SÌ ALL'INTESA PER CENEDA. NON SENZA POLEMICHE
Animato il dibattito ieri sera per il primo dei punti del consiglio comunale
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - Ha accesso una discussione tra minoranza e maggioranza il primo dei punti all'ordine del giorno del consiglio comunale di ieri sera, ovvero l'approvazione dell'atto di indirizzo del programma "Intesa per Ceneda", un tema la cui discussione si è protratta fino alle 23 circa e che si è concluso con l'approvazione da parte della maggioranza e del PDL, il voto contrario di SV e l'astensione del PD.
Non solo problemi di contenuto, ma anche di forma, quelli sollevati sull'atto di indirizzo redatto dagli uffici comunali. «E' un atto deboluccio come esposizione» ha commentato il consigliere del PD Giuseppe Costa, che per la terza volta ha sottolineato come il tallone d'Achille del quartiere sia la viabilità. «Non si riesce a capire - ha aggiunto Adriana Costantini di SV - quali sono gli obiettivi e a cosa serve. Questa è una delibera raffazzonata, con un'introduzione copiata e una frase senza verbo. Quando si parla di un atto di indirizzo si individuano linee precise, frutto anche di un confronto con la popolazione; Ceneda merita di avere un atto di indirizzo e questo non lo è». «Si tratta di un atto che dice tutto o niente - ha aggiunto il consigliere del PDL, Giorgio De Bastiani - e la giunta Da Re si è accorta di Ceneda solo dopo due anni del suo mandato».
L'Intesa per Ceneda contempla tutta una serie di azioni che potenzieranno l'uso della piazza, permetteranno di ristrutturare l'edificio che ospita la biblioteca, recuperare e ampliare il museo della Battaglia, tutto questo con il ricavato della vendita di villa e parco Papadopoli. «Perchè non prevedete la vendita della villa con un referendum cittadino, così come previsto dal regolamento comunale?» ha chiesto al sindaco il consigliere del PD Alessandro De Bastiani. E sul piano alienazioni è ritornato anche Roberto Tonon: «Qui se non si vende non si riesce a far più nulla e ciò è molto grave: fra due o tre anni cosa faremo?».
«Ritengo il documento valido, perchè spiega cosa andremo a fare con la vendita del complesso Papadopoli - ha sottolineato il primo cittadino, Gianantonio Da Re -. Recuperare 10/15 milioni di euro per ristrutturare villa Papadopoli è impensabile per l'amministrazione di Vittorio Veneto, di qualsiasi colore essa sia. Si tratta di una decisione sofferta - ha ammesso riferendosi alla vendita della villa - ma serve per il rilancio e queste sono le volontà di questa amministrazione. Una piazza straordinaria non può più essere occupata dalle auto».