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23 aprile 2024

Conegliano

OMICIDIO DAVID, CHIESTO L'ERGASTOLO PER GEREMIA

L'accusa chiede anche l'isolamento diurno

| Milvana Citter |

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OMICIDIO DAVID, CHIESTO L'ERGASTOLO PER GEREMIA

CONEGLIANOErgastolo e isolamento diurno per 6 mesi per Gennaro Geremia, il 48enne di Visnà di Vazzola imputato per l'omicidio volontario premeditato di Eliseo David (in foto), il pensionato 71enne di Campologno, soffocato nel suo letto la notte del 15 settembre 2010. A chiederlo ieri in aula, dopo una requisitoria di tre ore, il pubblico ministero Barbara Sabattini. Il processo è stato aggiornato al 3 maggio quando, dopo le conclusioni della difesa, la corte formulerà la sentenza.

L'accusa «Questo non è un processo indiziario ma si basa su una prova certa, la chiamata in correità di Geremia da parte del complice reo confesso Ivan Marin e si tratta di una prova valida in quanto Marin è un teste attendibile».

Queste le dichiarazioni del pm Sabattini durante la lunga requisitoria nella quale ha definito Geremia (in foto a lato): «Un uomo aggressivo e scaltro, che ha agito con un movente economico». Fondamentale secondo l'accusa, la personalità del napoletano e le sue difficoltà economiche – disoccupato, con 5 figli e le pressanti richieste di alimenti da parte dell'ex moglie -. L'uomo sarebbe stato identificato come il possibile killer da Marin, che lo avrebbe coinvolto in un «patto scellerato per uccidere» dopo essere stato assoldato dalla moglie della vittima, la 61enne Laura De Nardo. Entrambi, Marin e De Nardo, sono già stati condannati in primo grado rispettivamente a 30 e 18 anni. Un uomo, Geremia, definito dall'accusa: «Aggressivo e scaltro, capace di intimidire chi lo contrasta con metodi mafiosi, come ha fatto con Marin minacciato in carcere».

A pesare sul quadro accusatorio anche l'abili fornito dal napoletano: «Non solo inconsistente ma addirittura mendace. Geremia ha scelto di coinvolgere i figli. Una scelta infelice visto che uno di loro ha reso dichiarazioni smentite punto su punto, cosa per la quale ho già chiesto la trasmissione degli atti del processo alla procura per un'eventuale accusa di falsa testimonianza».

Sabattini ha chiesto alla corte una condanna netta, con la pena più grave dell'ergastolo sulla quale pesano le aggravanti della premeditazione e, per estensione, del «rapporto di coniugio», perché Geremia sapeva che la vittima era il marito della mandante.

La difesa Dopo la requisitoria dell'accusa è stata la volta delle arringhe del collegio difensivo composto dagli avvocati Giuseppe Gulli e Fabio Crea. Ad iniziare proprio Gulli che ha cercato di scardinare la chiamata in correità: «Non si può fondare una condanna solo sulle accuse di Marin, un uomo definito dal suo stesso padre come un “fannullone” che per due volte lo ha mandato in fallimento rubandogli i soldi destinati ai fornitori della sua panetteria. I riscontri di cui parla l'accusa, vanno individualizzati e nulla di quanto accertato individua Gennaro Geremia come l'esecutore materiale del delitto».

Secondo il difensore, sarebbe invece Marin la mente criminale: «E' lui che racconta di aver indossato la notte del delitto una felpa al contrario, per non farsi riconoscere e di aver alzato il cappuccio per evitare di lasciare tracce di sudore. Così come è lui stesso a raccontare di aver pulito il pavimento in casa di David per rimuovere eventuali impronte».

 


| modificato il:

Milvana Citter

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