TREVISO - Si sono incontrati un Google Meet, ieri sera dopo cena. Una ventina tra genitori e insegnanti di elementari e medie di Treviso decisi a dare battaglia, forse per la prima volta insieme, per rivendicare diritto all’istruzione e all’inclusione degli alunni con disabilità. Un anno scolastico iniziato nel peggiore dei modi per ragazzi e famiglie in situazioni di svantaggio: la mancata nomina dei docenti di sostegno, in aggiunta alle complicazioni organizzative di una scuola alle prese con il Covid, sta mandando in crisi il sistema della accoglienza e accompagnamento degli alunni con handicap.

Nelle due ore e passa di assemblea telematica se ne sono sentite tante di storie. Che fanno pensare. E adesso anche agire. “Ci siamo resi conto di aver aperto un vaso di Pandora fatto di silenzi da parte delle istituzioni, di mancanza di informazioni, di clientelismo, di frammentazione, di discriminazione, di mancato ascolto delle esigenze specifiche” - ha commentato dopo la riunione Cristina Tronchin, animatrice del gruppo riunitosi su Meet. Un momento di condivisione, non però di rassegnazione in cui “ genitori e insegnanti hanno portato i propri pesi e le proprie preoccupazioni: dalla stabilizzazione dei precari, all'accesso ai corsi di formazione per specialisti sul sostegno (pochi posti, esami di accesso durissimi, costi improponibili...3500 euro)”.

Poi la fatica dei genitori nel gestire il quotidiano - il "durante noi" - ma soprattutto l'impossibilità di accedere ad un sistema scolastico che preveda attività specifiche per bambini e ragazzi che abbisognano di una didattica specifica e mirata, che non può essere quella della lezione frontale di uso comune: “Stai al banco, io spiego, tu ascolti e scrivi".

Il tempo è scaduto. E se tra domani e dopodomani nomine degli insegnanti di sostegno finalmente avverranno “il nostro impegno non finisce qui: faremo squadra tra di noi così come abbiamo fatto in questi giorni perché la posta in gioco sono i diritti che non vengono rispettati”