08 novembre 2024
Categoria: Scienze e tecnologie - Tags: complottismo, complotti, medicina, neurologia, neuroscienze, psichiatria, disturbi di personalità
La cura per il cancro è già stata scoperta, ma le case farmaceutiche la tengono nascosta per guadagnare. L’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre è stato, in realtà, orchestrato dallo stesso governo americano. Non siamo mai sbarcati sulla Luna, è stato tutto girato in un set cinematografico. L’Area 51 nasconde segreti sugli alieni.
Sono gli esempi classici di teorie del complotto: eventi socialmente rilevanti possono essere distorti da alcune persone, portando allo sviluppo di credenze alternative. Queste hanno lo scopo di tentare di spiegare la causa di un evento in termini di macchinazione da parte di persone che governano il mondo intero “dietro le quinte”, all’oscuro di tutti.
Sono largamente sfruttate da giornali, trasmissioni televisive, registi, reporters, bloggers. Ci sono varie teorie sugli argomenti più disparati: politica, azioni militari, per non parlare della scienza e della medicina.
Mi sono sempre chiesto come mai ce ne siano così tante e perché diverse persone le sostengano, nonostante l’assoluta mancanza di prove. Le teorie del complotto hanno un notevole potere di influenzare le masse e negli ultimi anni la popolarità di queste teorie è aumentata notevolmente, grazie soprattutto alla facilità con la quale queste teorie si diffondono attraverso internet. Purtroppo queste speculazioni possono creare notevoli danni, soprattutto in medicina: credere ai “complotti medici” può portare a conseguenze tragiche, fatali.
Sembra che i ricercatori di psichiatria e psicologia possano spiegarci qualcosa di molto interessante…
Un recente studio (Douglas, Sutton, 2011) ha dimostrato come l’accettazione delle teorie del complotto dipenda dalla inclinazione alla cospirazione da parte della stessa persona. Normalmente in seguito ad un evento di elevata risonanza pubblica, la maggior parte delle persone giungerebbe ad una conclusione in termini coerenti con le prove che sono presenti. Il fatto che per questi eventi straordinari non ci sia un accesso illimitato alle informazioni “ufficiali” impedisce di accertare le spiegazioni corrette. Da questa “zona oscura” partono le teorie complottistiche, che vengono accettate da quegli individui che fanno uso della cosiddetta proiezione. Questa è definita come il processo mediante il quale i pensieri, i sentimenti e le motivazioni proprie dell’individuo sono attribuiti ad altri. Secondo Freud, padre della psicanalisi e primo a parlare di proiezione, questa tendenza sarebbe un mezzo inconsapevole e automatico per dare un senso al contesto sociale e per dare coerenza ad informazioni esterne contradditorie.
Le persone che credono ai complotti, di fronte a tali teorie, sarebbero portate a utilizzare la proiezione come strumento per capire cosa gli altri potrebbero aver fatto. Ad esempio: l’ipotesi che la vera cura contro il cancro sia tenuta nascosta, sarebbe ben accetta se l’individuo pensasse “sì, se fossi in quella situazione lo farei anch’io”, il che equivale a dire: “sicuramente l’hanno fanno, ce la stanno tenendo nascosta”. Dunque, credere ai complotti, non avrebbe il fine di scoprire la vera verità, ma dimostra che la persona, in quella situazione, farebbe lo stesso.
Un altro studio ha valutato la relazione tra la propensione a credere a queste teorie e la personalità del soggetto. Ne è emerso che chi crede alle teorie del complotto ha una maggiore propensione a saltare a conclusioni affrettate con prove limitate ed è per sua natura sospettoso. Sembra che questo modo di pensare rappresenti un tentativo per avere un maggior controllo sull’imprevedibilità del mondo esterno.
I sostenitori della cospirazione sono molto dubbiosi riguardo alle informazioni “ufficiali”: non ci credono, le criticano, le deridono; mentre non oppongono alcun tipo di critica a tutte le informazioni coincidenti con il loro punto di vista. Queste persone credono di ragionare in maniera equa, in realtà selezionano, involontariamente, le informazioni che alimentano lo scetticismo.
La cosa interessante è che i complottisti partono dalla convinzione ottimistica che è possibile trovare la vera verità e diffonderla a tutti, favorendo un grande e importante cambiamento sociale. Queste persone invitano a “aprire gli occhi”, criticando le informazioni ufficiali e diffidando anche degli esperti “ufficiali”.
