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28 aprile 2024

Treviso

Latte, settore in crisi: “Imprese strozzate dagli aumenti, si rischia la chiusura”

Coldiretti Treviso: “Stop al pagamento di prezzi agli agricoltori sotto il costo dì produzione”

| Isabella Loschi |

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 Latte, settore in crisi: “Imprese strozzate dagli aumenti, si rischia la chiusura”

 TREVISO - La situazione in cui versa il settore lattiero caseario è drammatica: pandemia, aumenti dei prezzi dei cereali e del gasolio, e il caro bollette stanno mettendo in ginocchio produttori e caseifici.

“Non si può più perdere tempo, serve una presa d’atto collettiva prima che sia troppo tardi. In gioco c’è il futuro di un settore che grazie a circa 3mila aziende produce, in Veneto, 10 milioni di quintali di latte all’anno. E’ urgente fermare le speculazioni – sottolinea la Coldiretti trevigiana appoggiando la Federazione del Veneto che a livello nazionale è stata promotrice del Decreto attuativo approvato ad hoc - Il contesto economico aggravato dal conflitto in Ucraina e il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette  sui costi di produzione. Coldiretti, anche grazie alla collaborazione delle Prefetture, prima tra tutte proprio quella di Venezia, ha trasmesso al Governo una serie di proposte per mitigare l’effetto della crisi, in parte già approvate. Uno strumento strategico volto contrastare una serie di azioni comuni ed illegittime che vanno dai termini di pagamento, al divieto di modifiche unilaterali dei contratti, all’obbligo dì contratti rigorosamente scritti, al divieto di aste al doppio ribasso, allo stop al pagamento di prezzi agli agricoltori sotto il costo dì produzione. Favorire un sistema virtuoso in questo senso significa creare una equa distribuzione del valore lungo tutta la filiera alimentare”.

 
“Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado – conclude Coldiretti  – il rischio è alto perché le imprese agricole sono strozzate dai continui aumenti dei costi di produzione non compensati da un prezzo di vendita adeguato e sono costrette da mesi a vendere sottocosto per effetto di dinamiche speculative che ricadono interamente sulle loro spalle”.

 



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Isabella Loschi

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