SUICIDI GIOVANILI
Un nuovo caso di suicidio registra la Marca Trevigiana a pochi giorni dal Natale
Debora Da Dalt
A pochi giorni dal Natale è un 16enne di Conegliano ad aver deciso di farla finita. Forse una delusione d'amore dietro al terribile e irrazionale gesto di impugnare la pistola del padre e di puntarla verso il proprio capo.
Sconvolgenti sono stati i due casi dei giovani ventenni suicidi: qui tutti ne parlano e nessuno riesce a capacitarsi delle ragioni che hanno portato i due ragazzi a farla finita.
Motivi d'amore e di studio esasperato pare, ma comunque resta difficile comprendere perché l'unica soluzione per loro potesse essere solo quella estrema. Non mi voglio unire al coro di quelli che biasimano tale gesto: lo trovo incomprensibile e al di là delle mie capacità immaginative, ma non per questo penso ci si possa permettere di giudicare un atto dovuto alla disperazione più totale.
C'è chi parla di incoscienza, di vigliaccheria, di debolezza...io, invece, parlo anche di "coraggio". Sembra strano, sì, ma penso che ci voglia davvero molto coraggio per lanciarsi in un sogno senza fine, in un nulla avvolgente, in qualcosa che non conosciamo minimamente. Sia che si sia credenti o meno, bisogna ammettere che dell'aldilà non si sa proprio nulla: chi ci può dire che il dopo non sia peggiore del prima?
Io, peggio ancora, penso che una volta morti non ci sia proprio niente da vedere o conoscere e, quindi, trovo ancora maggiore il "coraggio" per fare quello che hanno fatto questi ragazzi.
Tutto ciò dimostra come la disperazione possa diventare motivo di forza.
Qualche istante prima dell'atto estremo, questi miei coetanei hanno provato la tensione totale della vita, ma ahimè non hanno deciso di tornare indietro e di provare a ricominciare.
Non voglio, come solitamente si suole fare, iniziare a "criticare" o a "salvare": chi siamo noi per giudicare della vita o non-vita degli altri?
Penso, però, ai familiari e agli amici e a come ora la loro vita sembri vuota e disperata. Penso che pochi giorni fa erano i due ventenni a soffrire, ma che ora loro non lo fanno più perché hanno preferito la morte.
La morte, però, ora alberga anche nei cuori di coloro che sono rimasti vivi per testimoniare e per ricordare...
Debora Da Dalt