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13 dicembre 2024

Treviso

VENDOLA: "LA PRECARIETA' MINA LA VITA"

Il leader di Sel chiede al centrsinistra di tornare ad occuparsi dei temi del lavoro. E dice che parlare di razza è da nazisti

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

VENDOLA:

TREVISO - “I barbari da questa provincia vanno cacciati” parola di Floriana Casellato, candidato presidente della Provincia del centrosinistra. I barbari a cui allude l’esponente del Pd sono i leghisti. Lo ha detto stamane, sabato 7 maggio, in un incontro pubblico organizzato da Sel che ha portato a Treviso Nichi Vendola, presidente nazionale di Sinistra Ecologia Libertà e governatore della Puglia.

Il leader di Sel, con la sua retorica che è stata definita poetica, ha parlato con concretezza dei mali dell’Italia: disoccupazione giovanile, precarietà, di disuguaglianza fiscale, di ambiente poco preso in considerazione, di politiche del lavoro ch non ci sono. Ma parla anche delle colpe del centrosinistra che ha dato alla Lega la possibilità di radicarsi nel territorio. “La loro forza è proporzionale alla nostra debolezza. Non ce la possiamo cavare con il galateo e i buoni sentimenti, dobbiamo entrare dentro la carne viva delle imprese, della società” ha detto il leader di Sel. Avendo saputo da Casellato che la Lega ha avuto la trovata di battezzare una lista “Razza Piave” ha definito il termine razza “para nazista e pre moderno”.

E’ nata una lista che si chiama Razza Piave, sono preoccupata per il messaggio culturale che questa lista porta con sé, il messaggio che sta portando ai giovani. Per questo dobbiamo parlare ad una parte di elettorato leghista, parlare insistere. Perché i barbari da questa provincia vanno cacciati” ha proseguito Casellato. Vendola ha così dipinto la realtà italiana.

Qui è arrivata la globalizzazione come una minaccia che ha bloccato il fenomeno dell’arricchimento a causa della svalutazione della lira che facilitava l’export. Questo fenomeno ci ha posti in condizioni particolarmente stressanti e impegnative e la Lega Nord è stata molto brava ad interpretare lo smarrimento dei ceti produttivi nel nordest, rispetto a questo nuovo scenario mondiale, dove la competizione era alta e nessuno aveva più protezione. Tra l’altro era una globalizzazione senza regole dove i più furbi e i più malvagi guadagnavano spazi importanti a svantaggio di coloro che cercavano di confrontarsi a partire da qualche idea di regola. La globalizzazione non è stato solo lo smarrimento della classe produttiva, ma anche delle comunità” ha detto Vendola.

Il presidente della Puglia ha parlato anche di  “spiazzamento” delle comunità.L’idea che un’integrazione del mondo viene costruita soltanto con la logica del mercato produce spiazzamento, si integrano le banche, i circuiti finanziale, le lobby economiche e le comunità vengono sono confuse, non riescono a capire la globalizzazione quando entra in casa loro. E’ una competizione che mette paura. La Lega – prosegue Vendola - è stata straordinariamente brava a trasformare questo sentimento di smarrimento e di paura in una politica del rancore e nel sapere catalizzare le frustrazioni dei ceti produttivi di questa parte del Paese che hanno avuto la sensazione di essere sbalzati fuori dalla storia.

Va giù duro Vendola quando parla degli effetti che la politica leghista ha prodotto nella società. “La Lega ha fatto proprio questo sentimento di perdita d’identità, costruendo il mito delle piccole patrie, della razza, che sono miti nazisti. L’idea che c’è un diritto delle persone che è legato alla stirpe, al sangue, alla terra, è un’idea che ricorda molto il paganesimo nazista, ed è quanto di più pre moderno si possa immaginare, tuttavia è riuscita con questo discorso pre moderno e nazista a interloquire con questi sociali smarriti perché la sinistra non si occupava più di questione sociale, aveva accettato l’idea che poteva occupasi dei consumatori, non dei produttori, non del mondo del lavoro, ma genericamente della cittadinanza, sottintendendo nella cittadinanza che non era compreso il luogo di lavoro, mentre invece è proprio qui che si determinano le condizioni fondamentali del vivere associato”.

