09 novembre 2024
Categoria: Persone - Tags: Animalisti, moda, violenza, amore, Immanuel Kant, Stephen King, vegano, vegetariano, fruttariano, Diocleziano, Socrate, Platone, Epicuro, Evelyn Beatrice Hall, Eraclito
Da qualche settimana a questa parte è tutto un pullulare di notizie animalier, collezione Primavera-Estate 2013 ma soprattutto Autunno-Inverno 2013/2014.
Con l’arrivo dei saldi la situazione è davvero peggiorata, non serve sottolinearlo. Ce n’è per tutti i gusti: dal caso della studentessa di Padova minacciata di morte per aver espresso il suo parere circa l’utilità della sperimentazione animale, a quello dei manifesti comparsi a Milano colmi di intimidazioni nei confronti dei ricercatori, corredati in taluni casi di foto, indirizzo e numero di telefono del “bersaglio”, passando per il blitz di altri sedicenti animalisti avvenuto ad aprile 2013, sempre a Milano, nel corso del quale sono stati liberati degli animali destinati alla ricerca.
Ciliegina sulla torta, l’A.I.D.A. & A. (l'Associazione Italiana Difesa Animali & Ambiente) si sarebbe scagliata contro Peppa Pig (devo ancora decidere se archiviare nei cassetti della mia memoria questa notizia alla voce “Provocazione” o “Leggenda metropolitana”), rea di mistificare la condizione suina et animale gettando fumo negli occhi degli ignari infanti, invitando pertanto i genitori a spegnere la televisione o a cambiare canale in presenza della suddetta.
Ahinoi, i siparietti ivi rappresentati sono laide menzogne, poiché il porcello si trasforma in salsicce e cotechini.
Dunque, stop ai cartoni animati edulcorati e via libera ai filmati sulle reali condizioni di queste bestiole destinate al macello.
Io tanto per garantire uno sviluppo psicofisico del fanciullo assolutamente corretto suggerisco anche una cura Ludovico a base di Pulp Fiction, Arancia Meccanica e Full Metal Jacket, tanto per far comprendere al pargolo che non è tutto Tot(oro) quello che luccica.
È lapalissiano che il popolo da sempre dotato di una spiccata sensibilità prêt-à-porter indossi questi capi di tendenza con estrema disinvoltura, quasi fossero creazioni di Vivienne Westwood.
E allora è tutto un commentare le notizie del giorno con frasi toccanti e poetiche, da scolpire nella memoria a mo' di pietra (che non sia ollare, o malnati, mi raccomando!). Fra i più fulgidi esempi di cotanti motti illuminati ricordiamo un preziosismo quale: "L’uomo è una m***a”. Al confronto di siffatta etica deontologica l’imperativo categorico di Immanuel Kant è davvero monnezza.
Condividere foto di poveri animali (soprattutto attraverso i social network, naturalmente) agonizzanti, dispersi e depressi è lo sport nazionale che ha soppiantato relativamente da poco il calcio: accedere a Facebook è come leggere il Bignami di Pet Sematary di Stephen King.
Per non parlare dell’immancabile raccolta firme per salvare, nell’ordine, ma non strettamente cronologico, il Fortunadrago di Fantàsia, le saracche delle Molucche e la tigre di Mompracem.
L’occasione è ghiotta e i tempi sono maturi anche per professarsi vegano, vegetariano o entrambe le cose, meglio se a tradimento.
Un classico esempio: “Buon Compleanno, amico mio carissimo. Perbacco, sono costicine quelle che vedo nella foto che hai postato? Sì? Ebbene, Cartaginesi, perseguitate con odio eterno la sua stirpe! Nascerà un giorno dalle mie ossa un vendicatore, che porterà la guerra tra le nostre genti. Scorrerà sangue infinito! Ancora auguroni di cuore e cento di queste guerre puniche, amico mio fidato!”.
