Da Milano a San Remo, 285 km in 48 ore. A piedi
Questo l'obiettivo del tecnico informatico del centro medico Giovanni XXIII di Monastier, Attilio Moregola: partirà il prossimo 12 aprile
| Angelo Giordano |
MONASTIER - 285 chilometri a piedi in 48 ore. È quello che si propone di fare il tecnico informatico del Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier Attilio Moregola, atleta 57enne con una grande passione per le maratone. Partirà il 12 aprile da Milano e dopo due giorni arriverà a Sanremo. Attilio Moregola, di Fossalta di Piave (VE), è uno dei pochi veneti (si contano sulle dita di una mano) che hanno deciso di mettersi alla prova in una delle competizioni più dure e difficili nel panorama internazionale delle maratone: la ULTRA MILANO SANREMO 2024, la gara internazionale dei record; la manifestazione podistica non-stop su strada più lunga d’Europa alla quale partecipano di media in ogni edizione 18 nazioni.
Il lungo e intenso allenamento di Moregola, durato sei mesi, lo ha visto aumentare gradualmente le distanze percorse quotidianamente, preparandosi così in modo completo sia fisicamente che mentalmente per questa straordinaria sfida. "Durante la gara conto di correre per 50 minuti e riposarmi per 10 minuti". Accanto a lui in questo percorso di preparazione, ci sono stati gli amici del gruppo sportivo "OLL Scars" di Fossalta, che hanno condiviso con lui le fatiche e i successi e che in occasione della Ultra lo seguiranno con un camper. Un passaggio cruciale nel percorso di preparazione di Moregola è stata la visita medica presso il Presidio Ospedaliero “Giovanni XXIII” di Monastier, che lo sosterrà nell’impresa e dove nei giorni scorsi ha superato con successo tutti i test previsti per gli atleti professionisti. "È fondamentale tenere sotto controllo ogni aspetto del corpo in vista di gare così impegnative", ha sottolineato Moregola. "La salute è la nostra risorsa più preziosa soprattutto in queste situazioni."
"E' un grande onore per noi essere al fianco di Attilio in questa straordinaria avventura e offrire il nostro sostegno medico professionale per garantire che affronti questa maratona in modo sicuro e sano. Nel mondo dello sport, essere consapevoli di avere il proprio corpo in condizioni ottimali svolge un ruolo cruciale anche a livello mentale durante una competizione - Commenta Matteo Geretto Responsabile Sviluppo e Comunicazione del Giovanni XXIII - Siamo un centro di riferimento per le più importanti società sportive e squadre del Veneto, e ci impegniamo a fornire il massimo livello di assistenza medica e supporto agli oltre 3500 atleti che ogni anno ci scelgono. Il nostro impegno nei confronti dello sport e della comunità va oltre il semplice trattamento medico. Sosteniamo pienamente l'iniziativa di Attilio perchè crediamo nei valori dello sport e che questo possa essere un potente strumento per il cambiamento sociale ma anche per il sostegno alle persone bisognose come in questo caso dove l’impresa è collegata anche ad una raccolta fondi”.
Per Moregola infatti, questa maratona non è solo una sfida fisica, ma anche un'opportunità per sostenere una causa importante: l'ANFASS di San Donà di Piave, un'organizzazione che si occupa di persone con disabilità. "Voglio vedere fino a dove posso spingere il mio corpo e la mia mente", ha dichiarato Moregola. "Ma voglio anche contribuire, nel mio piccolo, a migliorare la vita di coloro che hanno bisogno di sostegno." L'intera avventura di Moregola sarà documentata sul suo sito web www.moregola.it, dove sarà possibile seguire ogni passo del suo viaggio e fare donazioni all'ANFASS per sostenere la causa. Insieme a Moregola, diversi partner si sono uniti per sostenere questa iniziativa. Oltre alla Casa di Cura Giovanni XXIII di Monastier, l'officina auto "Turchetto" di Musile di Piave, "Ossida" di Fossalta di Piave e "Signal Therapy" e “Fulcro” di Monastier. Una collaborazione che dimostra come lo sport possa essere un veicolo per la solidarietà e il sostegno alle comunità.
Attilio Moregola, condivide un amore profondo per le maratone che va oltre il semplice atto di correre. Una passione così intensa da spingerlo a condividerla attraverso un libro: “Le impronte delle emozioni, storie di running”. Un racconto autobiografico che esplora l’attività di chi pratica la maratona spesso trascurata dai media ma radicata nell'antica Grecia. Il libro non si limita al punto di vista sportivo, ma esplora anche le profonde emozioni e le sfide interiori affrontate nel perseguire i propri sogni, diventando così una metafora delle sfide incontrate nella vita.