile. Questo aumenterà la comprensione dei cittadini, anche permettendo di controllare che le promesse siano mantenute, perché sarà immediatamente palese chi merita onori o critiche a seconda dei risultati. Ovviamente, oltre a quanto detto, si ha un’automatica semplificazione burocratica, perché ognuno conosce precisamente i propri doveri, sui cui può intervenire senza passaggi e rimpalli. Ritengo sia questo un passaggio necessario per la realizzazione di un autentico federalismo riducendo di molto, se non cancellando, il pasticcio che spesso si è creato in questi anni".

 

Chiusa una porta se ne è aperta un'altra: l'articolo 30 del citato disegno di legge costituzionale prevede: "ulteriori forme condizioni particolari di autonomia possono essere attribuite ad altre regioni, con legge dello Stato, anche su richiesta delle stesse, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all'articolo 119, purché la regione sia in condizione di equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio".  Cosa può dirci nel merito?

"Non tutte le regioni si comportano alla stessa maniera ed è giusto premiare chi funge le proprie funzioni in maniera corretta, efficiente e razionale. Trovo giusto e per questo mi sono battuta, sottoscrivendo apposito emendamento che è stato poi assorbito dal Governo, che le Regioni che raggiungono un buon livello di qualità nei servizi a loro delegati senza deficit di bilancio, possano richiedere di gestire direttamente altri settori, secondo un principio di prossimità e sussidiarietà. Ciò comporterà lo sviluppo di una competizione regionale sulla qualità delle politiche, rimanendo peraltro garantito a tutti i cittadini italiani un livello minimo, predefinito, delle prestazioni. Sotto il quale non si va, pena - prevista nella nuova costituzione - il commissariamento delle regioni inadempienti. Insomma un buon mix che prevede un nuovo centralismo in carenza di qualità regionale attivato per raggiungere costi e prestazioni standard con ritiro delle deleghe per gli inadempienti e una vera apertura federalista verso quelle regioni virtuose nei bilanci che danno garanzia di qualità nelle prestazioni, con conseguenti benefici per i cittadini grazie a nuove autonomie e relativi fondi. Ovviamente in tutto questo lo Stato non sparisce, ma sarà un garante, controllore e coordinatore, anche attraverso quel Senato delle Autonomie che vedrà la rappresentanza di comuni e regioni nel luogo centrale delle decisioni. Inoltre il fatto che le Regioni più capaci possano assumere nuove deleghe permetterà allo Stato centrale di occuparsi in maniera più approfondita di razionalizzazioni e strategie nazionali volte al sociale e alla competitività, nonché alla gestione di quel pezzo di Paese che, a macchia di leopardo, potrà trovarsi invece in maggiori difficoltà".

 


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