Da un punto di vista strettamente antropologico possiamo delineare quattro macro categorie di militante alimentare: 1. Il pentito: “Ho partecipato a tutte le sagre della porchetta dai tempi di Diocleziano ma finalmente ho visto la luce”; 2. Il convertito: “Il Cugino Itt mi ha elencato le virtù dell’alimentazione fruttariana e grazie a lui adesso sono davvero un altro, porto anche i capelli lunghi pettinati sul davanti con sopra gli occhiali da sole”; 3. L’erede al trono: "La mia famiglia è vegetariana dall'era del Re Sole. Il re è morto, viva il re!”; 4. Lo schizofrenico, affetto dalla temibilissima sindrome di Harvey Dent: "Sono vegano duro e puro ma di mestiere vendo panini al prosciutto. Perché stai fissando la mia moneta?”.
Ma sto divagando, torniamo al nocciolo della questione. Orbene, io ritengo che non sia affatto corretto professarsi animalisti lanciandosi in accorate e accalorate invettive, con o senza mouse e tastiera, quando, tiro a indovinare, si possiedono gatti o cani sterilizzati in una manciata di metri quadri “Perché tanto gli animali si abituano”; non mi fido di chi afferma a cuor leggero: “Chi non rispetta gli animali non potrà amare i suoi simili”. Credo piuttosto che chi non rispetta i suoi simili non sarà in grado di amare gli animali.
Mi lasciano interdetta determinate frasi a favore della fauna ma sprezzanti nei confronti dell’uomo. Non dimentichiamoci di Socrate, Platone ed Epicuro, che hanno saputo coniugare l’amore per gli esseri viventi sia a due che a quattro zampe, perché nella mente e nel cuore c’è spazio per l’infinito, uomini e animali inclusi.
Per me vale di più l’istante in cui posso scorgere una bestiola addormentata sulla pancia del proprio umano sodale che decine di foto di animali disperati, condivise con freddezza e brutalità, senza uno straccio di riflessione.
Chi diamine ha stabilito che la sensibilizzazione deve passare attraverso immagini violente?
Perché gli articoli sono sempre corredati di foto a effetto? Perché mai quando si parla di cuccioli maltrattati o salvati compaiono immagini senza un contesto, senza una fonte precisa, che potrebbero avere una provenienza non esattamente cristallina e in parecchi casi non riguardano affatto il tema trattato ma sono state appiccicate lì in mancanza di altro?
E ancora mi domando perché mai le persone si debbano accapigliare, insultare, perfino maledire senza riuscire a esporre la propria teoria con serenità, soprattutto quando si trovano a commentare un testo online. Le teorie sono sempre quelle, gli improperi anche. Eppure continuo a meravigliarmi!
E allora, come un fulmine a ciel sereno, rifletto sul fatto che raramente sono rimasta sorpresa nel corso di una conversazione cartacea o vis-à-vis per via di una frase alla Evelyn Beatrice Hall: “I disapprove of what you say, but I will defend to the death you right to say”. Eh già, colpo di scena, la famosa frase da me citata non è affatto di Voltaire come la maggioranza delle persone crede, è una rielaborazione alquanto soggettiva del suo pensiero, tratta da The Friends of Voltaire del 1906 (ne approfitto per tessere le lodi de La Frusta Letteraria, attraverso la quale ho tratto codesta appetitosa chicca).
Una buona occasione, questa, per riflettere ancora una volta su una mia antica convinzione, ricevuta in dono da Eraclito: Polemos è padre di tutte le cose. La battaglia è un vero toccasana, specialmente quando ci si vuole distrarre, aggiungo io. Non importa quale sia l’argomento: il bricolage; il quindicidiciotto; il prosciutto cotto; il quarantotto: azzuffiamoci! E mentre il popolo si gratta… A dama c’è chi fa la patta…
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Michele Bastanzetti
10/01/2014 - 6:54
STREGHETTA CHE GUEVARA
Già 'sta Streghetta mi era simpatica perché ama Marziale e porta quel baschetto destellizzato alla Che Guevara de noantri ma ora...
