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17 settembre 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Refrontolo, un team di esperti per trovare la verità

Ingegneri e geologi specialisti in idrologia al lavoro

| Claudia Borsoi |

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| Claudia Borsoi |

Refrontolo, un team di esperti per trovare la verità

REFRONTOLO - Quattro vite spazzate da un'onda di acqua e fango nel bel mezzo del 'paradiso del Prosecco' non si possono archiviare come un incidente, una fatalità. Ne è convinta il sostituto procuratore di Treviso, Laura Reale, che nella sua inchiesta per disastro e omicidio colposo plurimo vuole essere affiancata dai migliori tecnici. Consulenti preparati in idrologia e tecnica ingegneristica, per capire dove c'è stato l'errore, e chi lo ha commesso.

 

Il registro delle indagini continua a non avere nomi, ma l'inchiesta sul disastro ambientale del Molinetto della Croda, a Refrontolo, affidata innanzitutto ai Carabinieri, procede spedita. Per il pm la cosa più urgente adesso è "individuare delle persone esperte", essenzialmente "un ingegnere ed un geologo con specializzazione in idrologia", ai quali verrà assegnato l'incarico di redigere un rapporto dettagliato sugli eventi di sabato sera: come era stato montato il tendone della Pro Loco prestato alla 'Festa degli uomini'; perchè è collassato imprigionando sotto di esso 90 persone, chi aveva dato le autorizzazioni. Ma anche dall'esame del territorio circostante il magistrato si aspetta risposte cruciali: per stabilire se veramente la 'bomba d'acqua' ha fatto tutto da se', oppure se la scarsa manutenzione, se i terreni boschivi 'piegati' alle esigenze delle vigne sono stati elementi che hanno innescato l'onda killer.

 

La Procura mette le mani avanti: si è ben lontani - osserva la pm - dal sostenere che "ci sia stata una causa in particolare", perchè questo lo dovranno dire i consulenti, che potrebbero essere scelti "fra personale delle Università". Sul tavolo del magistrato sono già arrivati alcuni degli atti richiesti ai Comuni, mentre è in corso da parte dei Carabinieri la raccolta di testimonianze di quanti sono scampati alla tragedia di sabato notte, quando il Lierza è straripato portando via tutto. Sono inoltre stati sentiti gli organizzatori della festa privata, e quelli della Pro Loco. Perchè oltre allo stato del sistema idrogeologico a monte del Molinetto, va appurata la correttezza delle procedure adottate per la scelta del luogo in cui si svolgeva la festa - nubifragi e piogge avevano colpito la zona già diverse volte quest'estate - e delle eventuali misure di sicurezza previste dai responsabili del ritrovo.

 

Mentre si attendono i funerali congiunti delle quattro vittime del disastro - Fabrizio Bortolin, Luciano Stella, Maurizio Lot, Giannino Breda - che si terranno giovedì a Pieve di Soligo, c'è apprensione per la sorte dei due feriti più gravi tra gli otto portati inizialmente in ospedale. Sono stati sottoposti entrambi a nuovi interventi chirurgici, al Ca' Foncello di Treviso, e uno dei due resta in terapia intensiva. Non si placa intanto la polemica tra il 'partito dei vigneti' e quello dell''ambiente violato'.

 

"Siamo di fronte a una falsa deturpazione del territorio - ha detto il presidente veneto Luca Zaia - perché c'è meno superficie destinata a vigneto rispetto a cinquant'anni fa". La Regione Veneto, come intervento d'urgenza, ha intanto stanziato un milione di euro per le opere di messa in sicurezza e tre milioni per lavori, che saranno effettuati dal genio civile, volti a ripristinare una situazione di normalità per le famiglie che vivono nella zona.

 



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Claudia Borsoi

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