Donatella Rettore sorprende tutti con il suo monologo a “Le Iene Show” su Italia 1
La cantante di Castelfranco si è raccontata esibendosi poi con i suoi cavalli di battaglia – IL VIDEO DEL MONOLOGO
CASTELFRANCO VENETO – Donatella Rettore non finisce mai di stupire. Gli anni passano ma la sua energia sembra inesauribile. Domenica 1° dicembre è stata ospite del programma Mediaset “Le Iene Show” su Italia 1, condotto quest’anno da Veronica Gentili, accompagnata sul palco da Max Angioni, Eleazaro Rossi e Nathan Kiboba. Una trasmissione prevedibilmente intensa, durante la quale Rettore ha cantato i suoi cavalli di battaglia, da "Lamette" a “Splendido splendente”, in un’inedita coreografia con i simpatici Angioni, Rossi e Kiboba. Ma se del talento canoro di Donatella nessuno aveva dubbi e le esibizioni sono state una piacevole conferma viceversa hanno sorpreso le sue parole. Già perché durante la trasmissione ha tenuto il suo monologo, in parte inedito ma soprattutto schietto e carico di significati. Ecco il testo integrale del suo intervento, dai sogni di una bambina ribelle e sognatrice, al successo eclatante di una stella di prima grandezza del panorama musicale.
“Una mattina, quando avevo 10 anni, usciti casa lasciando un biglietto “addio vado a vivere con Mick Jagger”. Mia madre mi riacciuffo poche ore dopo in stazione ma quella fantasia, quella voglia di evadere sono rimaste per me sempre! E qualche anno più tardi incontrai Lucio Dalla che ascoltò le mie canzoni e mi disse “davvero ti rassegni a rimanere qui nella nebbia, a suonare per quattro amici”. Gli risposi che per mia madre potevo fare tutto tranne che la cantante: andava bene pure la suora, l'astronauta, a patto che rimanessi in una stanza, lontano dal sesso che era il suo grande tabù. Lui si disse "continua a scrivere, finisci il liceo in fretta e scappa di casa". Lo ascoltai! Il mio primo successo fu proprio un inno alla libertà sessuale, all'orgasmo negato alle donne: ha lasciato un fiore rosso sul candore di ogni letto “Lailolà”. L'anno dopo a Sanremo cantai “Carmela” che era un inno alla rivoluzione spagnola. Volevo squarciare quel muro di bigottismo di omertà e così sono nati album come: Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide, Estasi clamorosa, Magnifico delirio, Brivido divino. Inni alla vita e alla morte che spopolavano nel mondo ma in Italia erano tenuti un pochettino scandalosi. Tanto lo scandalo passa perché passa tutto nella vita, passa la giovinezza, passa l'amore, passano le fantasie e passa anche la paura”.
VIDEO del monologo di Donatella Rettore
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