PS: L'unico neo le sue dichiarate tendenze piromaniache ma come noto le streghe, v. il Malleus Maleficorum, hanno sempre qualche neo.
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Valentina Piovesan
10/01/2014 - 9:55
Basco da Gama
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LOLLO
10/01/2014 - 16:02
Non si può pretendere molto
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Valentina Piovesan
10/01/2014 - 18:56
Sorprendente!
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Michele Bastanzetti
10/01/2014 - 20:30
IL MACETE DELLA STREGHETTA
io l'ho detto subito che c'aveva classe. Ho un occhio particolare per individuare le purosangue.
Vai così, piccola Che Guevara! stringata, e tagliente come un macete.
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Valentina Piovesan
12/01/2014 - 18:13
Rambo, capitolo Times New Roman
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Scarpis Enrico
12/01/2014 - 13:23
QUANDO TUTTO CiO' FINIRA'?
il tuo articolo è fenomenale: ha colpito - con il tuo squisito humor tagliente - gli animalari (ultimamente vengono chiamati così, per distinguere quei, la feccia, dai "veri" animalisti, che invece amano gli animali e cercano di portare tesi alla loro posizione, discutendo con educazione) da vari punti di vista, azzeccatissimi.
Dalla loro totale ignoranza (più assoluta mancanza di volontà ad informarsi correttamente), alla loro incapacità di dialogare in maniera civile e razionale, all'uso strumentale e spregiudicato delle immagini ad effetto prive di qualsiasi fonte, contestualizzazione e attinenza.
Mi chiedo: quante persone riescono a capire tutto ciò che hai espresso in questo articolo? Quanto i media fanno effettiva corretta informazione riguardo l'argomento?
Pochissimi riescono ad affrontare l'argomento in maniera seria e razionale.
Pochissimi comprendono che questo scontro (da sola parte animaleria) porterà il nostro Paese alla rovina - per quanto riguarda non solo la Ricerca Scientifica, ma anche la Salute in generale. Non ci rimetteranno tanto i Ricercatori (tanto loro andranno all'estero, dove la classe politica li tutela), ma ci rimetteranno tutti i cittadini che non avranno una Sanità adeguata.
Quando tutto questo potrà essere affrontato serenamente e razionalmente? Quanto tutto questo potrà essere compreso da tutti i cittadini?
Complimenti per l'articolo! ;)
Un caro saluto
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Valentina Piovesan
12/01/2014 - 19:11
"Ti èsti". Che cosa è?
Ti ringrazio non solo per aver dedicato tempo al mio post, ma anche perché hai compreso appieno il messaggio in esso contenuto.
Ho letto veramente tutto e il contrario di tutto su questo spinosissimo argomento e spesso e volentieri rimpiango di non possedere un millesimo della saggezza di Ippocrate per districarmi in questo ginepraio. Socrate si domandava: "Ti èsti?": che cosa è? Come lui ritengo che di tutto ciò di cui si parla, si debba in primo luogo saper quel che si dice.
Non sono un medico, i miei studi sono umanistici. Vorrei dire di aver letto un numero sufficiente di saggi e di contributi in ambito scientifico, ma non è così e anche se l'avessi fatto, continuerei a dubitare e a cercare una risposta. Per mia natura, oltretutto, non mi fido di quel che leggo se non dopo scrupolosissima analisi; se la fonte è torbida come solo Internet sa essere non trovo davvero pace. Tuttavia una certezza ce l'ho: la fiducia che nutro nei giovani ricercatori di qualunque settore. Per questo coloro i quali senza un briciolo di competenza e ironia si improvvisano eruditi e criticano, stroncano, dileggiano e pontificano con incomprensibile astio e odiosa sicumera mi turbano assai. Perché tutto ciò che ha una simile natura non promette nulla di buono.
