PROVINCIA, MENO SOLDI PER L’IMMAGINE, PIU’ PER I DISOCCUPATI
Calesso e Dore: “Muraro aiuti anche gli stranieri che pedono il posto di lavoro”
| Laura Tuveri |
Treviso - “Quanti dei settanta lavoratori stranieri dipendenti della Cooperativa Lavoro e Lavoro che rischia il fallimento potranno accedere al fondo della Provincia se verrà rifinanziato mantenendo gli attuali criteri di esclusione dei cittadini non italiani?”
Se lo chiedono Luigi Calesso (Un’altra Treviso) e Francesca Dore dell’associazione Difesa Lavoratori in merito al Fondo di disoccupazione che la Provincia ha attivato e distribuito a 500 persone, 1.000 euro a testa, in cui si diceva che ne avevano fruito anche una percentuale, seppure minima, di stranieri che avevano acquisto la nazionalità.
“Il presidente Muraro – affermano Calesso e Dore - continua a negare ipocritamente l’evidenza della discriminazione nei confronti degli stranieri, discriminazione contenuta nel bando per i fondi a sostegno dei lavoratori disoccupati varato dalla Provincia.
Ancora una volta tenta di dimostrare che la Provincia è equanime spacciando per straniere delle persone che, pur nate in altri Paesi, oggi hanno la cittadinanza italiana e che, quindi, anche volendo non avrebbero potuto essere in alcun modo escluse dalle provvidenze dell’ente provinciale. Per dimostrare che la sua iniziativa è veramente non discriminatoria il presidente Muraro basta che risponda alla nostra domanda”.
I due attivisti continuano a sostenere che se la Provincia avesse speso in pubblicità la metà dei soldi che ha utilizzato per propagandare l’apertura della nuova sede sulla stampa locale molto probabilmente sarebbero stati ben più numerosi i lavoratori disoccupati informati dell’esistenza del fondo e le richieste di accesso al contributo avrebbero potuto essere migliaia e non poche centinaia e forse i contributi sarebbero arrivati veramente ai lavoratori che ne hanno maggiore bisogno.
“La Provincia è arrivata a pubblicizzare la propria struttura di formazione professionale sul periodico di Unindustria Treviso (come se a scuola dovessero andarci gli imprenditori) ma non ha investito un euro per informare i trevisani dell’esistenza del fondo a favore dei disoccupati” questo è il segno evidente di un altro ulteriore spreco come lo sono stati i 108 mila euro spesi per la festa di inaugurazione della sede al Sant’Artemio, gli oltre 12 mila euro per l’acquisto del tavolo di cristallo di alto design che Calesso ha battezzato “tavolo in vetro di Muraro” e i 10 mila euro stanziati, sempre dalla Provincia, per la fallimentare “Festa del popolo veneto.
“Questi fondi – si chiedono Calesso e Dore - non avrebbero potuto più utilmente essere utilizzati per integrare la dotazione del fondo di sostegno ai disoccupati e per comunicarne l’esistenza ai trevisani (anche quelli di cittadinanza non italiana?”