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03 gennaio 2025

Vittorio Veneto

Forconi, "Tutti a casa. E la libertà in mano all'esercito"

Eccoli, i manifestanti del casello di Vittorio Veneto

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

VITTORIO VENETO - Alle ultime elezioni, hanno votato il Movimento 5 Stelle. Qualcuno, non ha votato per niente. Mentre c'è chi elude la domanda (indiscreta) con un "Il voto è segreto". Ma ora, non ne possono più, e vogliono "mandare tutti a casa". Il presidio del "9 dicembre" è approdato (con una settimana di ritardo) a Vittorio Veneto. I manifestanti, giubbettino fluorescente targato Life, si sono posizionati al casello autostradale di Vittorio Veneto Sud. E lì, rallentano il traffico, distribuiscono volantini e fanno sapere che: "la città c'è".

 

Si sentono vicini, l'uno all'altro. Solidali, compatti, uniti contro "un governo che mangia, senza far nulla", contro "una classe dirigente marcia, da buttare via". A parlare a nome dei manifestanti, Pablo Donà (foto a sinistra), fotografo, residente a Vittorio Veneto. "Stamattina - riferisce Donà - eravamo in 35. Abbiamo fatto volantinaggio, e continuiamo tuttora. La gente si ferma volentieri, questo non è un blocco, ma un rallentamento. Ci sono molte persone che ci portano da mangiare, o che ci danno qualche offerta. Sanno che siamo pacifisti e che non facciamo male a nessuno". Cosa fate, allora? "Il nostro obbiettivo è quello di mandare tutti fuori dalle scatole". E poi? " Poi facciamo tutto da capo, ex novo. E usciamo dall'euro". Anche Luigi Fiabane (foto a destra), disoccupato, vittoriese, concorda: "E' difficile dire chi c'è di marcio al governo, per questo vanno eliminati tutti". Luigi, alle scorse elezioni, ha votato il Movimento 5 stelle, come Mario Bolzan (a sinistra), pensionato di Corbanese, che sta al presidio per "far presenza, e dare supporto ai giovani che non hanno futuro". Pensionata anche Laura Zanchetta, il voto a ai 5 stelle alle scorse elezioni, e la coscienza di "Tante cose che non vanno bene", e la certezza che, al governo, "nessuno si salva". Marzia Scussolin (in basso a sinistra), alle politiche, non ha nemmeno votato. "Quelli che stanno al governo sono andati su con un colpo di stato - dichiara - è una dittatura, che va fatta cadere. Io sono disoccupata, ma una casa ce l'ho. E sono qui perché penso a chi sta peggio di me". Al presidio di Vittorio Veneto sud c'è anche Paolo De Nardi (in basso a destra), disoccupato, nessun voto alle passate elezioni, ma una certezza: "L'Euro, e il Parlamento Europeo, sono un gioco di dominii. L'unico sistema per uscire da questa situazione è uscire dall'Euro, e dall'Unione Europea. Serve la sovranità monetaria, e politica". E con il presidio si raggiungono questi obbiettivi?"Intanto mandiamo tutti a casa. E poi istituiamo un governo costituzionale, o una consulta. Potrebbe essere l'esercito stesso a farsi garante della libertà finché non si va a nuove elezioni".

 

Al presidio, c'è chi sbotta. "Perchè la polizia locale non devia il traffico da Ogliano invece di far sì che tutti finiscano intasati alla rotatoria dell'autostrada?", si chiede Omar Lapecia Bis, insegnante in ritardo per gli scrutini. "Se un insegnante non si presenta o blocca gli scrutini c'è l'accompagnamento coato da parte della forza pubblica - scrive l'insegnante su Facebook, in coda - Ora io ho gli scrutini è più di mezz'ora che siamo bloccati a Vittorio Veneto sud. Ho fatto gentilmente presente ai carabinieri di Vittorio Veneto che c'è questo problema. La risposta? "Prima o poi passerà" Il solerte milite, a cui ho fatto notare come abbiano bloccato un'ambulanza e calato tirapungi,  mi ha anche detto di non fare polemica".

 

 


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Stefania De Bastiani

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