Scambi di tradizioni e valorizzazione delle culture: torna il Giavera Festival
Appuntamento dal 15 luglio al 18 luglio a villa Wasserman
| Isabella Loschi |
GIAVERA - “Stravolta… si cambia?”. E’ queso lo slogan della 26esima edizione del GiaveraFestival, al via giovedì 15 luglio. Cambiamenti e stravolgimenti che portano inevitabilmente a far riflettere.
“Stravolgimenti che ci stanno attraversando e che noi percepiamo come chiamate a cambiamenti che si fanno sempre più necessari”, ha detto il presidente e fondatore don Bruno Baratto.
Il festival tra il 15 e il 18 luglio in Villa Wassermann a Giavera porrà lo slogan-interrogativo a importanti studiosi che si interrogano sulla realtà che viviamo, come gli antropologi Marco Aime e Francesco Remotti, chiamati a presentare giovedì 15 luglio alle 20.45 il loro ultimo lavoro: “Il mondo che avrete. Virus, antropocene, rivoluzione”, scritto insieme a Adriano Favole.
Presenti anche protagonisti del mondo socioculturale, come Massimo Bray, già ministro dei Beni culturali e presidente del Salone del Libro di Torino, ora direttore generale della Treccani: venerdì 16 alle 20.45 è previsto l’incontro con lui sul tema del Festival, sui cambiamenti conseguenti alla pandemia e sulle prospettive future.
La riflessione continuerà sabato 17 dalle ore 17 con interventi di Marina Lalovic, giornalista serba da vent’anni in Italia, su geopolitica e scenari internazionali, con Mario Caputo regista triestino autore del docufilm “No borders. Flusso di coscienza” e con Donatella Ferrario giornalista milanese.
Domenica 18 luglio alle 13 appuntamento con Davide de Michelis, giornalista e documentarista, per “un’altra faccia” dell’immigrazione. Si proseguirà dalle 17 con Stefania Prandi, giornalista e fotografa e Khalifa Abo Khraisse, regista libico che affronterà la situazione in Libia vista con uno “sguardo libico”. Un dibattito da non perdere quello con Andrea Signorelli, giornalista ed esperto di nuove tecnologie, su un tema attualissimo: “Social Media e democrazia”, alle ore 18.
Non mancherà il divertimento con canti, balli e buon cibo. Sabato Saba Anglana, cantante di origine somala farà un concerto-spettacolo in dialogo con mondi diversi, a seguire i cori Voci dal Mondo, Le Cicale e Canto Spontaneo con il progetto musicale “alla ricerca del Simurg”, canti verso la rotta balcanica e le sonorità oltreconfine di Jedbalak.
Domenica 18 dalle 19.30 il coinvolgente sound del famoso cantautore del Burkina Faso, Bil Aka Kora con Sandro Bellu e Marco Giovinazzo e a concludere le musiche mediorentali dei Mashrabiya. E’ prevista l’esecuzione dell’inno nazionale del Burkina Faso, interpretato dalla Banda Musicale di Nervesa della Battaglia.
Presente anche uno spazio “art-lab” con giovani protagonisti del nostro territorio: un’attenzione speciale che vorremmo sviluppare sempre più in futuro. Alcuni progetti artigianali (ceramica, tappeto, tessitura, formelle in legno) e due mostre completano il panorama del Festival.
L’accesso allo spazio del festival è libero e gratuito. La prenotazione è necessaria per i due eventi di giovedì 15 e di venerdì 16, il pranzo con l’autore di domenica 18.