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16 luglio 2024

Vittorio Veneto

Che martirio il porfido di via Martiri a Serravalle!

Fatto e rifatto e superpagato il rivestimento di via Martiri fa più danno che altro. Eppure attira l’elettore. O forse no

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

Che martirio il porfido di via Martiri a Serravalle!

VITTORIO VENETO - Così parlò, a fine ‘800, il predicatore J. F. Clarke: “Un politico pensa alle elezioni; uno statista alle prossime generazioni. Un politico pensa al successo del suo partito; lo statista a quello del suo paese”. La frase venne fatta propria da tal Alcide De Gasperi, primo capo di governo dell’Italia Repubblicana uscita dalla guerra sfasciata nel corpo e nello spirito e che grazie a uomini e donne come lui ritrovò lo scatto per risollevarsi. Per capire uomo e tempi, senza studiar tanta biografia, basti ricordare quella del cappotto.

 

Quando lo invitarono negli USA consigliando di portarsi la pelliccia perché faceva freddo, rispose “Non ce l’ho e non ho i soldi per comprarla”. Saputo del problema due suoi sottosegretari, senza dirglielo, recuperarono della stoffa, un po’ d’astrakan e gliene fecero uno sostituendo quello, liso, che stava usando. Alcide se lo portò negli USA che per la ricostruzione ci diedero montagne di dollari. Dignità-sobrietà-responsabilità-onestà-miracolo economico; a seguire tangentopoli-privilegi-populismo-debito pubblico mostruoso. La casta d’oggi, assenti i De Gasperi, è sempre concentrata su come adescare l’elettore, chiamato alle urne di continuo. E a colpi di grancassa la scaletta della serie “Come t’intorto l’elettore” è già stata annunciata anche a Vittorio. Tra i Lavori Pubblici qual è quello che, creando tangibili disagi, dà più visibilità? Mais oui, Le Grand Buffét d’ Asfaltò!

 

E così, celate nella manica per cinque anni, ecco spuntare all’ultima mano del mandato le trafficate vie Manin, Petrarca, Duca D’Aosta. Non poteva mancare via Martiri che con rispetto per i Martiri veri, continua a provocare tribolazioni a residenti e transitanti fin dall’ inizio del terzo millennio. Da antologia la foto di Scottà e Zaia accovacciati in modalità piastrellista nel posare il primo cubetto di porfido, quasi un totem. Ho perso il conto di quante volte è stato rifatto quel pezzo di strada ed è inutile chiederne a Vossìa il costo totale; la trasparenza, come in Bielorussia, è tabù. E’ invece assodato che incaponirsi a usare quel manto in quel luogo, che sempre resterà ad alta percorrenza nonostante il traforo, dimostra che gli Illuminati hanno con la realtà un problema di allergia. Perché, la cosa sensata, sarebbe invece gettare dell’asfalto drenante e fonoassorbente; vista pure la necessità di combattere polveri ed inquinamento acustico che il porfido sconnesso, invece, aumenta. Ma quel porfido è diventato un dogma da difendere a oltranza. Eliminarlo varrebbe certificare di aver commesso un errore e di aver perso tempo e denaro.


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