Tutti in classe, al cento per cento. Ma dal prossimo anno scolastico
E' la previsione del presidente dell'associazione nazionale Presidi, Giannelli: "Serviranno i test Invalsi per valutare, come una Tac o una ecografia, lo stato della scuola"
ITALIA - Tutti a scuola, al 100 per cento. Ma dall’anno prossimo. Una previsione molto realistica. È un auspicio. L’Associazione nazionale dei Presidi non si fa troppe illusioni e spera quantomeno di salvare il salvabile dell'ano scolastico in corso. È il presidente Antonello Giannelli a dire pane al pane e vino al vino: "Sicuramente l'obiettivo è tornare in classe al 100% ma il problema è se sia possibile, tanto più con la variante inglese che sembra molto aggressiva dal punto di vista dei contagi. In questo momento è molto difficile pensare al rientro al 100% ma è certamente un obiettivo di lungo termine, l'anno prossimo dovremmo avere tutta la popolazione scolastica in classe, anche per questo abbiamo chiesto una accelerazione della campagna vaccinale per la scuola".
A settembre dunque una ripartenza a tutti gli effetti, dal punto dove si era rimasti, giusto un anno fa quando la scuola fu mandata a casa e dove è rimasta per la metà del precedente anno scolastico e di fatto per la prima parte di questo, nel caso della scuola superiore. La richiesta di Giannelli è di “attuare un piano di recupero mirato, non qualcosa che vada bene per tutti, ma una osservazione di quello che è accaduto, un piano di intervento. L'Invasi è l'Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione, è preposto proprio a questo, in passato è stato oggetto di pregiudizio. Non si devono valutare gli studenti ma i test Invalsi sono una sorta di diagnostica, come una tac o una ecografia, sono indispensabili per capire lo stato della scuola come periodicamente andiamo dal medico".
Sulla didattica a distanza i presidi italiani sospendono il giudizio, in attesa di riscontri empirici: "C'è un sentimento diffuso" che riguarda l'efficacia della didattica a distanza "ma dati oggettivi non ci sono: io chiedo che se ne possa occupare l'Invalsi, serve un monitoraggio oggettivo, scientifico, che potrebbe essere di interesse, magari da fare non nell'immediato ma a settembre; un monitoraggio e un piano di recupero sarebbero un buon orizzonte".