Carissimi saluti,
Valentina
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Scarpis Enrico
13/01/2014 - 9:59
Informazione fai-da-te
Inoltre hai detto una cosa splendida: "una certezza ce l'ho: la fiducia che nutro nei giovani ricercatori di qualunque settore". Questo è il punto: è NECESSARIO fidarsi di chi ha studiato PER ANNI, ha lavorato PER ANNI, perchè ha acquisito una conoscenza tale che non ha paragoni con nessun altro tipo di approfondimento che ciascuno di noi può fare dedicando un po' di tempo ad informarsi seriamente su Internet o sui libri.
Non ne usciremo MAI se non torneremo a FIDARCI dei professionisti. Ovviamente qualcuno è più bravo di un altro, ma questo non significa sminuirne la professionalità.
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Anonymous
12/01/2014 - 20:19
Infatti, Voltaire in origine
"
I disapprove of what you say, but I will defend to the death your right to fuck off
"
Che personalmente approvo al 100%!
:-P
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Scarpis Enrico
13/01/2014 - 10:05
Il diritto all'opinione
la massima di Voltaire (non sono sicuro che l'abbia detta in inglese...) è favolosa. Ma - per quanto mi riguarda - vale se una persona esprime la sua opinione in maniera civile, rispettosa della dignità e della professionalità altrui, ma SOPRATTUTTO con cognizione di causa.
Qui stiamo parlando di soggetti ignoranti, violenti e totalmente irrispettosi della dignità e della professionalità altrui, oltre che totalmente disinteressati al Bene della Comunità.
Secondo Lei, la massima che ha riportato si riferisce ad un diritto incondizionato? Io non credo proprio.
Il diritto all'opinione non equivale - a mio parere - al diritto incondizionato a sparare qualsiasi stupidaggine, senza un minimo di consapevolezza di ciò che si dice, e senza accettare una dialettica razionale!
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Scarpis Enrico
13/01/2014 - 10:07
Il diritto all'opinione
la massima di Voltaire (non sono sicuro che l'abbia detta in inglese...) è favolosa. Ma - per quanto mi riguarda - vale se una persona esprime la sua opinione in maniera civile, rispettosa della dignità e della professionalità altrui, ma SOPRATTUTTO con cognizione di causa.
Qui stiamo parlando di soggetti ignoranti, violenti e totalmente irrispettosi della dignità e della professionalità altrui, oltre che totalmente disinteressati al Bene della Comunità.
Secondo Lei, la massima che ha riportato si riferisce ad un diritto incondizionato? Io non credo proprio.
Il diritto all'opinione non equivale - a mio parere - al diritto incondizionato a sparare qualsiasi stupidaggine, senza un minimo di consapevolezza di ciò che si dice, e senza accettare una dialettica razionale!
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Anonymous
13/01/2014 - 20:30
Guarda, sono perfettamente d
Le chiacchere da bar sono una cosa, opinioni su fatti che presuppongono almeno una conoscenza di base è altra cosa.
E se per le prime l'educazione e il rispetto sono anche facoltativi, per il secondo scenario assolutamente no.
Per essere chiari e riferendomi ad un caso concreto: gli insulti ricevuti dalla studentessa padovana sono semplicemente vomitevoli e strasufficienti a marchiare gli autori come incivili, è per questo genere di persone che io applicherei la massima in versione 2...
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Michele Bastanzetti
12/01/2014 - 20:33
CLASSICHEGGIANDO
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Scarpis Enrico
13/01/2014 - 10:12
'sti santoni
Desolante.
Ma non mollo: una corretta divulgazione ed informazione medica sarà la soluzione! In realtà, non molliamo: c'è un grosso fermento tra i giovani medici/scienziati per svolgere una corretta informazione scientifica. Spero ne vedremo i frutti ben presto!
Usciremo da questa spirale di disinformazione.
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