Questa recente ricerca segna un passo in avanti rispetto a tutte le precedenti, che vedevano la credenza nelle teorie del complotto come un’insicurezza individuale, come la sfiducia nei confronti del prossimo, oppure come un vero e proprio disturbo psichiatrico.
Forse quest’articolo suscita in voi perplessità e interrogativi. La prima reazione che potreste avere è: “queste ricerche sono inutili”. La realtà è che non solo sono utili, ma sono effettivamente immerse nella nostra realtà e nella psichiatria. La predisposizione al complotto può diventare un vero e proprio disturbo psichiatrico. La tendenza a credere al complotto o l’avere un pensiero magico è un importante paradigma che i medici psichiatri e gli psicologi potrebbero ricercare per comprendere la personalità del soggetto.
Vuoi saperne di più? Approfondisci l'argomento leggendo l'articolo completo su "Bussola Medica".
Un’altra domanda che potrebbe suscitarvi il mio articolo: “uhm, sì, interessante, ma perché ne parla in un blog di medicina?”. Una prima risposta ve l’ho appena data: credere ai complotti potrebbe essere un segnale di un disturbo psichiatrico.
In realtà ho voluto scriverne un post non solo, e non tanto, per approfondire un disturbo psichiatrico, quanto per mettervi in guardia. Da cosa? Dai complotti su svariati temi medici: la cura segreta del cancro, le trame delle multinazionali farmaceutiche, la truffa dell’AIDS, il cancro (di nuovo?!) non è una malattia genetica, il cancro (ancora???) si può curare con il bicarbonato, i vaccini causano l’autismo, ecc.
Il mio mettervi in guardia potrebbe equivalere a dire “non credeteci”, ma soprattutto corrisponde a un invito ad informarvi in maniera adeguata. In che modo? Verificando l’autore prima di tutto (É un medico, un professionista della Sanità?), l’obiettivo dell’articolo (spinge il lettore a ribellarsi alle fonti “ufficiali”?), le fonti di informazione (riviste scientifiche? Siti autorevoli?), le prove che porta a favore della sua tesi (sono solo congetture, opinioni, oppure c’è qualche dato certo?). Molte, troppe volte è difficile leggere un articolo con criticità. Per questo il mio consiglio è quello di far fede alla medicina ufficiale, affidandosi al proprio medico e agli specialisti della Sanità.
Bussola Medica - Orientarsi nella divulgazione medica
Ti piace l'argomento? Leggi l'articolo completo "Io complotto, tu complotti, egli complotta..." e l'articolo "Ciarlatani! Come orientarsi nella divulgazione medica on-line"!
Le informazioni sopra riportate e tutti gli articoli del blog hanno solo un fine illustrativo: non costituiscono un consiglio medico, né provengono da prescrizione specialistica. Essi hanno lo scopo di spiegare tematiche mediche in modo comprensibile a tutti, senza, però, avere la presunzione di esaurire l'argomento in poche righe. Vi invito a rivolgervi al proprio medico curante, ai farmacisti e a tutti gli altri specialisti qualificati per chiarire qualsiasi dubbio riguardante la vostra salute. Il rapporto di fiducia, di stima reciproca e di confidenza tra medico e paziente deve essere sempre coltivato e salvaguardato con il massimo impegno possibile.
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Michele Bastanzetti
27/03/2014 - 19:55
NELLA FOSSA DELLA LEONESSA
Eccellente blog. Eccellente.
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Francesca Salvador
27/03/2014 - 19:59
MAH! STUDIO... PER STUDIO...
Gent.mo Enrico,
visto che Lei ha citato uno studio, mi permetto di replicare con un altro.
Poi starà ai suoi lettori trarre le conclusioni, a me non interessa convincere nessuno, come, non sono interessata ad infinite repliche.
Perciò mi asterò da ulteriori commenti.
Cordiali saluti,
Francesca
venerdì 16 agosto 2013
Recenti studi stabiliscono che i gonzi sono coloro che sostengono le menzognere versioni ufficiali, non i cosiddetti “teorici della cospirazione” (articolo del Dottor Kevin Barrett)
Uno studio referato conferma che i negazionisti ed i loro portavoce sono i veri psicopatici e sociopatici
In breve, il nuovo studio di Wood e Douglas suggerisce che lo stereotipo negativo del “teorico della cospirazione”, un fanatico che aderisce alle interpretazioni di una frangia, descrive, invece, con precisione le persone che difendono la versione ufficiale del 9 11, non quelli che la contestano.