Il leader di Sel sottolinea la centralità del lavoro e cosa comporta non averlo o essere precari. “Il lavoro segna tutta la vita sociale perché quando una persona si trova in una situazione di precarietà non sarà soltanto il dato del suo rapporto con il mercato del lavoro, ma sarà il sentimento che nevrotizza la sua vita, che si ripercuoterà nella dinamica famigliare, sarà una persona infelice e scostante. La precarietà mina, come dice anche il papa nella sua ultima enciclica, alle fondamenta la coesione sociale. E’ possibile che lo debba dire Ratzinger, il governatore della banca d’Italia dice che la precarietà è una minaccia per l’economia e che il centrosinistra ancora non riesce a vederlo. La precarietà è il nemico. Non ci dobbiamo incazzare sul perché la Lega è così forte, ma riflettere sul perché lo è diventata. La loro forza è proporzionale alla nostra debolezza. Non ce la possiamo cavare con il galateo e i buoni sentimenti, dobbiamo entrare dentro la carne viva delle imprese”.

Luca De Marco, coordinatore provinciale di Sel, introducendo Vendola ha spiegato la valenza di queste elezioni provinciali. “Qualcuno pensa di essere antiberlusconiano, ma proprio dando confermando il voto alla Lega, conferma la forza del dominio berlusconiano. Noi pensiamo che questa provincia si sia affidata troppo alla Lega che gli anni di governo di Zaia e di Muraro ha portato ad una crisi economica, sociale e culturale e di civiltà. Noi crediamo che queste elezioni provinciali debbano essere un riscatto della parte migliore della società. Questo è un territorio dinamico, ricco di soldi, di cultura, di intelligenze, di passioni. Crediamo che la rappresentazione ne che esce fuori, oramai lo stanno capendo anche gli industriali, crei danni al nostro territorio. Prima o poi qualcuno dovrà chiedere conto ai leghisti di ciò che hanno provocato con i loro bigottismi, razzismi, le pulsioni più basse che la politica possa a partire”.

Il candidato consigliere provinciale ha inoltre sottolineato che queste elezioni devono essere “una battaglia per un’amministrazione migliore perché crediamo che chi l’ha amministrata fino ad ora non abbia ben operato. Noi non entriamo nel dibattito sull’inutilità delle Provincie, ma vorremmo che questo ente abbia una funzione di raccordo fra i Comuni che devono tornare ad essere il centro della vita democratica, politica e amministrativa. Che sappia dialogare anche con la Regione, rivendicando anche funzione che le sono proprie. Noi, invece, siamo nella regione più centralista d’Italia che mantiene per sé una serie di competenze non proprie, in quanto di matura amministrativa, solo per spartire grosse partite di denaro e di potere. Siamo in una provincia ricca, ma con la disoccupazione che sta crescendo e con disuguaglianze profonde. C’è chi vive con mille euro al mese e chi invece riesce a permettersi Suv e quant’altro. Questo stato di cose deve cambiare”.

Casellato, più agguerrita che mai, ha anche lanciato un messaggio di speranza. “C’è un’altra Italia che sta tentando di reagire, c’è la speranza di costruire un centrosinistra forte e alternativo alla Lega, culturalmente e politicamente. E’ una necessità. Abbiamo l’obbligo di costruire una cultura alternativa al pensiero leghista. Siamo in una situazione preoccupante. Ho riusciamo a metterci insieme riappropriandoci della politica, senza vergognarci dei nostri simboli e delle nostre idee, ma soprattutto dei nostri valori. Noi siamo diversi perché i nostri simboli sono portatori di valori quali l’etica pubblica. Noi non utilizziamo le istituzioni per scopi di partito o per scopi personali”.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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