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08 gennaio 2025

Treviso

NON E' UN PAESE PER VECCHI, STRANIERI

La provincia di Treviso prima in Veneto per la presenza di minori e studenti stranieri

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

NON E' UN PAESE PER VECCHI, STRANIERI

TREVISO - Ieri sera presso gli spazi Bomben della Fondazione Benetton studi e ricerche, è stato presentato il Rapporto sulla presenza e distribuzione degli immigrati nella provincia di Treviso, arrivato all’ottava edizione, davanti ad una sala affollata e attenta. Nel contesto regionale Veneto, la provincia di Treviso nel 2010, occupa il gradino più alto del podio, per incidenza di stranieri sul totale dei residenti, con l’11,2%.

Alla realizzazione del resoconto finale di tutti i dati raccolti nell’anno 2010 hanno lavorato Anolf Treviso, Caritas di Treviso e Vittorio Veneto, Cooperativa Sociale Servire, con la collaborazione di Veneto Lavoro e per la prima volta dell’Usll e del Master sull’immigrazione dell’Università Cà Foscari di Venezia. “C’è da sottolineare” - spiega Franco Marcuzzo, presidente dell’Anolf - “che i residenti stranieri crescono sempre più lentamente, rispetto a dieci anni fa, ma proporzionalmente gli italiani crescono ancor meno, sfiorando appena lo 0,04%”.

Tra i fattori di crescita dei migranti, oltre alla motivazione principale del lavoro, emerge un elemento nuovo, ed è quello dei nuovi nati. Oltre un neonato su 5 è straniero, ma dopo alti ritmi di crescita precedenti, "il numero è stazionario da tre anni" - precisa Ermanno Zuliani di Cooperativa Sociale Servire. La presenza dei minori è significativa: la popolazione straniera residente è più giovane con una percentuale del 26.2% rispetto al 16,9% di quella italiana. Un dato che si ritrova nelle scuole con la presenza di 18.402 bambini e ragazzi stranieri nell’anno scolastico 2010/2011, che porta la provincia di Treviso ad essere la prima in Veneto, per studenti a cittadinanza straniera.

Già osservando la platea composta da etnie diverse si capisce che la provincia di Treviso è a tutti gli effetti una società multietnica, rappresentata da 148 nazionalità diverse, con la Romania in testa. Interessante è notare come gli stranieri siano residenti in maggior numero in centri minori o in comuni afferenti ai centri per l’impiego: al primo posto troviamo il comune di Fonte con una incidenza degli stranieri del 21% sul totale dei residenti. Seguono Possagno e Mansuè con una presenza stabilita attorno al 19%. Nel 2010 la crescita occupazionale, è stata contenuta e poco stabile dal punto di vista della continuità lavorativa. “I vincoli rispetto alla possibilità di una presenza regolare sul territorio italiano e la mancanza in loco di una rete di sostegno hanno avuto e stanno avendo un ruolo importante nel condizionare le scelte lavorative degli stranieri”  spiega Letizia Bertazzon, rappresentante di Veneto lavoro. L’accesso a forme occupazionali temporanee, al lavoro domestico e agricolo, rappresentano, attualmente, le risposte più immediate al bisogno di mantenere una forma di occupazione sia ai fini della presenza regolare sul territorio, sia per far fronte alle necessità della vita quotidiana.

Guardando al futuro, si parla, per le prossime generazioni di migrazioni climatiche e processi globali di cambiamento, con un incentivo all’integrazione, ma anche un incoraggiamento ad aumentare quel carente 3% di crescita della popolazione italiana, degli ultimi undici anni.

 


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