Tappezzate di striscioni le scuole trevigiane: "A gennaio si torna!"
Nell'ultimo giorno prima delle vacanze di Natale, le organizzazioni studentesche hanno lanciato un monito al Governo e alla Regione: "Garantiscano il diritto allo studio".
TREVISO - A gennaio a scuola ci vogliono ritornare gli studenti delle superiori. E siccome temono che nelle prossime due settimane – quelle della vacanze di Natale – di tutto si parli tranne che della scuola, visto che sarà sospesa l’attività didattica, hanno pensato di mandare un messaggio, oggi, al termine della canonica “lectio brevis”. Un monito, di quelli destinati a rimanere impressi. E per meglio rendere l’idea ieri mattina hanno affisso degli striscioni davanti alle principali scuole di Treviso e Mogliano: “Il rientro al 7 gennaio non è per nulla scontato ed è fortemente condizionato dalla disponibilità di mezzi di trasporto adeguati alle esigenze di spostamento di studenti e insegnanti. Per questa ragione i manifesti rappresentano proprio quegli autobus, il cui numero inadeguato, associato a una colpevole mancanza di pianificazione dei trasporti, ha portato alla sospensione della didattica in presenza dopo poco più di un mese dall’inizio della scuola. Un triste primato italiano, in controtendenza con molti altri stati Ue che hanno chiuso le scuole solo come extrema ratio”.
Non solo trasporti, naturalmente. Preoccupano l’inadeguatezza degli spazi e la sostanziale assenza di supporto psicologico per gli studenti e per le studentesse, che in questi mesi di didattica a distanza hanno patito la mancanza delle fondamentali relazioni sociali ed educative di cui hanno bisogno come l’aria. “In definitiva, mancano le misure di sicurezza basilari che possano tornare a dare una prospettiva alla scuola italiana, che per ora vive solo tamponando l’emergenza”. Non hanno certo intenzione di fermarsi qui e adesso le organizzazioni studentesche: Coordinamento, Rete e Comitato priorità alla scuola annunciano per gennaio ulteriori azioni se Stato, Regione e Comuni, secondo le rispettive competenze, non torneranno a garantire un effettivo diritto allo studio.