Vittorio Veneto, sì all’acquisto del teatro “Da Ponte”
Ieri sera l’aula si è espressa a maggioranza dopo tre ore e mezza di discussione. Contrari Rinascita Civica. Pd e civica Dus hanno lasciato l’aula
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – Il comune di Vittorio Veneto acquisterà il teatro “Da Ponte” a 2.449.000 euro, il prezzo indicato dalla perizia sottoscritta dall’Agenzia delle Entrate e che coincide anche con la richiesta a suo tempo fatta dal proprietario dell’immobile, fondazione Cassamarca. Il sì all’acquisizione al patrimonio comunale del teatro di via Martiri della Libertà è arrivato intorno alle 22 di giovedì. A favore si sono espressi i consiglieri di maggioranza (Lega, civica Miatto, FI) e il consigliere del gruppo misto Gianni Varaschin, oltre al sindaco Antonio Miatto. Contrari i consiglieri di Rinascita Civica Alessandro De Bastiani e Mirella Balliana, mentre i consiglieri del Pd e della civica Dus hanno abbandonato l’aula prima del voto.
Tutti presenti i consiglieri ieri sera per affrontare prima l’assunzione di un mutuo per dare corso poi al successivo punto dell’acquisizione del teatro. Solo la maggioranza si è espressa a favore dell’assunzione del mutuo da 1,5 milioni di euro, contrari De Bastiani e Balliana, mentre civica Dus e Pd si sono astenuti. Al milione e mezzo di euro il comune aggiungerà 949mila euro di avanzo di amministrazione. Il mutuo costerà di interessi spalmati in 15 anni 80mila euro circa.
La discussione sull’acquisizione del teatro si è incentrata sulla presenza di due perizie commissionate dal comune: la prima a firma dell’ing. Pelliciari da 1,5 milioni di euro iva inclusa, quindi imponibile di 1.230.000 euro; la seconda a firma dell’Agenzia dell’Entrate da 2.449.000 euro più iva. «Quindi – ha evidenziato in aula Roberto Tonon (Pd) – una differenza quasi del doppio. La perizia dell’Agenzia delle Entrante non si può considerare come verbo. Inoltre negli ultimi dieci anni abbiamo mantenuto noi vittoriesi l’immobile e nella perizia non viene riconosciuto quanto speso dal comune nel teatro in nome e per conto del proprietario. E poi il teatro può rimanere aperto solo perché il comune aveva concesso a Cassamarca di fare una parte degli impianti del teatro su suolo comunale. La procedura pasticciata inficia il desiderio di avere un teatro comunale».
Giulio De Antoni (civica Dus) ha proposto – con un emendamento poi messo ai voti e respinto – di «acquistare il teatro ad un prezzo inferiore a quello definito da Cassamarca, di portare la nostra proposta al presidente della fondazione e lunedì, in consiglio, possiamo deliberare una volta che il valore di compravendita viene ridotto, tenuto conto delle incongruenze e delle mancanze che ci sono nella perizia dell’Agenzia delle Entrate». «Acquistare il teatro – ha anche detto - dovrebbe essere una festa per la città, però questa trattativa con Cassamarca lascia dell’amarezza in bocca. Umiliante per tutti i cittadini dover accettare imposizioni di Cassamarca: prezzo imposto, nome notaio imposto, per non parlare che hanno avanzato una richiesta di danni qual ora l’accordo non vada in porto. È possibile che dobbiamo accettare supini le prepotenze di Cassamarca?».
«Fondazione – ha detto Alessandro De Bastiani – non dovrebbe scaricare il teatro venendo meno alle sue finalità di mandato. E se proprio avesse bisogno di liquidità, potrebbe recuperarla da uno dei quattro teatri che ha a Treviso. Voteremo contro l’arroganza di fondazione e l’offesa che fa a tutta la cittadinanza, contro lo spreco di 1,3 milioni di euro perché si poteva imporre la perizia dell’ing. Pelliciari e contro la priorità di intervenire nel teatro, quando ci sono altre priorità più importanti, come la biblioteca civica e villa Papadopoli».
«Non parteciperò al voto – ha spiegato De Antoni – per evidenziare il comportamento inacettabile di fondazione». «Spero – l’auspicio del capogruppo Pd Marco Dus prima di lasciare l’aula – che la gestione possa essere continuata da chi lo gestisce attualmente. Non parteciperemo al voto. Non siamo contro l’acquisizione, ma contro l’acquisizione a questo costo».
Il sindaco Antonio Miatto ha evidenziato che di «tentativi di contrattualizzare in altro modo ne sono stati fattive a iosa, ma fondazione è stata sempre ferma sulla sua offerta di 2,5 milioni euro, che per loro è un favore. I tentativi di facilitare lo scambio sono stati percorsi tutti: il teatro o lo compriamo o viene chiuso o viene affittato, ma con un affitto superiore alla rata annuale del mutuo. Circa il favore che Vittorio fa ad altre realtà, sono letture distorte. Per me questo è un bel momento per la città».
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