Recenti studi di psicologi e sociologi negli Stati Uniti e nel Regno Unito suggeriscono che, contrariamente agli stereotipi dei media tradizionali, quelli etichettati come "teorici della cospirazione", sono più razionali di coloro che accettano aprioristicamente la versione ufficiale dei fatti contestati. Inoltre, lo studio ha appurato che i cosiddetti “cospirazionisti” discutono il contesto storico (ad esempio, l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy come un precedente per il 911) più dei negazionisti. […]
Entrambi questi risultati sono amplificati nel nuovo libro “Conspiracy theory in America” del politologo Lance DeHaven-Smith, pubblicato all'inizio di quest'anno dalla University of Texas. Il Professor DeHaven-Smith spiega il motivo per cui ai ricercatori ed ai cittadini non piace essere definiti "teorici della cospirazione". La dicitura fu coniata e promossa dalla C.I.A. per calunniare e diffamare le persone che non accettavano la 'verità' della Commissione Warren circa l’omicdio di John Fitzgerald Kennedy! "La campagna della C.I.A. per diffondere l'espressione 'teoria del complotto' nonché per rendere il tema della congiura un motivo di scherno e di ostilità deve essere riconosciuta, purtroppo, come una delle più riuscite forme di propaganda di tutti i tempi".
In altre parole, i negazionisti che usano i sintagmi "teoria del complotto" e "teorico della cospirazione" come un insulto sono la dimostrazione di una ben documentata, indiscussa, storicamente vera cospirazione per opera della C.I.A. atta a coprire i veri responsabili della morte di J.F.K. Quella campagna, tra l'altro, era completamente illegale e gli agenti dell’Intelligence coinvolti erano criminali. La C.I.A., ordinariamente infrange le leggi federali per condurre operazioni che spaziano dalla disinformazione agli assassini.
DeHaven-Smith chiarisce anche perché coloro che dubitano delle “spiegazioni” ufficiali a proposito di gravi crimini sono desiderosi di discutere il contesto storico. Egli osserva che un gran numero di "ipotesi di cospirazione" si è rivelato fondato e che sembrano esistere evidenti concatenazioni tra gli innumerevoli "delitti di Stato contro la democrazia". Un esempio palese è il legame tra l’assassinio di John Kennedy e quello del fratello Robert. Secondo DeHaven-Smith, dobbiamo sempre discutere di "omicidi Kennedy", al plurale, perché le due uccisioni appaiono essere eventi drammatici di uno stesso disegno scellerato.
La psicologa Laurie Manwell della University of Guelph afferma che l’etichetta "teoria della cospirazione" ostacola la funzione cognitiva. Ella conclude, in un articolo pubblicato dalla rivista “American behavioural scientist” (2010), che i sostenitori delle versioni governative non sono in grado di pensare con chiarezza a causa della loro incapacità di elaborare le informazioni in conflitto con una preesistente convinzione. (E’ un esempio di dissonanza cognitiva, n.d.t.)
Nello stesso numero di A.B.S., Università di Buffalo, il Professor Steven Hoffman aggiunge: "Le persone che rifiutano l’idea delle scelleratezze governative sono tipicamente vittime di un forte 'bias di conferma', cioè essi cercano le informazioni che ratificano i loro preconcetti, ricorrendo a meccanismi psicologici irrazionali per evitare un collasso psicologico dipendente da informazioni che entrano in contrasto con pregiudizi radicati".
L'estrema irrazionalità di coloro che attaccano le cosiddette "teorie del complotto" è stata sapientemente esposta dai Professori Ginna Husting e Martin Orr della Boise State University. In un articolo referato dal titolo "Dangerous machinery: ‘conspiracy theorist’ as a transpersonal strategy of exclusion,” scrivono: "Se ti bollo come ‘teorico della cospirazione’, poco importa se sostieni che esiste una macchinazione o se hai semplicemente sollevato una questione che avrei preferito evitare. A causa dell’espressione ghettizzante, sei a priori escluso dal dibattito”.
Ora, però, grazie anche ad Internet, le persone che mettono in dubbio le storie ufficiali non sono più escluse dalla conversazione pubblica. La campagna della C.I.A. per soffocare il dibattito e la ricerca con l’espressione "teoria del complotto" è al capolinea. Gli studi accademici dimostrano che logica e razionalità sono caratteristiche di chi dubita delle ricostruzioni di regime.
