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28 marzo 2024

Tra i paradossi del mondo: lo spreco e la fame

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Alberta Bellussi | commenti |

Tra i paradossi del mondo : lo spreco e la fame!

Il 5 febbraio si è celebrata la Giornata Mondiale dello Spreco Alimentare.

E’ questa  una problematica attuale che solleva molte riflessioni. È un pensiero insopportabile pensare a quanto cibo va sprecato quotidianamente nelle nostre case se lo rapportiamo ai  quasi 900 milioni di persone che  soffrono o muoiono letteralmente di fame. È ancora più triste se penso ai racconti di mia nonna che mi parlava di come nei periodi di Guerra si mangiasse tutto e come nulla andasse sprecato; mi diceva che le bucce di patate erano state fondamentali per la salvezza di molte persone del suo paese.

Le nonne sapevano tutte le ricette per recuperare il cibo avanzato:  polpette, polpettoni ,paste al forno ne sono un palese esempio anche senza le lezioni dei vari Masterchef o supercuochi ; ci bastava un po’ di buonsenso e di fantasia e non si buttava via nulla.

La crisi, le difficoltà economiche  ma anche una maggiore sensibilità ambientale, ha portato sei cittadini su dieci a diminuire o annullare gli sprechi domestici, anche se la situazione resta grave, ed in media ogni italiano ha buttato nel bidone della spazzatura 76 chili di prodotti alimentari durante l'anno 2015. Resta questo una grave problema.

 Per evitare gli sprechi, Coldiretti ha elaborato un vademecum i cui punti salienti sono: leggere attentamente la scadenza sulle etichette, verificare quotidianamente il frigorifero dove i cibi vanno correttamente posizionati, effettuare acquisti ridotti e ripetuti nel tempo, privilegiare confezioni adeguate, scegliere frutta e verdura con il giusto grado di maturazione, preferire la spesa a km 0, riscoprire le ricette degli avanzi, ma anche non avere timore di chiedere la doggy bag al ristorante. A Expo 2015  si è posto il taglio degli sprechi alimentari tra gli obiettivi della Carta di Milano consegnata al segretario generale Onu, Ban Ki-moon.  Il taglio degli sprechi è stato posto anche tra gli obiettivi del semestre di presidenza olandese dell'Unione europea. E se in Italia con il progetto Sprecozero del Governo ci si è posti l'obiettivo di recuperare 1 milione di tonnellate di cibo nel 2016, il Parlamento francese ha approvato definitivamente lo scorso 3 febbraio una serie di misure contro lo spreco di cibo.

Nel Rapporto Waste Watcher che rivela tutti i dati sullo spreco di cibo del 2015 le cifre sono davvero esagerate.  In Italia lo spreco di cibo domestico vale complessivamente 8,4 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,7 euro settimanali a famiglia per 650 grammi circa di cibo sprecato. Una montagna di ottimo cibo e di risorse naturali sprecate, montagne e montagne di rifiuti da dover lavorare: sempre per l’Italia lo spreco genera 30 milioni di tonnellate di immondizia.

Ancora una volta la Francia è avanguardista anche su questa tematica, infatti, sprecare il cibo è reato; il 3 febbraio  è entrata in vigore  la legge che regolamenta, punendo  lo spreco di prodotti ancora commestibili. Lo spreco alimentare, a livello mondiale, costa ogni anno 1.000 miliardi di dollari che salgono a 2.600 miliardi se si considerano i costi nascosti legati all’acqua e all’impatto ambientale.

La legge francese propone  una lista di buoni comportamenti per i gestori di supermercati. La normativa, inoltre, rende obbligatori accordi tra i supermercati di dimensioni superiori ai 400 metri quadrati e le organizzazioni caritative, prevede sanzioni per evitare la distruzione volontaria delle derrate alimentari ancora consumabili da parte del commercio al dettaglio e modifica le normative sulla responsabilità dei produttori di prodotti difettosi. Particolare interessante della legge è l’obbligo a stipulare convenzioni con enti benefici per donare ciò che rimane invenduto. I supermercati saranno obbligati a distribuire alle organizzazioni caritatevoli il cibo prossimo alla data entro la quale è “preferibile” consumarlo. Se non sarà possibile, dovrà essere trasformato in mangime per gli animali o compost. Il rischio, in caso di violazione, è quello di incorrere in pesanti sanzioni economiche. Sottolineando come questa legge permetterà a dieci milioni di francesi di poter avere di che sfamarsi e che la Francia è il primo Paese al mondo a legiferare in tal senso sullo spreco alimentare e spera di  convincere  il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, a fare lo stesso a livello di Unione Europea.  

Anche l’Italia sta prendendo coscienza di quanto esagerato sia lo spreco di cibo ancora commestibile che avviene quotidianamente nel nostro  paese. Sono varie le iniziative che si stanno prendendo per sensibilizzare le persone su questa tematica da un lato e dall’altro bisogna iniziare a educare perché certe pratiche diffuse in Europa in Italia faticano a prendere piede perché non ci appartengono culturalmente.

Al via, infatti, il progetto Family bag e la campagna Spreco zero.  In Italia la legge di Stabilità ha semplificato alcune procedure burocratiche per la donazione degli alimenti alle onlus. Ma la legge Spreco zero, che prevede tra l’altro incentivi fiscali alle imprese donatrici, è ancora ferma in Parlamento. In occasione della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, è partita anche la campagna Spreco zero 2016, che si focalizza sulla conservazione del cibo come misura essenziale di prevenzione.  Con il progetto Family bag  e il circuito di ristoratori aderenti sarà possibile chiedere una contenitore in cui per portare a casa le pietanze avanzate. La fase pilota coinvolge 100 ristoratori in provincia di Padova. Poi il progetto sarà gradualmente esteso ad altri territori e regioni italiane.  Ogni anno saranno recuperate  550 mila tonnellate di cibo che verrà  distribuito a milioni di persone in difficoltà.

Gli anni di crisi hanno portato anche una presa di coscienza reale delle “malattie” che gravano sulla Terra e l’ossimoro tra spreco e fame è una di quelle più evidenti e di difficile risoluzione perchè entrano in gioco grandi poteri internazionali.

Papa Francesco afferma :"Le iniziative e le soluzioni possibili sono tante e non si limitano all'aumento della produzione. E’ risaputo che quella attuale è sufficiente, eppure ci sono milioni di persone che soffrono e muoiono di fame: questo, cari amici, costituisce un vero scandalo. È necessario allora trovare i modi perché tutti possano beneficiare dei frutti della terra, non soltanto per evitare che si allarghi il divario tra chi più ha e chi deve accontentarsi delle briciole, ma anche e soprattutto per un'esigenza di giustizia e di equità e di rispetto verso ogni essere umano. […] Ogni programma proposto ci deve coinvolgere tutti. Andare avanti in modo costruttivo e fecondo nei diversi ruoli e responsabilità significa capacità di analizzare, comprendere e donare, abbandonando qualsiasi tentazione di potere, di possedere sempre di più o di cercare il proprio interesse invece di servire la famiglia umana e, in essa, specialmente i meno abbienti, a coloro che ancorasoffrono fame e malnutrizione.”



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