GENTILINI: SARKOZY HA COPIATO DA ME
Troppi disoccupati per lo sceriffo: il Governo intervenga e dia anche più vigili. E gli stranieri che perdono il lavoro devono essere rimpatriati
| Laura Tuveri |
TREVISO - “Meglio più vigili che geometri”. Parola di Giancarlo Gentilini che sta smuovendo mari e monti, soprattutto i “suoi” ministri , in primis Maroni, per riuscire ad ottenere più uomini per il comando della Polizia Locale, per lui un fiore all’occhiello della città.
“Visto che il ministro Maroni dà l’opportunità di assumere circa 6 mila fra uomini delle forze dell’ordine, gli chiederò che dia la possibilità ai Comuni di assumere vigili, perché la sicurezza, in primis, va portata avanti da costoro che sono le figure a cui la gente si rivolge con maggiore frequenza e a cui chiede risposte.
Ora – prosegue il prosindaco (nella foto) - abbiamo una carenza di personale di circa dieci unità per cui l’ordine pubblico difficilmente riusciremo a mantenerlo e necessariamente il Governo dovrà darmi la possibilità di adoperare quelle migliaia di euro che abbiamo nelle casse comunali, ma che sono congelate a causa del patto di stabilità, per assumere solo vigili.
Questa è una doverosa risposta che devo ai miei cittadini perché non posso essere ammanettato e impossibilitato ad investire soldi che il Comune possiede. Voglio le mani libere per dare risposte sulla sicurezza della città e dei cittadini”.
Anche lei ritiene che a Treviso, come in Francia vi siamo cittadini poco graditi da espellere immediatamente? “Certamente. Sarkozy ha copiato quello che io dicevo dieci anni fa. Gli zingari hanno macchine di lusso, sono pieni d’oro non si capisce come facciano a procurarseli, visto che non lavorano, ovviamente vivono di espedienti, quindi vanno riaccompagnati alle frontiere. Logicamente peri i cittadini Rom italiani non potrà essere così: dovranno, però, osservare il vangelo secondo Gentilini che dice ordine, disciplina e rispetto delle leggi. Se vìolano questi principi devono andare in galera”.
Lei è preoccupato che la crisi, che non è ancora passata, possa acuire problemi di ordine pubblico per chi perde il lavoro, soprattutto se si tratta di stranieri? “Certamente che lo sono. L’ho sempre detto e scritto ai miei ministri leghisti. Dobbiamo vedere cosa accadrà quando finiranno gli ammortizzatori sociali o non ci saranno più soldi per sovvenzionare i disoccupati.
Io ho ancora un vivido ricordo degli anni del secondo dopo guerra quando la gente aveva fame e per procurarsi cibo, per un puro istinto di sopravvivenza era disposta a fare qualsiasi cosa. Ho paura che si inneschino tutta una serie di atti criminosi che possono essere compiuti in prevalenza dagli stranieri che sono privi di un sostegno famigliare che possa soccorrerli se perdono il lavoro.
Temo che vi sia il serio pericolo di una guerra civile e quindi chiedo ai miei ministri, al Governo e alla Regione di prendere immediatamente seri provvedimenti affinché si creino nuovi posti di lavoro. Nel mio ufficio – prosegue lo sceriffo - e per strada incontro tanti giovani su 35-45 anni disperati che mi dicono di aver perso il lavoro, di non riuscirne a trovare un altro, che hanno famiglia e figli e il mutuo da pagare, che mi dicono che quando vanno a chiedere lavoro si sentono rispondere che sono troppo vecchi.
Caro ministro Sacconi, (il trevigiano del Pdl a capo del dicastero del Welfare, ndr) io ti ho scritto che come hai proposto delle facilitazioni per l’assunzione di giovani, ora devi tener conto di questa nuova ondata di disoccupati, persone che hanno una grande esperienza alle spalle. Anche per loro servono incentivi e agevolazioni fiscali affinché riescono a reintrodursi nel contesto lavorativo perché non dimentichiamoci che la fascia di lavoratori che va dai 35 ai 60 anni è la colonna portante per capacità e competenza e senza il oro apporto significa avere scarse possibilità di futuro”.
E gli immigrati disoccupati che fine devono fare? “Per gli immigrati senza lavoro, senza protezione della rete sociale, quando perdono il lavoro devono ritornare nel proprio paese di origine come accadeva per i nostri emigranti. Il giorno dopo che perdevano il lavoro dovevano far rientro in Italia”.