Non deve quindi meravigliare che i negazionisti si rivelino sempre più come uno stuolo di paranoici, incapaci di distinguere la realtà dalle imposture governative.
R.M.
ARTICOLO ORIGINALE
New studies: ‘Conspiracy theorists’ sane; government dupes crazy, hostile
Fri Jul 12, 2013 4:3AM GMT
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By Dr. Kevin Barrett
In short, the new study by Wood and Douglas suggests that the negative stereotype of the conspiracy theorist – a hostile fanatic wedded to the truth of his own fringe theory – accurately describes the people who defend the official account of 9/11, not those who dispute it.”
Recent studies by psychologists and social scientists in the US and UK suggest that contrary to mainstream media stereotypes, those labeled “conspiracy theorists” appear to be saner than those who accept the official versions of contested events.
The most recent study was published on July 8th by psychologists Michael J. Wood and Karen M. Douglas of the University of Kent (UK). Entitled “What about Building 7? A social psychological study of online discussion of 9/11 conspiracy theories,” the study compared “conspiracist” (pro-conspiracy theory) and “conventionalist” (anti-conspiracy) comments at news websites.
The authors were surprised to discover that it is now more conventional to leave so-called conspiracist comments than conventionalist ones: “Of the 2174 comments collected, 1459 were coded as conspiracist and 715 as conventionalist.” In other words, among people who comment on news articles, those who disbelieve government accounts of such events as 9/11 and the JFK assassination outnumber believers by more than two to one. That means it is the pro-conspiracy commenters who are expressing what is now the conventional wisdom, while the anti-conspiracy commenters are becoming a small, beleaguered minority.
Perhaps because their supposedly mainstream views no longer represent the majority, the anti-conspiracy commenters often displayed anger and hostility: “The research… showed that people who favoured the official account of 9/11 were generally more hostile when trying to persuade their rivals.”
Additionally, it turned out that the anti-conspiracy people were not only hostile, but fanatically attached to their own conspiracy theories as well. According to them, their own theory of 9/11 - a conspiracy theory holding that 19 Arabs, none of whom could fly planes with any proficiency, pulled off the crime of the century under the direction of a guy on dialysis in a cave in Afghanistan - was indisputably true. The so-called conspiracists, on the other hand, did not pretend to have a theory that completely explained the events of 9/11: “For people who think 9/11 was a government conspiracy, the focus is not on promoting a specific rival theory, but in trying to debunk the official account.”
In short, the new study by Wood and Douglas suggests that the negative stereotype of the conspiracy theorist - a hostile fanatic wedded to the truth of his own fringe theory - accurately describes the people who defend the official account of 9/11, not those who dispute it.
Additionally, the study found that so-called conspiracists discuss historical context (such as viewing the JFK assassination as a precedent for 9/11) more than anti-conspiracists. It also found that the so-called conspiracists to not like to be called “conspiracists” or “conspiracy theorists.”
Both of these findings are amplified in the new book Conspiracy Theory in America by political scientist Lance deHaven-Smith, published earlier this year by the University of Texas Press. Professor deHaven-Smith explains why people don’t like being called “conspiracy theorists”: The term was invented and put into wide circulation by the CIA to smear and defame people questioning the JFK assassination! “The CIA’s campaign to popularize the term ‘conspiracy theory’ and make conspiracy belief a target of ridicule and hostility must be credited, unfortunately, with being one of the most successful propaganda initiatives of all time.”
In other words, people who use the terms “conspiracy theory” and “conspiracy theorist” as an insult are doing so as the result of a well-documented, undisputed, historically-real conspiracy by the CIA to cover up the JFK assassination. That campaign, by the way, was completely illegal, and the CIA officers involved were criminals; the CIA is barred from all domestic activities, yet routinely breaks the law to conduct domestic operations ranging from propaganda to assassinations.
DeHaven-Smith also explains why those who doubt official explanations of high crimes are eager to discuss historical context. He points out that a very large number of conspiracy claims have turned out to be true, and that there appear to be strong relationships between many as-yet-unsolved “state crimes against democracy.” An obvious example is the link between the JFK and RFK assassinations, which both paved the way for presidencies that continued the Vietnam War. According to DeHaven-Smith, we should always discuss the “Kennedy assassinations” in the plural, because the two killings appear to have been aspects of the same larger crime.
Psychologist Laurie Manwell of the University of Guelph agrees that the CIA-designed “conspiracy theory” label impedes cognitive function. She points out, in an article published in American Behavioral Scientist (2010), that anti-conspiracy people are unable to think clearly about such apparent state crimes against democracy as 9/11 due to their inability to process information that conflicts with pre-existing belief.
