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11 gennaio 2025

Treviso

La Lega perde. Ma Gentilini no

Flop del Carroccio nei maggiori comuni. Per lo Sceriffo, "è colpa di Berlusconi"

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

La Lega perde. Ma Gentilini no

TREVISO - Fra i nove comuni della provincia di Treviso (escluso il capoluogo) che rinnovano sindaco e assemblee sono due quelli di maggiori dimensioni nei quali la Lega Nord ha dovuto cedere il governo a liste concorrenti. A Vedelago, dove gli elettori sono poco meno di 14 mila, si è imposta con oltre il 65% dei consensi la venetista Cristina Andretta, ex assessore di area Pdl della giunta precedente, guidata dalla Lega ma caduta dopo un voto di sfiducia legato ad un progetto industriale che doveva sorgere a poche centinaia di metri da una villa palladiana. Andretta, sostenuta da varie liste civiche, fra cui Indipendenza Veneta, ha superato il candidato della Lega Nord, Fabio Ceccato, fermatosi al 34%. Il comune era commissariato dopo che il sindaco leghista uscente, Paolo Quaggiotto, era stato costretto a dimettersi su spinta della Lega stessa per non aver pagato l'Ici.

 

Cambio di colore anche a San Biagio di Callalta, oltre 10 mila elettori, dove l'esponente del Pd, Alberto Cappelletto, con il 26,65%, ha superato di pochi decimali la uscente Francesca Pinese, della Lega Nord.

La Lega ha fatto flop anche a Castello di Godego, dove nuovo sindaco è Pierantonio Nicoletti, che con la lista "Godego Viva" ha battuto la Lega Nord, che sosteneva il sindaco uscente. La lista civica "Istriana Libera" ha primeggiato a Istriana: primo cittadino Enzo Fiorin, per il secondo mandato. Male per il Carroccio anche a Mareno di Piave, dove si è imposto Gianpietro Cattai, con la lista civica Uniti per Mareno.

 

Alla Lega Nord rimane invece Motta di Livenza, poco più di 8 mila elettori, dove si è affermato il sindaco uscente Paolo Speranzon; Nervesa, dove il nuovo sindaco è Fabio Vettori; e Moriago, dove Giuseppe Tonello ha ottenuto il 57,60% dei voti.

 

Neppure un vecchio 'leone' come l'84enne Giancarlo Gentilini riesce nel miracolo per una Lega Nord in caduta di consensi anche nella roccaforte Treviso. Giovanni Manildo, candidato del Pd, ha superato lo Sceriffo di 8 punti. Non una sorpresa in tutti i sensi per i Democrats, che qui già alle politiche di febbraio erano diventati il primo partito in città con il 25,9%. Gentilini insegue, quindi, ma il suo appeal sui trevigiani non pare essere venuto meno, dato che nel 34% dei consensi che ha raccolto, il 20% proviene dalla lista civica che porta il suo nome, solo l'8% dalla Lega e circa il 5% dal Pdl.

Nel capoluogo, l'8 e il 9 giugno, si andrà quindi al ballottaggio tra Manildo e Gentilini, con il secondo, eventualmente, a poter contare sull'appoggio del terzo incomodo, il 're' del caffé Massimo Zanetti, area centrodestra, il quale ha inviato i suoi elettorali a schierarsi al secondo turno con l'ex sindaco "sceriffo" della Lega. Manildo, invece, si augura di portare alle urne chi è rimasto a casa in questo primo turno, per convincerli "che a Treviso un cambiamento è possibile".

 

"Il ballottaggio mi entusiasma - ha dichiarato Manildo - perché è la prospettiva di confrontarsi con chi vuole l'immobilismo per proporre la discontinuità, è un'esperienza affascinante". "In un momento come questo le risate e gli slogan ideologici di Gentilini - ha aggiunto - lasciano il tempo che trovano, le paure che sventaglia sono paure che fanno sorridere". "Noi - ha concluso - siamo andati oltre le ideologie, siamo andati su un progetto molto concreto che la Lega non sa proporre".

 

Esperimento 'amministrative' già fallito invece per il Movimento 5 Stelle, che non ha neppure avvicinato il risultato boom che ottenne alle politiche di febbraio 2013, quando qui aveva raccolto il 23,4%, drenando 2 voti su 3 proprio al Carroccio. Il candidato dell'M5S Alessandro Gnocchi, acclamato da una piazza piena quando era giunto a suo sostegno Beppe Grillo, al momento supera di poco il 6% dei voti. Più indietro, con risultati intorno al 2-3% gli altri due candidati sindaco, Beppe Mauro, di area centrodestra, e l'indipendentista Alessia Bellon, che ha distribuito assegni che - visti i risultati - si possono buttare.

Massimo Zanetti si augura che la città rimarrà in mano al centrodestra. Il candidato ha indirettamente fornito un'indicazione di voto al ballottaggio per Giancarlo Gentilini: "Io ho dato la mia disponibilità per cambiare le cose - ha dichiarato - ma bisogna accettare il voto così. Penso che l'elettore moderato che ha votato per noi non possa dare il voto a sinistra, e il mio invito è perciò quello di continuare a votare a centrodestra".

Nessuna indicazione di voto, invece, da parte dei grillini.  "Saranno gli elettori - ha dichiarato Alessandro Gnocchi - a decidere al ballottaggio, confrontando i due programmi elettorali".

 

Per Giancarlo Gentilini "è colpa del Pdl se i voti arrivati sono stati pochi". Lo ha detto ieri sera intervenendo in diretta ad Antenna Tre Nordest. "La Lega - ha aggiunto - ha mantenuto la quota raccolta alle politiche, e io sono più forte della Lega". Rispetto all'invito di Massimo Zanetti al suo elettorato di appoggiare Gentilini al ballottaggio, lo stesso Gentilini ha detto di apprezzare ma di "non accettare voti di scambio", intendendo con questo che non riserverà per questo in caso di vittoria posti in giunta alla compagine di Zanetti.

"Ora farò 'la santa alleanza' con il centrodestra, perché deve capire che a Treviso l'egemonia comunista nessuno la vuole. La falce e martello, il potere bolscevico a Treviso non ci sta assolutamente bene". Gentilini non vede vie di mezzo: o lui, o i "comunisti".  "Speravo in qualcosa di meglio - ammette l'amministratore 84enne - dato che avevo l'appoggio del Pdl e della Lega, che invece sono stati deludenti. La mia lista invece ha tenuto in pieno". "Se ho avuto questo risultato - insiste - è merito della 'Lega di Gentilini'. Se non c'ero io qui era finito tutto".

 

"D'altronde - prosegue - c'era da aspettarsi che non si potesse vincere al primo turno dopo i disastri dell'ultimo governo Berlusconi-Bossi e le cose successe all'interno della Lega". Ai suoi avversari del centrosinistra l'ex sindaco sceriffo non tende neanche un dito: "Nessun confronto pubblico con quella gente, sono ragazzini che abbaiano alla luna, non sanno niente della città Manildo e i suoi amici. Sono e restano comunisti. Con loro al Governo anche Treviso sarebbe una città dove si dà la cittadinanza a chi nasce sugli arenili delle spiagge, dove sparirebbe il reato di clandestinità, dove si appoggerebbe chi occupa abusivamente alloggi pubblici".

 


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