BUONA DOMENICA By by lord lord Trump: lo spettacolo è finito
Si è insediato mercoledì il successore dell'eccentrico "The Donald" che in quattro anni non si sa se abbia fatto più ridere o piangere
TREVISO - Diciamolo: un pochino, un briciolo appena, di Donald Trump potremmo persino sentire la mancanza. Lui però si è affrettato a rassicurare: “Tornerò”. Fine della parentesi nostalgica. Non avesse avuto in pugno il destino di molti e la sorte di tutti (leggi: codici nucleari), si potrebbe pure provare quel retrogusto di malinconia - leggerissimo, beninteso - come quando finisce lo spettacolo al circo. Un mattatore “The Donald” lo è stato: ha solo sbagliato palcoscenico. L’esibizionismo ha prevalso, al netto di decisioni perniciose e di prese di posizione raccapriccianti. Più gravi le più recenti: dalle pressioni esercitate - e intercettate - sul segretario di Stato della Georgia per sovvertire l’esito del voto, alla istigazione alla violenza sfociata a Capitol Hill, passando per gli insulti sessisti e le dichiarazioni razziste. A svergognare l’America ci è riuscito un giorno sì e l’altro anche perché gli bastava mettere il naso fuori dalla Casa Bianca per creare imbarazzo.
Il meglio di sé lo ho sempre dato però negli incontri ufficiali con Capi di Stato e di Governo. Sul web circola ancora il video dell’esterrefatta interprete incaricata di tradurre il colloquio tra Donald e il nostro Presidente della Repubblica, ribattezzato - non si sa quanto affettuosamente - “Mozzarella”: “Ho molto rispetto per l’Italia, alleata dell’America dai tempi degli antichi romani”- ha garantito il tycoon, con qualche debito formativo in Storia. In credito con Trump invece è il Presidente del Consiglio italiano per il nome d’arte: Conte “Giuseppi”. A Carlo d’Inghilterra ê andata anche peggio, sentendosi incoronare Prince of Whales (principe delle balene), invece che del Galles (Wales). Nomi storpiati. Strafalcioni storici. Celodurismo allo stato puro: “Guardate me, sono in gran forma, meglio di come stavo a vent’anni” - aveva giurato esortando a non temere di ammalarsi di Covid. Poi però sono dovuti andare a prelevarlo in elicottero, ricoverarlo e “bombardarlo” per giorni e giorni di Remdesivir per salvargli la pellaccia.
Ma il fisic du role, quello è stato proprio il suo forte, al contrario: il protocollo, l’eleganza e la cortesia. Lo stile da autentico lord: a Londra, dopo averla salutata con una vigorosa stretta di mano nel giardino di Buckingham Palace, rifilò alla regina pure una poderosa pacca sulla spalla non appena deglutito il pranzo di ricevimento. Sicuramente una cortesia, dal suo punto di vista, per aiutare la digestione alla testa coronata più anziana in circolazione. Identica grazia da elefante in una cristalleria è stata impiegata durante un vertice Nato: impaziente di cominciare i lavori, sollecitò a suo modo i convitati, spintonando il primo malcapitato, il presidente del Montenegro, dentro alla sala riunioni. Del resto è sempre “andato a braccio” Donald Trump. Se non fosse per il fatto che per quattro anni ha fatto tremare le vene ai polsi, ci sarebbe anche un tantino da rammaricarsi per la fine delle trasmissioni.
BUONA DOMENICA