Treviso - Il senatore leghista e sindaco di Chiarano, Gianpaolo Vallardi, ha proposto di intitolare le scuole venete nomi di personaggi veneti e che siano i sindaci a fare la scelta. "E' più importante pensare ai nomi delle scuole o alle scuole, alla qualità dell'insegnamento e alla sicurezza degli edifici? La Lega, mi pare, ha scelto la strada più facile, quella dell'esercizio di toponomastica?”.

Si chiede il coordinatore provinciale del Partito Democratico Enrico Quarello che precisa che la proposta non è di per sé sbagliata, “anzi può rappresentare un modo di rendere più consapevoli i giovani e le comunità sulla ricchezza del nostro patrimonio culturale”.

L’esponente del Pd sostiene, invece, che l’iniziativa del parlamentare del Carroccio è “la solita esagerazione ideologica, perché assegnare ai sindaci il compito di dare il nome alle nuove scuole carica tutto di un fortissimo significato politico, che francamente è l'esatto contrario della promozione della cultura".

"Più che di una cosa utile - ha aggiunto il coordinatore provinciale del Pd - a me sembra la solita sparata in salsa iperlocalistica che serve a non parlare dei problemi veri, tra cui il nodo dell'assegnazione delle cattedre.

Le priorità delle nostre scuole - di cui i sindaci dovrebbe occuparsi - sono altre, cominciando da un piano di messa in sicurezza che riguardi soprattutto le materne parificate, spesso gestite dalle parrocchie con pochissimi fondi, e che in provincia di Treviso, come succede a Visnadello, sono in una condizione di fortissima precarietà strutturale che rappresenta una seria minaccia all'incolumità dei bambini e delle insegnanti".

Quarello si dichiara disponibile a qualsiasi ragionamento sia utile per valorizzare il patrimonio culturale locale “ma non ad assecondare le sciocchezze”.

“Sarebbe bello che i nostri eletti in Parlamento, come Vallardi, possano essere ricordati, anche intitolando loro delle scuole, per proposte di legge o iniziative parlamentari dirette a migliorare la qualità della vita dei cittadini e di sostegno ai più deboli, non per queste leggerezze".