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02 gennaio 2025

Castelfranco

SUL LASTRICO PER MANTENERE DUE MOGLI

L’Associazione Italiana Genitori Separati chiede aiuto ai servizi sociali di Castelfranco: “E' una questione di senso civico.”

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

SUL LASTRICO PER MANTENERE DUE MOGLI

CASTELFRANCO - A causa delle trattenute per due divorzi un 70enne di Castelfranco, con seri problemi di salute, è sul lastrico, pur percependo una rispettabile pensione di 1.800 euro mensili.

Queste le cifre: 409,35 euro a titolo di mantenimento per la prima moglie e 696,23 euro di contributo al mantenimento del figlio minore nato dalla seconda unione matrimoniale, cifra comprensiva dei 274 euro che l’uomo deve versare per il rateo mensile del mutuo della seconda casa coniugale, il cui pagamento il giudice ha posto per intero a carico del pensionato.

Dall’abitazione presso la quale viveva con la seconda moglie, che ha dovuto lasciare a quest’ultima e al figlio 15enne, è stato letteralmente sbattuto fuori. I due figli avuti dal primo matrimonio non sono d’aiuto, nonostante la legge preveda l’obbligo, disponendo di introiti sufficienti, di mantenere il genitore che versa in difficoltà economiche.

Sfortunato in amore, non c’è dubbio, ma sfortunato anche dal punto di vista legale, visto che la matassa da sbrogliare è assai complessa e il signore in questione, a cui attribuiamo Antonio come nome di pura fantasia, si ritrova a dover vivere con circa 400 euro al mese, quando gli va bene, mentre nei periodi in cui gli vengono effettuate le trattenute Irpef l’importo che gli residua per vivere ammonta a soli 246 euro.

In tali condizioni non è certo possibile sopravvivere e il pensionato è costretto a ricorrere agli aiuti della Caritas, che gli offre generi alimentari e vestiario, e ai servizi sociali di Castelfranco, che lo sostengono pagandogli le bollette di luce, gas e telefono. Ma il contributo non sempre viene erogato. Entro fine anno, per di più, sarà costretto a lasciare il suo alloggio a seguito di sfratto per morosità.

A complicare le cose vi è lo stato di salute dell’uomo, affetto da angina da sforzo, iperlipidemia mista, dislipidemia, ipertensione arteriosa, vasculopatia TSA non critica, stenosi non critica e diabete mellito di tipo II. Una sindrome ansioso depressiva, connessa alla situazione di giorno in giorno più precaria, ha inoltre aggravato il quadro clinico. Le numerose patologie di cui soffre e l’età non gli consentono di lavorare per integrare il poco che gli rimane.

L’Aiges (Associazione Italiana Genitori Separati), presieduta da Fabrizio Dell’Anna, a cui il pensionato si è rivolto dopo che il suo precedente legale lo aveva praticamente abbandonato per l’impossibilità di onorare la parcella, ha preso a cuore la sua delicata e complessa situazione, affidando il caso all’avv. Sonia Della Greca del foro di Padova che fa parte della rete degli “avvocati solidali” che hanno sottoscritto con l’associazione una convenzione per assisterlo a prezzi accessibili.

L’avv. Della Greca ha chiesto sostegno anche all’allora assessore provinciale ai servizi sociali, Barbara Trentin, da poco sostituita da Alessio De Mitri, senza mai ottenere risposta alla missiva. Alla Trentin l’avvocato aveva chiesto se vi fosse la possibilità di intervenire in tempi brevi, quantomeno per una sistemazione abitativa a prezzo calmierato (parametrata alla somma di denaro della quale effettivamente dispone mensilmente il pensionato e non sul reddito come risultante dalla dichiarazione ai fini fiscali).

Il legale si è inoltre rivolto all’assessore regionale ai servizi sociali Remo Sernagiotto, che si era offerto di interessarsi presso la giunta per tentare di rivedere i requisiti di reddito necessari ad ottenere un alloggio popolare anche rispetto a questi casi. Ma per ora su questo fronte non si è mossa foglia. La situazione è quantomeno kafkiana.

“È evidente - sottolinea l’avv. Della Greca - lo stato di indigenza in cui versa il nostro assistito. Tuttavia, a causa del reddito “formalmente” elevato, l’anziano non può accedere a benefici e aiuti previsti dallo Stato per le persone non abbienti, sicché è entrato in una sorta di circolo vizioso da cui non si riesce ad uscire. Pare che non sia possibile neppure attribuirgli una casa popolare, né aiuti per il pagamento del canone di locazione o delle spese.

Va precisato che nel procedimento di separazione dalla seconda moglie, non avendo disponibilità di denaro e non potendo accedere al patrocinio a spese dello Stato (c.d. gratuito patrocinio), il signor Antonio non si è potuto difendere, cosicché il processo si è concluso senza che le sue argomentazioni venissero neppure prese in considerazione”.

Il nuovo legale, in qualità di referente su Padova per l’Aiges, per ovvie ragioni non sta ricavandone alcunché sotto il profilo economico. Per ora perora la causa solo con la promessa di veder onorata la sua parcella, qualora la situazione dovesse sbloccarsi. Come fare per uscire dall’impasse?

“Stiamo impostando - spiega l’avv. Della Greca - un’azione complessiva che preveda la modifica delle condizioni di divorzio dalla prima moglie, che ora pare percepisca una pensione di anzianità (l’udienza è fissata presso il Tribunale di Padova, ove la signora risiede, il prossimo 5 novembre), oltre ad una modifica delle condizioni di separazione dalla seconda consorte, a cui il signor Antonio ha già chiesto di dividere o vendere la casa coniugale incontrando, inflessibile, il rifiuto della donna. Fra l’altro, fino alla maggiore età del figlio, la casa non può essere venduta per poterne comperare due più piccole.”

Il legale ha effettuato presso l’Ordine degli Avvocati tutte le verifiche del caso per l’applicazione di eventuali detrazioni sul reddito, ma la verifica non ha dato esito positivo. Al riguardo l’Aiges ha presentato una proposta di legge per modificare le condizioni di accesso al gratuito patrocinio, visto che sono numerose le persone, soprattutto padri separati, che per una singolare falla normativa non possono far valere i propri diritti. L’associazione auspica in tempi rapidi una modifica della normativa in funzione del reddito effettivo percepito e non di quello al lordo delle trattenute.

“Le organizzazioni che operano nel nostro ambito - afferma Dell’Anna - ben conoscono il problema dell’impoverimento del genitore non collocatario dei figli. È una questione importante che merita l’attenzione del legislatore e che, tuttavia, non ha margini di soluzione immediata, prevedendo l’attuale normativa il mantenimento del medesimo tenore di vita tenuto in costanza di matrimonio, strada quasi mai praticabile, tantomeno quando la moglie è priva di reddito e vi sono figli minori o comunque non autosufficienti dal punto di vista economico.

Il nostro appello - conclude Dell’Anna - è rivolto ai servizi sociali di Castelfranco, affinché si impegnino per il nostro assistito più concretamente rispetto a quanto fatto finora. Ai giudici chiediamo maggiore buon senso nell’emanare le sentenze.”

(Foto da Istockphoto)

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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23/06/2021

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