29 novembre 2024
Categoria: Scienze e tecnologie - Tags: cereali integrali, raffinazione, etichette
No, il più delle volte alla scritta "integrale" non corrisponde un prodotto costituito realmente da farina integrale.
Negli ultimi anni, sulla spinta dell'aumentata richiesta dei consumatori, l'industria alimentare ha iniziato ad ampliare la proposta di cibi integrali: pane, fette biscottate, crackers, pasta.
E' sicuramente un dato confortante sapere che possiamo, mettendoci tutti insieme, orientare la produzione alimentare verso cibi più salutari. Purtroppo il diavolo ci mette la coda e come sempre bisogna fare attenzione alle etichette.
Per capire meglio iniziamo da qui: il chicco di qualsiasi cereale (riso, orzo, farro, frumento, kamut, avena, segale) è fatto di involucro esterno (crusca, ferro, vitamine del gruppo B importanti per il metabolismo energetico), germe (embrione della nuova piantina, ricco di acidi grassi, enzimi, vitamina E) ed endosperma (contiene glutine e amido, un carboidrato complesso fonte di energia).
Macinando il chicco intero otteniamo la farina integrale, mentre la farina bianca è ottenuta dalla macinazione del chicco ripulito di crusca e germe.
Dovrebbe essere a questo punto intuitivo comprendere che le farine integrali sono più nutrienti – nel senso di ricche in sostanze nutritive non di calorie – rispetto alle farine bianche.
Appurato che l'integrale è da preferire sempre (pane, pasta, pizza, ...) bisogna munirsi di lente d'ingrandimento e imparare a leggere le etichette, perchè due "furbate" sono dietro l'angolo:
- spacciare per integrale un prodotto costituito da farina bianca a cui viene aggiunta la crusca: manca sempre il germe e per di più si ri-assembla un prodotto dopo averlo diviso (assurdo, no?)
- dichiarare il prodotto integrale quando è fatto di una miscela di farina bianca e farina integrale
Attenzione, anche per farro e kamut deve essere specificato il termine integrale. Altrimenti state mangiano un pane (o una pasta) di kamut e farro raffinati.
Il vantaggio dell'assunzione di cibi integrali non termina con l'aumentato valore nutritivo degli stessi, ma si arricchisce della possibilità di incidere positivamente sull'effetto saziante del pasto e sull'accelerazione del transito intestinale.
Per chi soffre di colon irritabile è sempre bene approcciare l'integrale a piccoli passi, inserendolo gradualmente per non irritare un'intestino particolarmente "sensibile".
Come sempre la raccomandazione è di associare ad un aumentata quantità di fibre alimentari una corretta assunzione di acqua, stimata mediamente in almeno 8-10 bicchieri al giorno.
Eva Da Ros
Dietista con perfezionamento nel trattamento dell'obesità e master in disturbi dell'alimentazione in età evolutiva. Da alcuni anni studio con interesse l'alimentazione vegetariana.
Scienze e tecnologie
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MarcoM
08/04/2014 - 14:00
ottimo...
E' bene sempre leggere gli ingredienti.
Saluti.
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Eva Da Ros
08/04/2014 - 19:17
Grazie MarcoM,
in effetti prima del prezzo dovremmo sempre leggere gli ingredienti.
Saluti
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Michele Bastanzetti
08/04/2014 - 14:04
INTEGRALE
Ps: eddai...solo per dirle che apprezzo il suo blog...
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Eva Da Ros
08/04/2014 - 19:23
Mi fa piacere vederla anche
Apprezzo i commenti puntuali e ironici che ci regala nei blog che segue più spesso.
Buona serata
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Michele Bastanzetti
08/04/2014 - 20:52
AL BANDO LE SVENEVOLEZZE
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francescocecchini
09/04/2014 - 13:13
Grazie.
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