In the same issue of ABS, University of Buffalo professor Steven Hoffman adds that anti-conspiracy people are typically prey to strong “confirmation bias” - that is, they seek out information that confirms their pre-existing beliefs, while using irrational mechanisms (such as the “conspiracy theory” label) to avoid conflicting information.
The extreme irrationality of those who attack “conspiracy theories” has been ably exposed by Communications professors Ginna Husting and Martin Orr of Boise State University. In a 2007 peer-reviewed article entitled “Dangerous Machinery: ‘Conspiracy Theorist’ as a Transpersonal Strategy of Exclusion,” they wrote:
“If I call you a conspiracy theorist, it matters little whether you have actually claimed that a conspiracy exists or whether you have simply raised an issue that I would rather avoid… By labeling you, I strategically exclude you from the sphere where public speech, debate, and conflict occur.”
But now, thanks to the internet, people who doubt official stories are no longer excluded from public conversation; the CIA’s 44-year-old campaign to stifle debate using the “conspiracy theory” smear is nearly worn-out. In academic studies, as in comments on news articles, pro-conspiracy voices are now more numerous - and more rational - than anti-conspiracy ones.
No wonder the anti-conspiracy people are sounding more and more like a bunch of hostile, paranoid cranks.
KB/HSN
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Michele Bastanzetti
28/03/2014 - 6:28
ARAMAICO
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Politicamente Scorretto
27/03/2014 - 21:36
Testimonianza
Giusto un paio di settimane fa mi sono documentato su un pseudo-economista con delle idee molto bizzarre a livello economico:risultato? Mi sono trovato davanti un personaggio completamente schizzato con grossi problemi psichici. Il brutto è che queste persone poi hanno un seguito.
Ottimo post Sig. Enrico
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Margis
27/03/2014 - 21:37
Interessante
Negli anni il complottista identificava IL nemico con i russi, gli ebrei, i comunisti, i fascisti.
Oggi lo identifica con "il potere", "il nuovo ordine mondiale", "la politica", "la medicina", "l'aeronautica", qualsiasi cosa rappresenti l'autorità, l'ufficialità, sono coloro che ci controllano, insomma, entità indefinite e create per giustificare i propri fallimenti.
Se nella vita non riusciamo nel nostro lavoro, nello studio, nella famiglia, la colpa non sarà mai nostra ma "dell'altro" che è tanto potente e diabolico da condizionare anche la mia vita.
Non importa CHI controlla il complottista, importa che lo controlla.
Un esempio? Le torri gemelle (prendo spunto dalla foto che correda l'articolo), crollate per mano di un manipolo di fanatici sono state invece minate e distrutte dagli stessi USA. Non esistono prove, non vi sono confessioni, sono morti migliaia di americani, abbiamo foto, documenti e prove ma il complottista non può accettare la soluzione più semplice perché sarebbe terribile, deve "giustificare" quell'atto, deve "complicarlo" ed affidarlo a qualcosa di enorme: l'autoattentato da parte dei servizi segreti. Come nei film.
Il complottista è solo, isolato e per questo cerca una comunità che lo ripari "dagli altri", salvo poi sospettare che anche in quella comunità si stia organizzando un complotto per farlo fuori. Figura affascinante. Non dimentichiamoci che i più grandi e sanguinari dittatori della storia erano dei complottisti modello.
Peccato che, nell'epoca di internet, frotte di paranoidi si riversano in rete regalando i loro deliri a gente ignara che li legge e, se una volta il "matto" era una figura popolare del piccolo villaggio, ora è un "meme" del villaggio globale.
Articolo interessante che fortunatamente bilancia altri articoli che ho letto su questo sito, decisamente di bassa levatura e, neanche a farlo apposta, deliranti e complottistici.
:-)
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Michele Bastanzetti
28/03/2014 - 6:26
BIGHELLONANDO
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Anonymous
28/03/2014 - 13:32
Ti sei dimenticato delle scie
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Michele Bastanzetti
28/03/2014 - 13:39
MOGIA MOGIA
Enrico ha talento, lo scrissi molto tempo fa.
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Remo Serafin
28/03/2014 - 23:24
LIBERTÀ DI PENSIERO
Questo evento, nella sua drammaticità, ha focalizzato l’attenzione di tutti ma, essendo roso dal tarlo delle strutture verticali, sia pure costruite con altre tecnologie, la mia attenzione è stata richiamata dal crollo dell’edificio n. 7, di 47 piani (WTC-7 o Salomon Brothers Building) che non era stato colpito da alcun aereo.
