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18 settembre 2024

Oderzo Motta

«GIULIANA È CADUTA IN ACQUA QUANDO GIÀ LA STAVANO CERCANDO»

Questa la tesi che la difesa di Simone Moreira ha sostenuto

| Milvana Citter |

| Milvana Citter |

«GIULIANA È CADUTA IN ACQUA QUANDO GIÀ LA STAVANO CERCANDO»

TREVISO – “Giuliana è caduta in acqua quando ormai tutti la stavano cercando. Ed è morta dopo l’intervento dei soccorsi. A conferma che Simone Moreira non l’ha buttata in acqua come sostiene l’accusa”. Questa la posizione degli avvocati Antonio Forza e Alvise Tommaseo Ponzetta difensori di Simone Moreira, la 24enne brasiliana accusata dell’omicidio della figlioletta Giuliana Favaro, annegata nelle acque del Monticano il 2 settembre del 2009.

USATO IL DEFIBRILLATORE SBAGLIATO?

Nel corso dell’ottava udienza del processo a carico della brasiliana, la difesa ha ribadito la sua strategia per dimostrare la non colpevolezza dell’imputata, presentando quello che doveva rappresentare un vero e proprio colpo di scena ossia un manuale del defibrillatore usato per soccorrere Giuliana che, secondo la difesa, sarebbe di un modello non utilizzabile per l’arresto cardiaco infantile. Nel corso dell’udienza però, durante la sua testimonianza la pediatra Antonella Zanatta che ha soccorso Giuliana ha spiegato che per la piccola è stato utilizzato un altro modello dello stesso defibrillatore, specifico per l’uso pediatrico: “E’ un modello della Philips semiautomatico che si trova in una zaino per l’emergenza pediatrica in dotazione a tutte le ambulanze. Quando Giuliana è arrivata da noi aveva già le placche pediatriche posizionate ed era stata già sottoposta a defibrillazione”.

La pagina del manuale del defibrillatore in cui si precisa che non è adatto ad un uso pediatrico

Allo scopo l’avvocato di parte civile Luigi Fadalti ha prodotto alla corte il manuale del modello citato dalla dottoressa. Al di là delle discordanze sul manuale e sul modello dell’apparecchio utilizzato qual è, a questo punto l’obiettivo della difesa? “Dimostrare – spiega l’avvocato Tommaseo Ponzetta -, che Giuliana è morta quando ormai i soccorsi si erano attivati. Che quando è stata trovata era ancora viva ed è morta meno di mezz’ora prima di essere defibrillata. Questo è dimostrato dal fatto che quel defibrillatore ha rilevato una seppur minima attività cardiaca necessaria ad attivare le scariche”. Spostare in avanti l’orario del decesso che, secondo l’accusa come certificato dal medico legale Antonio Arrigoni sarebbe avvenuta ben un’ora e mezzo prima del ritrovamento, è la strategia scelta dalla difesa per dimostrare che non è stata la giovane mamma a buttare in acqua la sua bambina. “I parametri che risultano dalle analisi non sono compatibili con la morte di Giuliana in un periodo superiore ai 30 minuti e vogliamo dimostrare che la bambina è morta successivamente all’intervento dei soccorsi. E’ caduta in acqua quando tutti la stavano cercando e questo fatto è suffragato dalla testimonianza di Antonella Benedetti, che abita in un condomini di Piazza Rizzo (che ha ribadito le sue dichiarazioni questa mattina durante la sua testimonianza in aula, ndr), che quella notte ha sentito una bambina chiamare “mamma” tra le 23 e le 23.30”.

LO SGOMENTO DEI FAVARO

Antonella e Michele Favaro, rispettivamente la zia e il papà della piccola Giuliana

Una strategia che mostrerebbe anche molti errori negli interventi messi in atto dai soccorritori che, secondo la difesa non avrebbero utilizzato un defibrillatore adatto, avrebbero trattato la piccola per sindrome da annegamento e non subito per ipotermia o per “morte in acqua”. “Noi non accusiamo nessuno – precisa l’avvocato Ponzetta -, vogliamo solo dimostrare che la piccola è morta molto dopo di quanto sostiene l’accusa”. Una tesi respinta con fermezza dai parenti della piccola: “Quella notte ero in pronto soccorso – spiega Antonella Favero, la zia della piccola -, ho visto quello che i medici hanno fatto, hanno fatto il possibile e l’impossibile e noi non possiamo che ringraziarli. Nessuno di noi tanto meno Michele – il papà della piccola -, ha mai avuto dubbi sull’operato dei medici e troviamo questa tesi un tentativo di difesa oltre l’ingannevole. Offensivo nei nostri confronti e nei confronti di Giuliana”.

 


| modificato il:

Milvana Citter

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