Operata alla milza grazie alla stampa 3D: l'intervento salva la vita ad una paziente
Un modello di milza in 3D ha fornito supporto fondamentale alla equipe medica dell’ospedale San Giovanni di Dio
| Isabella Loschi |
TREVISO/FIRENZE - Grazie ad una stampa in 3D per creare un modello della milza fatto su misura per una paziente, ha permesso di salvare la vita ad una giovane donna e di preservarle la milza. L’intervento è stato effettuato all’ospedale San Giovanni di Dio di Firenze. La stampa 3D di Bio3DModel, società del gruppo SolidWorld di Treviso, è stata utilizzata per creare un modello della milza fatto su misura sulla paziente, utilizzato nel pre-operatorio per pianificare con precisione le modalità dell’intervento.
Il modello comprendeva infatti le strutture anatomiche come la milza, il pancreas e i vasi splenici, dettagli che hanno potuto fornire preziose informazioni sia prima che durante l’intervento, contribuendo al suo successo.
La procedura ha permesso l'utilizzo di una tecnica laparoscopica minimamente invasiva e di escludere un grande aneurisma dell'arteria splenica. “Abbiamo effettuato degli incontri con i chirurghi e, una volta ricevuti i documenti quali tomografie ed esami medici, abbiamo ricreato un modello fedelissimo dell’organo nel tempo della pre-ospedalizzazione della paziente. Il nostro team di ingegneria biomedica composto da Federica Giovannini e Paulina Socha, ha preparato il modello che comprendeva i punti critici e i rapporti delle varie anatomie, differenziate per colore, necessari per la guida intraoperatoria” ha dichiarato l’ingegner Giovan Battista Semplici, presidente di Bio3DModel.
“Preservare la milza in casi del genere è spesso impegnativo, soprattutto quando l’aneurisma entra quasi nella milza – ha spiegato in una nota della Azienda USL Toscana Centro il dottot Emiliano Chisci, chirurgo vascolare che assieme al primario della Chirurgia generale, Alessandro Anastasi, e alla guida del direttore del dipartimento chirurgico, Stefano Michelagnoli, ha condotto l’intervento – tuttavia siamo riusciti a preservare l‘organo escludendo un grande aneurisma dell’arteria splenica”.
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