La versione ufficiale sostiene che la torre n. 7 è crollata a seguito dell’incendio sviluppatosi a causa dei detriti caduti dalle torri gemelle, ma raramente l’incendio in tale tipo di edifici a struttura metallica ne provoca il cedimento totale, e se accade, non è certo un crollo simmetrico e regolare come è avvenuto.
Avendo un minimo di conoscenza delle leggi statiche, quello che si può osservare nei vari filmati in circolazione, è la cronaca di una demolizione da manuale, avvenuta nell’arco di pochi secondi, con implosione controllata senza danneggiare gli edifici circostanti, come realmente avviene in casi simili, dove però, per minare correttamente un edificio di quelle dimensioni, sono richieste diverse giornate o settimane di lavoro e non si può certamente fare in breve tempo con un incendio in corso.
L’attacco alle torri gemelle sarebbe stato quindi il “falso scopo” per distruggere la torre 7 minata in precedenza? Certamente una teoria a dir poco azzardata, ma siccome la torre 7 conteneva uffici e archivi della CIA, l’ufficio bunker per le emergenze del sindaco Giuliani, gli uffici della SEC Securities and Exchange Commission (Commissione per i Titoli e gli Scambi) con documenti relativi a migliaia di cause per truffe aziendali della Tyco International, WorldCom e Enron, compreso quella da 70 miliardi di dollari ai danni dello stato della California, e dato che tutti questi documenti sono stati distrutti, è normale che insorga qualche dubbio, facilmente trasformabile in terreno fertile per le teorie complottiste.
Per quanto mi riguarda, l’unico dubbio è di natura “strutturale”, cioè il crollo anomalo della torre 7 rispetto alla versione ufficiale, per il resto, bufale comprese, ognuno è libero di pensare e credere quello che vuole.
www.ars-studio.it
P.S. Di seguito alcuni filmati tra i molti che girano sul web.
https://www.youtube.com/watch?v=4Y-wsULqzXU
https://www.youtube.com/watch?v=11KKHlKS4hI
https://www.youtube.com/watch?v=mWXDlr8FRIE
https://www.youtube.com/watch?v=mYD-ESKi4Lg
https://www.youtube.com/watch?v=2kM_ruUoINA
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Michele Bastanzetti
29/03/2014 - 7:53
IL MISTERO DEL CANILE
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Remo Serafin
29/03/2014 - 10:00
SHOW?
Non la conosco quindi per prima cosa dovrebbe presentarsi con nome, cognome, indirizzo e numero di telefono, perché a me “Bastanzetti” non dice nulla anzi, mi suona piuttosto come un nickname. Inoltre mi risulta che anche la Direzione di OT sia contraria agli anonimi. Cerchi quindi di adeguarsi;
Nel mio commento avevo espresso esclusivamente un dubbio di natura tecnica, e mi sarei aspettato che qualcuno, meglio informato, potesse dare un contributo di conoscenza.
Lei invece pubblica uno scritto sconclusionato che non ho capito se è uno show da cabarettista, oppure crede veramente in quello che scrive e quindi, in tal caso, anche lei dovrebbe essere un membro della confraternita dei complottisti. Di che cosa si occupa? Quali sono le sue competenze?
www.ars-studio.it
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Michele Bastanzetti
29/03/2014 - 12:10
LASCI PERDERE
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Politicamente Scorretto
29/03/2014 - 13:26
Non si può essere aggiornati su tutto
Comunque anche lei Sig. Bastanzetti mi fa dei commenti senza lasciare il n. telefonico, l'email ,il suo grado di studio, le sue referenze il suo codice fiscale e il numero della tessera sanitaria. Mi meraviglio di lei!!!! :-)
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Michele Bastanzetti
29/03/2014 - 14:05
GARAND
Ma non capisco perché l'Architetto Serafin non sia interessato, anche, al numero di matricola del GARAND 7,65 NATO che mi avevano assegnato sotto le armi.
Chissà dov'è finito, quel gioiello di precisione con calcio in radica.
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adriano bianchi
30/03/2014 - 14:13
La Mente mente...
By B.
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Anonymous
30/03/2014 - 15:08
E' troppo lunga per un bacio
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adriano bianchi
31/03/2014 - 12:48
baci
By B.
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