SEL VUOLE RIDARE DIGNITA’ AL LAVORO
Domani gli esponenti di Sinistra Ecologia e Libertà, assieme ai sindacati e a molte altre associazioni festeggiano in piazza dei Signori la Festa del Lavoro
| Laura Tuveri |
Treviso - Anche Sinistra Ecologia e Libertà, domani, Festa del Lavoro, sarà in piazza per protestare contro la svalorizzazione e la mercificazione del lavoro. “Quest’anno a maggio – ricorda l’esponente di Sel, il consigliere provinciale Luca De Marco - si celebra il quarantennale dello Statuto dei lavoratori mentre il Governo Berlusconi continua la sua opera di capovolgimento del diritto del lavoro e di destrutturazione dei contratti collettivi.
Lo Statuto fu il compimento di una stagione di lotte per affermare la dignità del lavoro e dei lavoratori e aveva l’ambizione di riequilibrare la disparità di poteri all’interno del conflitto capitale-lavoro”. De Marco ricorda anche che il ministro trevigiano dell’Welfare, l’ex socialista Maurizio Sacconi, un tempo molto vicino al movimento dei lavoratori, si appresta a proporne una nuova stesura sotto il titolo di “Statuto dei lavori”.
“In questi anni di neo-liberismo il lavoro è stato sempre più trattato come una merce e sempre meno considerato strumento di progresso sociale oltre che economico: il passaggio da lavoratori a “lavori” indica proprio come l’impegno, la creatività e la fatica umana siano lontani dall’orizzonte politico del Governo. Bisogna ripartire dal concetto costituzionale del lavoro come strumento della dignità e libertà della persona.
Perciò anche in tempo di crisi economica e di perdita di posti di lavoro dobbiamo tendere ad un progetto di piena occupazione e ribaltare l’idea che sia possibile aumentare l’occupazione solo abbassando il costo del lavoro, cioè riducendo diritti e salario fino a configurare non solo nuove forme di sfruttamento ma vere e proprie forme di lavoro servile.
Quando i salari sono così bassi da non essere “sufficienti ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa” (art. 36 della Costituzione), quando ai lavoratori si richiede una totale disponibilità agli interessi d’impresa, quando il lavoro nero cresce persino nei settori del lavoro intellettuale, è evidente che il nostro modello di sviluppo si è inceppato e alla crescita economica non corrisponde più l’espansione del benessere delle persone”.
La ricetta di De Marco è restituire dignità al lavoro, ridistribuire le risorse disponibili in modo da investire di più nelle attività che creano occupazione, unificare i diritti lavoristici per impedire la concorrenza sulla riduzione delle tutele e dei salari. “In altre parole bisogna uscire dall’accettazione acritica delle regole del mercato e recuperare il protagonismo individuale e collettivo dei lavoratori.
Solo così potremo vincere la nuova arroganza dei datori di lavoro e del centro-destra. In altri tempi non sarebbe stato possibile il ricatto di Marchionne ai lavoratori di Pomigliano: “o accettate 18 turni e 80 ore obbligatorie di straordinario o porto altrove la produzione”.